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Come definiamo la comodità?
Per me, ad esempio una bent è "comoda" se, alla fine di una pedalata, non provo altro che stanchezza --> nessun dolore! (come cantava Lucio Battisti molti anni fa ...) Insomma, uno dei motivi che mi tenevano lontano dalle biciclette tradizionali era che alla fine avevo sempre dolori al fondo-schiena (nonostante i pantaloncni imbottiti), formicolio alle mani ed il collo rigido. E poi non vedevo il panorama perchè ero quasi obbligato a guardare costantemente in basso. Il sedile è sicuramente uno dei punti più importanti attorno al quale ruota tutta la postura del ciclista sulla bent: - imbottitura: sottile OK se la forma è anatomica per la vostra schiena; spesso e più morbido se vi serve qualcosa che copi meglio le vostre forme, in questo caso può anche dare un valido aiuto a smorzare un po' le irregolarità del manto stradale; per quanto riguarda la traspirazione, più o meno tutte le imbottiture fanno sudare ... certo il tappettino per ginnastica a terra di Dechatlon (usato per anni sulla mia Flevoracer) è la cosa peggiore in assoluto, soprattuto con magliette di cotone - forma: ne esistono di varie conformazioni, da quella piana dei sedili in legno compensato a quelle più avvolgenti dei sedili per i trike; io sono passato dal primo al secondo tipo e devo dire che quello tipo "trike" lo sto apprezzando molto perchè mi avvolge un po' sui fianchi e mi "centra" sulla bici; con l'altro (piano in compensato) non capivo mai se ero storto o centrato e così qulche volta assumevo posizioni di poco scentrate che però alla lunga mi portavano a doloretti alla schiena --> no comodo - angolazione: concordo con il fatto che non è l'angolazione in assoluto che favorisce la velocità (più inclinato = più veloce), ma è l'area frontale che fa la differenza ... e questa si ottiene in funzione della posizone reciproca sedile - movimento centrale; posizoni troppo sdraiate sono scomode, non fosse altro per la posizione che deve tenere la testa (altro che cervicale!) e personalmente non amo il poggiatesta sia perchè interferisce con il casco, ma soprattutto perchè quando si prende una buca (senza ammortizzatori) si prende un colpo alla nuca; posizioni troppo diritte vanno bene solo se i pedali sono "bassi" altrimenti si finisce di piegare troppo rannicchiati, al limite come su di una bici tradizionale Da quanto sopra, la mia teoria è: per me la posizione reciproca sedile-movimento centrale è fondamentale, sia in orizzonatale che in verticale, quindi si deve ragionare secondo una diagonale --> la "diagonale ideale". Una volta stabilita la "diagonale ideale" (rivendico il copyright su questo!) allora si può pensare di definire l'angolazione, ma non del solo sedile, ma del "blocco" sedile + movimento centrale fissati secondo quanto descritto sopra. A questo punto l'angolazione ideale del "blocco" è quella che offre la minor area frontale, ma che evita che i piedi siano più alti del cuore, altrimenti prima o poi si sentirà uno spiacevole formicolio ai piedi --> no comodo La "diagonale ideale" va ricercata con pazienza e non sempre le bent permettono regolazioni reciproche sedile - movimento centrale all'altezza delle esigenze. Normalmente si può giocare sul boom anteriore (scorrevole per avvicinare / allontanare il movimento centrale), sull'angolazione del sedile e qualche volta sulla sua altezza; altrimenti si può arrivare alla "diagonale ideale", ma non alla minima sezione frontale e/o alla posizione reciproca cuore - piedi. L'estensione delle gambe è un altro parametro importantissimo per la comodità e anche per l'efficienza della pedalata: distendere troppo le gambe è molto peggio che tenerle un po' più rannicchiate. In questo gioca un fattore importante anche la lunghezza delle pedivelle; siamo abituati ai canonici 170 mm, ma sono la quota giusta per tutti? La risposta è no, solo che non è facile ed economico provare diverse misure. Ho visto la soluzione usata da Stafano Bonazzoli sulla sua bent (foto su Ciclismo di dicembre) e ci ho fatto uno studiolo arrivando alla conclusione che quella soluzione può portare a dei vantaggi se si vogliono utilizzare pedivelle "lunghe" senza pagare lo scotto di far fare alle ginocchia un angolo troppo grande. MA: il "lunghe" dipende dalle gambe del ciclista (nel senso di dimensioni geometriche, prima ancora di forza muscolare) e poi non saprei dire se è meglio insistere su di una angolo di movimento delle ginocchia "piccolo" (che porta a far lavorare l'articolazione del ginocchio su di una zona limitata) o "grande" (che allarga la zona in cui l'articolazione lavora, ma obbliga a movimenti maggiori dei muscoli). Se poi si usano scarpette con gli attacchi, rientra nella "comodità" la posizione di aggancio rispetto alla pianta del piede: è abbastanza riconosciuto che, rispetto alla BDC tradizionali, sia meglio appoggiare il piede sul pedale meno verso la punta; in qualche caso si rende necessario modificare le scarpette per arretrare la posizione dll'attacco. Io l'ho fatto e mi ci trovo bene. Se invece non si usano attacchi, allora consiglio di provare o pedali tipo MTB o, meglio ancora BMX che evitano lo scivolamento della suola. Altra soluzione, usata ad esempio da mio figlio, è un semplice puntalino in plastica (come i vecchi attacchi con i cinghietti, ma senza i cinghietti) che ferma la posizone della scarpa rispetto al pedale. La posizione delle braccia incide altrettanto sul senso di comodità, ma ha anche effetto sull'aerodinamicità della nostra posizione di guida. In assoluto la posizione che si tiene su di una USS (Under Seat Steering) è il massimo della comodità (ovviamente all'inizio è un po' meno naturale), ma non è così efficiente. Per un manubrio tradizionale (non sotto il sedile) la soluzione deve evitare interferenza con le ginocchia, anche quando si deve sterzare: i manubri larghi limitano un po' la sterzata perchè prima o poi interferiscono con le ginocchia o la coscia (lato esterno) del ciclista; quelli a posizone "mantide religiosa" all'inzio sono più sensibili e danno meno la sensazione di dominare il mezzo, soprattutto se abbinati ad un "tiller" troppo lungo (la prolunga tra l'asse sterzo ed il manubrio). Io al momento uso un manubrio "largo ma non troppo" e sono consapevole che con questa scelta ho favorito la comodità all'aerodinamicità; mi paicerebbe passare prima o poi alla posizone raccolta. Bisogna anche che la posizione del manubrio garantisca una corretta visuale ... ma non c'entra con la comodità ... comunque mani troppo in alto e/o braccia troppo estese posson portare a problemi di circolazione del sangue e quindi a fastidiosi formicolii. Sulle bent non serve a nulla stare aggrappati al manubrio; se lo fate o vi rilassate o se dovete proprio farlo c'è qualcosa che non và (ad esempio le bent con pedali molo bassi richiedono di tenersi al manubrio quando si spinge perchè non si appoggia sulla schiena, oppure con una Cruz o una Speculoos si deve contrastare l'effetto della pedalata sullo sterzo). Poi sulla "comodità" influiscono anche la rigidezza del telaio (ammorizzato o meno), ma ovviamente dipende dal fondo stradale ... in generale un ammortizzatore posteriore favorisce; sulla necessità di quello anteriore ho qualche perplessità, forse dovuta al fatto che tutte le mie bent finora sono state a trazione anteriore e quindi mal si sposano con un ammortizzatore anteriore. In termini di "rigidezza globale" incidono anche i pneumatici: quelli racing sono più duri, quelli tipo "big Apple" dicono essere dei cuscini (mai provati, qualcuno ha esperienza?). E poi anche i cerchioni e la loro raggiatura ... Ma questi due ultimi punti incodono sull'efficienza del mezzo in termini di peso, stabilità, energia persa a molleggiare o energia trasmessa a terra ... non è detto che una bent "rigida" sia meglio che una che si adatta un po' al terreno (Luigi, tu che hai fatto MTB, che esperienze hai a riguardo? attento però che sovente in MTB si è in piedi è quindi in quel caso le gambe fanno da ammorizzatori). Ala fine per me non si dovrebbe parlare di "compromesso". La comodità è un MUST, utile non solo quando si passeggia, ma anche quando si corre: meno dolore = più efficienza. Solo che la comodità va ricercata con molte prove per individuare le regolazioni migliori per ognuno di noi. D'altra parte mi sembra che nelle BDC si è arriavati da anni a farsi fare la bici "su misura", non solo perchè fa figo avere la bici fatta "dal sarto", ma perchè solo così si ottiene la miglior postura. Qual'è la vostra esperienza? |