Ciao Ragazzi,
vi è mai capitato di rimanere vittima di un irrefrenabile bisogno di ricaricare le pile dello spirito oramai esauste a causa degli impegni quotidiani, lavorativi e non?
Di avere una necessità dannata di fuggire dallo stress della vita moderna?
Sì?
Voglio allora proporvi una cura che ho testato direttamente su di me e che, a distanza di un mese, sta avendo ancora effetto.
E' la sera di Sabato 14 Maggio.
Esco dopo cena sul balcone di casa a prendere un po' d'aria.
Psicologicamente mi trovo nella condizione sopra descritta...
Punto il naso in su e vedo splendere in cielo una meravigliosa luna piena.
Mi soffermo a fissarla per un attimo e... ne rimango quasi ipnotizzato.
Beh... togliamo il quasi.
La serata è tiepida, non tira vento, non c'è umidità...
"Via! Non perdiamo altro tempo!"
"Stanotte pedalerò al chiar di Luna"!
E allora via ai preparativi!
Quale mezzo usare?
Stavolta direi il Trike Azub Ti-Fly X elettrificato che è un po' un tutto fare.
Va un po' bene su tutti i tipi di terreno ed in caso di bisogno, (eccome se ce ne sarà...) l'elettrificazione mi darà una buona mano.
Ma le batterie saranno cariche? Non lo uso da oramai un anno!
Vediamo... Sì lo sono.
Il faretto Busch & Muller invece non lo è ed avrà bisogno di restare collegato alla presa fino a mezzanotte!
Intanto preparo una borsa con l'eventuale vestiario aggiuntivo da mettere a strati e l'altra , con gli attrezzi vari che potrebbero servirmi: pompa, camere d'aria, kit di riparazione ed infine anche un bel faretto portatile a batteria che potrebbe tornare utile nel buio della notte.
Mezzanotte e mezza della Domenica Mattina!
Controllo alle luci...
Direi soddisfacente!
Allora via!
In testa ho elaborato una bozza di itinerario: risalire l'argine del Fiume Montone e possibilmente arrivare poi in cima al monte Cerreto, una collina sopra Castrocaro, in tempo utile per ammirare l'alba...
Chissà se riuscirò nell'intento o se il sonno prenderà il sopravvento.
Partito da casa, attraverso il vicino ponticello sul Fiume Lamone e ne risalgo l'argine destro lungo una strada ghiaiata che mi porta al seicentesco Palazzo Rasponi che abbiamo visitato insieme durante uno dei Raduni di Primavera.
Lasciato alle mie spalle palazzo Rasponi, percorro nella notte un lungo viale alberato che congiunge quella antica dimora gentilizia con l'abitato di Russi che all'una di notte... è tutta per me!
I resti del Mastio
La piazza deserta di Russi
La luna, alta in cielo, sembra promettere di tenermi compagnia ancora a lungo.
Da Russi percorro alcuni chilometri di pista ciclopedonale fino a giungere a San Pancrazio dove attraverso il ponte sul fiume Montone ed inizio a risalirne l'argine destro.
Mi trovo ora sulla Ciclovia del Montone: risalendo, porta fino a Castrocaro Terme, nella direzione opposta si arriverebbe invece alla foce presso Lido di Dante.
Il fondo di asfalto diventa poco più avanti ghiaia e poi la parte prevalente del tracciato è manto erboso. Solo un solco in terra battuta resta disponibile per mettervi la ruota posteriore.
Di tanto in tanto mi fermo per ascoltare i suoni della notte: l'usignolo, col suo canto melodioso, iterpreta ora la parte del solista!
Pedala e ripedala, Forlì dovrebbe essere oramai vicina...
Il motore da' un bell'aiuto nell'avanzare quando l'erba si fa alta, però arrivato quasi in città, mi imbatto in un tratto dove l'erba è davvero troppa!
E allora dietro front! Si va alla ricerca nel buio, di una possibilità di scendere alla vicina strada provinciale...
Trovato!
La provinciale è stretta e di solito trafficata, ma a quell'ora...
Giusto qualche auto di ragazzi in fase di rientro dai locali notturni.
Dopo un paio di chilometri sono in centro a Forlì!
Anche Piazza Saffi a quell'ora è tutta per noi due...
La Luna ed il sottoscritto!
Le costruzioni che contornano quest'ampia piazza formano uno strano mix di stili architettonici...
Andando a ritroso, dal razionalista, all'eclettico, al neoclassico, al palazzo seicentesco.
In fondo in un angolo, l'edificio più antico, la chiesa romanica di San Mercuriale.
Abbandonata la piazza, esco dalle mura all'altezza di Porta Schiavonia da dove è possibile riprendere la ciclovia.
Continuo a risalire l'argine del Montone che bagna in questo tratto il parco cittadino.
Qua e là sbucano vispi coniglietti...
Grandi, medi, nani, a pelo lungo, a pelo corto...
Mi sa che più di un incauto cittadino, abbia liberato nel parco, la tenere bestiole, trasformatesi in breve tempo e chissà come, da giocattoli da compagnia ad esseri viventi che necessitano di troppe cure ed attenzioni rispetto a quanto inizialmente previsto...
Alla fine del parco devo prestare attenzione per individuare una carraia che scende fino quasi all'aqua, dove c'è una passerella che attraversa il fiume.
Il resto della ciclovia, continua ora sulla riva sinistra del Montone, seguendone l'argine e di tanto in tanto abbandonandolo per passare su stradine secondarie.
Talvolta il tracciato si addentra nel bosco, in un divertente saliscendi di sentieri.
Arrivato nei pressi della località Rovere la prima batteria da 500 Watt è oramai alla frutta, pertanto mi fermo per sostituirla.
La chiesina di Rovere
Ancora qualche chilometro ed attraverso le porte delle mura medicee per entare a Terra del Sole, antico avamposto del Granducato di Toscana.
Lasciata Terra del Sole alle mie spalle, potrei tornare nel bosco per proseguire sul tracciato della ciclovia, fino alla vicina Castrocaro.
Siccome sono già le tre e mezzo, temendo di arrivare lungo coi tempi, preferisco invece percorrere la più facile ed illuminata
ciclopedonale.
Da Castrocaro inizia la salita verso il monte Cerreto.
Il motorello è particolarmente apprezzato in questo frangente...
A metà salita, a sinistra, i ruderi della Rocca di Castrocaro.
Continuo a salire e dopo alcuni chilometri arrivo in cima!
Giù in basso le luci della pianura ed in fondo quelle della riviera...
Che spettacolo!
Sono arrivato in tempo!
Anzi... con un discreto anticipo!
La Luna che mi aveva tenuto compagnia fino ad allora
, mi saluta scomparendo dietro ad una vicina collina.
Non mi resta quindi che rivestirmi a strati con quanto stivato nella borsa ed attendere l'ora nella quale il Sole farà capolino.
Se fino a poco prima, l'usignolo era stato la voce solista, ora si odono nell'aria cinguettii di ogni sorta che par di stare alle prove d'orchestra!
Una sottile linea di color arancio inizia a comparire all'orizzonte...
Ecco!
BUONGIORNO SOLE!
Come sei bello questa mattina!
Resto ancora un poco ad ammirare la magia di quello spettacolo che ogni giorno si ripropone, costantemente in modo diverso.
Se da un verso mi rammarico di averne perso molte puntate, dall'altro sono felice di essere arrivato in tempo per assistere almeno a quella di oggi!
Oramai sono quasi le sette di mattina ed è ora di tornare alla base.
Dalla cima del monte Cerreto scende una carraia che, stando a quanto riportato su un cartellone, dovrebbe portarmi all'abitato di Santa Lucia.
Ora che si è fatto giorno, posso permettermi l'azzardo di provare se sia realmente così.
Infatti, dopo alcuni chilometri di saliscendi tra calanchi e colline di grano, arrivo a Santa Lucia.
Un’altra decina di chilometri di asfalto e sono a Faenza.
Da qui ritorno a casa scendendo per l'argine sinistro del Fiume Lamone.
Dopo una ventina e passa di chilometri su fondo erboso, lungo la ciclovia del Lamone, rientro finalmente alla base!
Stanco, assonnato, ma FELICE!
Alla faccia dello stress della vita moderna!
A QUESTO LINK un Premio, per chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui...
Saluti
recRobi
Edited by recRobi - 16/6/2022, 00:16