Posts written by recumbent

view post Posted: 18/12/2008, 00:09     Bent comoda o meno quale sarà il giusto compromesso? - Soluzioni tecniche
Come definiamo la comodità?

Per me, ad esempio una bent è "comoda" se, alla fine di una pedalata, non provo altro che stanchezza --> nessun dolore! (come cantava Lucio Battisti molti anni fa ...)
Insomma, uno dei motivi che mi tenevano lontano dalle biciclette tradizionali era che alla fine avevo sempre dolori al fondo-schiena (nonostante i pantaloncni imbottiti), formicolio alle mani ed il collo rigido. E poi non vedevo il panorama perchè ero quasi obbligato a guardare costantemente in basso.

Il sedile è sicuramente uno dei punti più importanti attorno al quale ruota tutta la postura del ciclista sulla bent:
- imbottitura: sottile OK se la forma è anatomica per la vostra schiena; spesso e più morbido se vi serve qualcosa che copi meglio le vostre forme, in questo caso può anche dare un valido aiuto a smorzare un po' le irregolarità del manto stradale; per quanto riguarda la traspirazione, più o meno tutte le imbottiture fanno sudare ... certo il tappettino per ginnastica a terra di Dechatlon (usato per anni sulla mia Flevoracer) è la cosa peggiore in assoluto, soprattuto con magliette di cotone
- forma: ne esistono di varie conformazioni, da quella piana dei sedili in legno compensato a quelle più avvolgenti dei sedili per i trike; io sono passato dal primo al secondo tipo e devo dire che quello tipo "trike" lo sto apprezzando molto perchè mi avvolge un po' sui fianchi e mi "centra" sulla bici; con l'altro (piano in compensato) non capivo mai se ero storto o centrato e così qulche volta assumevo posizioni di poco scentrate che però alla lunga mi portavano a doloretti alla schiena --> no comodo
- angolazione: concordo con il fatto che non è l'angolazione in assoluto che favorisce la velocità (più inclinato = più veloce), ma è l'area frontale che fa la differenza ... e questa si ottiene in funzione della posizone reciproca sedile - movimento centrale; posizoni troppo sdraiate sono scomode, non fosse altro per la posizione che deve tenere la testa (altro che cervicale!) e personalmente non amo il poggiatesta sia perchè interferisce con il casco, ma soprattutto perchè quando si prende una buca (senza ammortizzatori) si prende un colpo alla nuca; posizioni troppo diritte vanno bene solo se i pedali sono "bassi" altrimenti si finisce di piegare troppo rannicchiati, al limite come su di una bici tradizionale

Da quanto sopra, la mia teoria è: per me la posizione reciproca sedile-movimento centrale è fondamentale, sia in orizzonatale che in verticale, quindi si deve ragionare secondo una diagonale --> la "diagonale ideale". Una volta stabilita la "diagonale ideale" (rivendico il copyright su questo!) allora si può pensare di definire l'angolazione, ma non del solo sedile, ma del "blocco" sedile + movimento centrale fissati secondo quanto descritto sopra. A questo punto l'angolazione ideale del "blocco" è quella che offre la minor area frontale, ma che evita che i piedi siano più alti del cuore, altrimenti prima o poi si sentirà uno spiacevole formicolio ai piedi --> no comodo

La "diagonale ideale" va ricercata con pazienza e non sempre le bent permettono regolazioni reciproche sedile - movimento centrale all'altezza delle esigenze. Normalmente si può giocare sul boom anteriore (scorrevole per avvicinare / allontanare il movimento centrale), sull'angolazione del sedile e qualche volta sulla sua altezza; altrimenti si può arrivare alla "diagonale ideale", ma non alla minima sezione frontale e/o alla posizione reciproca cuore - piedi.

L'estensione delle gambe è un altro parametro importantissimo per la comodità e anche per l'efficienza della pedalata: distendere troppo le gambe è molto peggio che tenerle un po' più rannicchiate. In questo gioca un fattore importante anche la lunghezza delle pedivelle; siamo abituati ai canonici 170 mm, ma sono la quota giusta per tutti? La risposta è no, solo che non è facile ed economico provare diverse misure.
Ho visto la soluzione usata da Stafano Bonazzoli sulla sua bent (foto su Ciclismo di dicembre) e ci ho fatto uno studiolo arrivando alla conclusione che quella soluzione può portare a dei vantaggi se si vogliono utilizzare pedivelle "lunghe" senza pagare lo scotto di far fare alle ginocchia un angolo troppo grande. MA: il "lunghe" dipende dalle gambe del ciclista (nel senso di dimensioni geometriche, prima ancora di forza muscolare) e poi non saprei dire se è meglio insistere su di una angolo di movimento delle ginocchia "piccolo" (che porta a far lavorare l'articolazione del ginocchio su di una zona limitata) o "grande" (che allarga la zona in cui l'articolazione lavora, ma obbliga a movimenti maggiori dei muscoli).

Se poi si usano scarpette con gli attacchi, rientra nella "comodità" la posizione di aggancio rispetto alla pianta del piede: è abbastanza riconosciuto che, rispetto alla BDC tradizionali, sia meglio appoggiare il piede sul pedale meno verso la punta; in qualche caso si rende necessario modificare le scarpette per arretrare la posizione dll'attacco. Io l'ho fatto e mi ci trovo bene.
Se invece non si usano attacchi, allora consiglio di provare o pedali tipo MTB o, meglio ancora BMX che evitano lo scivolamento della suola. Altra soluzione, usata ad esempio da mio figlio, è un semplice puntalino in plastica (come i vecchi attacchi con i cinghietti, ma senza i cinghietti) che ferma la posizone della scarpa rispetto al pedale.

La posizione delle braccia incide altrettanto sul senso di comodità, ma ha anche effetto sull'aerodinamicità della nostra posizione di guida. In assoluto la posizione che si tiene su di una USS (Under Seat Steering) è il massimo della comodità (ovviamente all'inizio è un po' meno naturale), ma non è così efficiente. Per un manubrio tradizionale (non sotto il sedile) la soluzione deve evitare interferenza con le ginocchia, anche quando si deve sterzare: i manubri larghi limitano un po' la sterzata perchè prima o poi interferiscono con le ginocchia o la coscia (lato esterno) del ciclista; quelli a posizone "mantide religiosa" all'inzio sono più sensibili e danno meno la sensazione di dominare il mezzo, soprattutto se abbinati ad un "tiller" troppo lungo (la prolunga tra l'asse sterzo ed il manubrio). Io al momento uso un manubrio "largo ma non troppo" e sono consapevole che con questa scelta ho favorito la comodità all'aerodinamicità; mi paicerebbe passare prima o poi alla posizone raccolta. Bisogna anche che la posizione del manubrio garantisca una corretta visuale ... ma non c'entra con la comodità ... comunque mani troppo in alto e/o braccia troppo estese posson portare a problemi di circolazione del sangue e quindi a fastidiosi formicolii. Sulle bent non serve a nulla stare aggrappati al manubrio; se lo fate o vi rilassate o se dovete proprio farlo c'è qualcosa che non và (ad esempio le bent con pedali molo bassi richiedono di tenersi al manubrio quando si spinge perchè non si appoggia sulla schiena, oppure con una Cruz o una Speculoos si deve contrastare l'effetto della pedalata sullo sterzo).

Poi sulla "comodità" influiscono anche la rigidezza del telaio (ammorizzato o meno), ma ovviamente dipende dal fondo stradale ... in generale un ammortizzatore posteriore favorisce; sulla necessità di quello anteriore ho qualche perplessità, forse dovuta al fatto che tutte le mie bent finora sono state a trazione anteriore e quindi mal si sposano con un ammortizzatore anteriore.
In termini di "rigidezza globale" incidono anche i pneumatici: quelli racing sono più duri, quelli tipo "big Apple" dicono essere dei cuscini (mai provati, qualcuno ha esperienza?). E poi anche i cerchioni e la loro raggiatura ...
Ma questi due ultimi punti incodono sull'efficienza del mezzo in termini di peso, stabilità, energia persa a molleggiare o energia trasmessa a terra ... non è detto che una bent "rigida" sia meglio che una che si adatta un po' al terreno (Luigi, tu che hai fatto MTB, che esperienze hai a riguardo? attento però che sovente in MTB si è in piedi è quindi in quel caso le gambe fanno da ammorizzatori).

Ala fine per me non si dovrebbe parlare di "compromesso". La comodità è un MUST, utile non solo quando si passeggia, ma anche quando si corre: meno dolore = più efficienza. Solo che la comodità va ricercata con molte prove per individuare le regolazioni migliori per ognuno di noi. D'altra parte mi sembra che nelle BDC si è arriavati da anni a farsi fare la bici "su misura", non solo perchè fa figo avere la bici fatta "dal sarto", ma perchè solo così si ottiene la miglior postura.

Qual'è la vostra esperienza?
view post Posted: 17/12/2008, 22:24     i video di Paolo Martini - Link
Ho chiesto a Paolo Martini i link dei suoi filmati "recumbent" su Youtube.
Invece di andare al cinema, adesso avete una valida alternativa --> qui di seguito avete solo da sbizzarrirvi!

Grazie Paolo! :D



http://it.youtube.com/watch?v=5TqM44qqDK4 ( cicloturistiche )

http://it.youtube.com/watch?v=F1z9oPaN2r4 ( piste ciclabili )

http://it.youtube.com/watch?v=3vEh-kP6ESI ( piste ciclabili )

http://it.youtube.com/watch?v=w4KEcpZRuh8 ( piste ciclabili )

http://it.youtube.com/watch?v=3I9uoxA0o1Q ( Telethon - vol.04 )

http://it.youtube.com/watch?v=TFwlpCnA4yU ( Telethon - vol.03 )

http://it.youtube.com/watch?v=mmXcKw3drkg ( Telethon - vol.02)

http://it.youtube.com/watch?v=8n82V4am58I ( Telethon - vol.01 )

http://it.youtube.com/watch?v=NyPtZV8R7Oc ( Maratona delle dolomiti 2006 )

http://it.youtube.com/watch?v=HQMt_601WRg ( Telethon in francia )

http://it.youtube.com/watch?v=BIxuau7J8Yg ( mondiali hpv Allegre Francia 2006 )

http://it.youtube.com/watch?v=_cGKv6ISj6c ( 1001 Miglia Italia 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=c6Y28ecuDOY ( randonneè Sicilia no stop 1000 km 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=ws0RlcD9IYI ( granfondo d'italia Carpi 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=VMA1pzHY0R8 ( cicloturistiche )

http://it.youtube.com/watch?v=3nJRW0oZd-k ( casa ufficio )

http://it.youtube.com/watch?v=PpaiVEiRg7w ( da torino a palermo )

http://it.youtube.com/watch?v=78g42YjPx-M ( raduno di rovereto vol.01 )

http://it.youtube.com/watch?v=ZPFa8qC80Mk ( raduno di rovereto vol.02 )

http://it.youtube.com/watch?v=QE9_D39q66E ( raduno di rovereto vol.03 )

http://it.youtube.com/watch?v=5oN7HtNO8Os ( raduno di rovereto vol.04 )

http://it.youtube.com/watch?v=OnC7CNeNsmM ( granfondo campagnolo 2007 )

http://it.youtube.com/watch?v=gqwe_oCFZDM ( 24 ore di pietravairano 2007 )

http://it.youtube.com/watch?v=F_IlvJicrR8 ( randonneè 200 km di Nerviano 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=qaUQfPwrOS4 ( cicloturistiche )

http://it.youtube.com/watch?v=c9EpATWaY0Q ( cicloturistiche )

http://it.youtube.com/watch?v=F3Yw79kU-ec ( granfondo nove colli 200 km 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=Qp7r2htXVks ( granfondo selle italia 2008 )

http://it.youtube.com/watch?v=Q25N0fatd7U ( granfondo selle italia 2008 )
view post Posted: 15/12/2008, 22:22     Flevoracer - Recensioni
Ecco la mia prima recensione basata su esperienza personale diretta.

Provo a raccontarvi qualcosa della Flevoracer, ma non di una “qualsiasi”, bensì della "mia Flevoracer".

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Questa recumbent è la versione sportiva del modello di base Flevo-bike e, come tutti i primi modelli della casa olandese, ha alcune caratteristiche che la rendono decisamente originale:

- E’ una recumbent a trazione anteriore; questa soluzione, oggi abbastanza diffusa, era all’epoca della nascita di questa bicicletta un’eccezione

- Utilizza una trasmissione “diretta” come le più recenti Speculoos, Cruz-bike o Python, cioè la catena va dalle corone ai pignoni direttamente, senza alcuna rotella di rinvio; si tratta di una soluzione quindi molto simile a quella universalmente adottata dalle biciclette tradizionali che garantisce la massima efficienza della trasmissione, ma anche l’impossibilità di utilizzare in modo indiscriminato tutte le combinazioni teoriche corona-pignone quando si arriva ad un numero elevato di rapporti (27-30) (vedere dettaglio trasmissione anteriore)

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- L’asse sterzo è posto quasi al centro della bicicletta, ecco perché questo tipo di geometria viene chiamata “center steering” (sterzo centrale); il telaio è praticamente diviso in due dallo sterzo: il telaio posteriore che comprende il carro posteriore ammortizzato ed il sedile, il telaio anteriore che comprende il manubrio e tutta la trasmissione. Non esiste una “forcella anteriore” come intesa comunemente.

- Lo sterzo delle Flevo presenta due caratteristiche in prima battuta “inquietanti”:

1 - Sterzare significa “piegare in due” la recumbent. Si sterza con le gambe, agendo con i piedi sui pedali, ovviamente anche mentre si pedala!. Il manubrio è quasi esclusivamente un posto dove appoggiare le mani e montare freni e comandi per il cambio. Sono gli arti inferiori a controllare la direzione del mezzo essendo la forza esercitabile dalle gambe decisamente superiore a quanto possano fare le braccia aggrappate al manubrio. Da questa caratteristica consegue che una volta fatto pratica, le Flevo si possono guidare agevolmente senza mani.

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2 - Il cosiddetto “trail” è negativo (approfondimento su Wikipedia), condizione teoricamente instabile per uno sterzo: in pratica il punto di contatto dello pneumatico sulla strada si trova davanti all’asse sterzo, e quindi l’effetto stabilizzante tipo “ruota pivottante del carrello della spesa” non solo non c’è, ma è volutamente ribaltato! Il contrario di tutte le biciclette. Ecco perché le Flevo si riescono a cavalcare solo dopo parecchia pratica, indispensabile per sviluppare un “diverso equilibrio”. Ad evitare comportamenti oltremodo ingestibili, per limitare sterzate del tutto incontrollate, tra il telaio posteriore (colore viola nello schema a seguire) e quello anteriore (sterzante - colore giallo nello schema) è collegato un tampone in gomma (l’oggetto di colore nero con forma “ a clessidra” nello schema seguente) che fornisce una sorta di effetto stabilizzante.

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Se, come immagino, la mia descrizione vi ha sufficientemente confusi, ecco una serie di testimonianze filmate che credo saranno d’aiuto a capire come si fa ad andare su di una Flevo:
- Flevo-bike: il ciclista in questione è veramente un “drago”, notate la partenza da fermo, senza mani sul manubrio
- Questi due filmati sono relativi al Flevo-trike e danno ancora più l’idea di cosa voglia dire sterzare con le gambe [1] - [2]
- Una volta diventati bravini, allora potrete farci di tutto ... ovviamente senza mani; guardate qui !

Ora credo sarà più chiaro come mai in più occasioni ho sostenuto che utilizzare una Flevo è come viaggiare su di un “tappeto volante”!
Essere in grado di pedalare su questo tipo di mezzo significa prima di tutto sviluppare delle reazioni istintive che vi portino ad un “diverso equilibrio” senza la necessità di ragionare, cancellando tutte le reazioni più o meno automatiche che avete interiorizzato andando su biciclette tradizionali o recumbent più convenzionali. Facendo un parallelo con alcuni sport invernali, è come se voleste passare dagli sci tradizionali allo snow-board o viceversa: la neve è sempre la stessa, ma dovete ricominciare tutto da capo!
E per sviluppare l’istinto che vi porterà a domare una Flevo serve impegno, costanza e determinazione (oltre che molte cadute). Un esempio: se facendo una curva la bent tenderà a sovra-sterzare, dovrete evitare assolutamente di smettere di pedalare o, peggio ancora, di frenare … dovrete spingere sui pedali, particolarmente su quello lato interno curva; vi assicuro che questo inizialmente è tutt’altro che istintivo, ma poi con il tempo lo diventa … e funziona!

Arrivare ad un livello di confidenza e proprietà del mezzo che vi consentano di affrontare il traffico con sufficiente serenità è una questione di un paio di mesi (!), ma poi la soddisfazione sarà grandissima e ripagherà di tutti i sacrifici.

Altra caratteristica delle Flevo sono:
- la possibilità di variare l’angolazione della seduta mediante una staffa che cambia la posizione del carro posteriore; nel primo filmato c’è una sequenza che illustra questa possibilità
- le sospensioni realizzate con tamponi di gomma (oggetti che in ambito industriale vengono utilizzati come antivibranti); questa soluzione, che sulla Flevoracer è adottata solo sul carro posteriore, è sicuramente economica ed in grado di assorbire egregiamente le piccole asperità del terreno, ma in caso di buche “importanti” o anche solo di dossi artificiali per il rallentamento del traffico, ha la pessima caratteristica, non essendo dotata di nessun tipo di smorzamento, di restituire violentemente l’energia accumulata in compressione dalla gomma ... in altre parole c’è un forte effetto di rimbalzo decisamente sgradevole

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La Flevoracer differisce dalla capostipite Flevo-bike per:
- l’utilizzo di due ruote da 28” (erano da 20” nella Flevo-bike)
- l’assenza di un sistema ammortizzante anteriore
- un interasse maggiore che favorisce la stabilità a scapito di un raggio di curvatura leggermente più grande
- una posizione di seduta più reclinata che migliora la penetrazione aerodinamica
Pensate, e questo potrà far sorridere qualcuno, che quando uscì venne ritenuta persino troppo veloce!

Si tratta di una recumbent con vocazione sportiva, ma utilizzabile anche per turismo, purché non troppo caricata (la Flevo-bike di contro è adatta per uso cittadino e per turismo a largo raggio).

La posizione di guida è decisamente comoda ed il manubrio posto sotto al sedile, anche se non si tratta di una vera e propria “under-seat-steering” (USS), è proprio nella posizione più rilassata possibile (magari non così aerodinamica) e permette una visuale eccezionale.

Una volta impadroniti della tecnica di guida (istinto per un diverso equilibrio) è una bent docile, soprattutto a velocità superiori ai 15 km/h. A velocità inferiori ci si deve impegnare un po’ di più … ecco perché in salita, peso a parte, non è il massimo. A velocità superiori ai 50-60 km/h va bene, ma arrivateci dopo che le vostre reazioni istintive si sono ben sviluppate ... una reazione sbagliata potrebbe essere abbastanza rischiosa.

Non è, come accennavo sopra, una bicicletta leggera (peso 18-19 kg) visto che il telaio è realizzato con tubi in “ferraccio” di sezione quadrata di 40 mm e spessore 1.5 mm. Questo però non è un problema se l’utilizzo si limita a percorsi prevalentemente pianeggianti … in fondo la Flevo è nata in Olanda.

La Flevoracer e tutti gli altri modelli simili non sono più in produzione, ma ne sono stati prodotti alcune centinaia! L’inventore fondò un’azienda che diede lavoro a diverse persone, nonché ai figli del titolare.
Certo si tratta di un modello particolare che oggi farebbe fatica a contrastare l’agguerrita concorrenza, ma è senz’altro una recumbent affascinante. Per l’uso prevalentemente cittadino il Flevo-trike sarebbe secondo me ancora imbattibile e divertentissimo (guardate i filmati) visto che oltre ad essere più stabile, ha anche una capacità di carico non trascurabile.

Consiglio questo tipo di reclinata agli auto-costruttori (e non se riuscite a trovarne una) che vogliano provare qualcosa di diverso ed originale; persone che però devono essere consapevoli fin dall’inizio del percorso di apprendimento non banale e che siano convinte di essere dotate di sufficiente caparbietà.

Non è una bent da far provare ad un curioso, a meno che non si tratti di un circense: cadrebbe a terra dopo neanche 50 centimetri e arriverebbe di conseguenza all’errata conclusione che le bent sono veicoli da equilibristi eccentrici.
Non è quindi indicata come primo approccio al mondo delle reclinate ... a meno che questa recensione non vi abbia coinvolto a tal punto da non poterne proprio fare a meno. Per me è stata la prima recumbent, un po’ per scelta ed un po’ per incoscienza. Avevo letto di tutto e di più sulle sue particolarità, ma ad un cero punto mi sono detto: “ Se ne hanno costruite così tante, allora riuscirò ad andarci anch’io! No?!?”. E così l’ho utilizzata con soddisfazione per parecchi anni.

Se arriverete ad imparare ad utilizzare una Flevo, ne sarete affascinati ... confesso che a me manca il mio “tappeto volante” ... anche se la bicicletta che lo ha sostituito mi sta regalando moltissime soddisfazioni.

Di seguito alcuni link utili a chi vuole saperne di più sulle Flevo o in generale sulle “center-steering recumbent”:
- The Official Flevo Fan-club: tutto quello che volevate sapere sulle Flevo e non avete ai osato chiedere
- Python: rivisitazione recente del concetto “center-steering”, basato sull’effetto stabilizzante derivante dal peso del ciclista
- Mini-Python e derivate (Monty, [1], [2], [3]): interessanti realizzazioni con ruote piccole ed assetto ribassato

E se vi innamorerete di queste geometrie, fatemelo sapere ... è sempre curioso confrontarsi e essere al corrente di non essere “soli”!
view post Posted: 14/12/2008, 16:45     Raptobike Low-Racer - Segnalazioni
Un'altra low-racer; questa volta a trazione anteriore.

La sintesi di questa recensione è: OK con un prezzo abbordabile ... almeno per la versione "base".
Insomma una buona base di partenza, ma senza pretendere componentistica ricercata.

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Fatevi però una vostra opinione leggendo la recensione qui e visitando il sito della Raptobike.

Edited by Rahab - 11/2/2014, 12:49
view post Posted: 13/12/2008, 21:33     M5 Carbon High Racer - Segnalazioni
photo_m5-ligfietsen-and-handbikes-carbon-high-racer_2020

Luigi presenta nel forum Recumbent Race Bicycle la recensione della sua amata M5 Carbon High Racer.
Links inattivi

La foto mostra il "mostro" (scusate il gioco di parole :D ) con un codino aerodinamico autocostruito:

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Link inattivo

Una bent analoga è quella che recentemente (29/10/2008) ha battuto il record dell'ora in pista (50,3926 km/h di media per un'ora).
Per saperne di più fate un salto nel sito del costruttore M5 Recumbents e/o date un'occhiata a questo video su YouTube .

Edited by Rahab - 11/2/2014, 12:46
view post Posted: 13/12/2008, 19:55     Cruzbike (dal sito "Piedi al Cielo") - Segnalazioni
Il mio omonimo Enrico (Bonfatti), ha nel suo sito Piedi al Cielo alcune interessanti recensioni che mi permetto di linkare attraverso questo messaggio.

Questa volta si tratta della Cruzbike, una reclinata a trazione anteriore "diretta" (cioè con la catena che, senza alcun rinvio e/o pulegge di rinvio, va direttamente dalla corona al pignone).

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Potete trovare la recensione qui .

Il sito diretto alla casa costruttrice è invece questo . Qui troverete anche i dettagli di un kit di conversione che promette / permette di trasformare la vostra MTB in una reclinata.

Per saperne di più da uno di noi che ne ha un'esperienza diretta sia come autocostruttore che come possesore di una Cruz originale, potete prendere contatti diretti con "luc22_it" (contatto nella sezione "membri").

Edited by Rahab - 11/2/2014, 12:36
view post Posted: 13/12/2008, 16:18     Challenge Seiran SL (dal sito "Piedi al cielo") - Segnalazioni
Il mio omonimo Enrico (Bonfatti), ha nel suo sito Piedi al Cielo alcune interessanti recensioni che mi permetto di linkare attraverso questo messaggio.

In questo caso si tratta di una bella recumbent della Challenge: la Seiran SL, un modello con vocazione sportiva.

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Di questa reclinata Enrico ci anticipa l'uscita nel 2009 di un modello con sospensione posteriore:

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... insomma, che aspettate ad andare a leggere tutta la sua recensione qui ?!?

Edited by Rahab - 11/2/2014, 12:29
view post Posted: 10/12/2008, 23:07     Mens sana in corpore sano - Benvenuto & Mappa
Ciao a tutti!

Sono Enrico Mauletti, vivo a Torino e dal 2003 sono stato contagiato dalla RECUMBENT BIKE FEVER.

La prima recumbent la vidi in Olanda ne 1991 durante una vacanza estiva.

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Seppur quella visione durò solo qualche secondo (e fui capace di fare una foto "al volo"), alcune cose mi rimasero scolpite nel cervello:
- il ciclista mi sembrava pedalare comodamente: niente pressione nella nostra parte meno nobile, la testa eretta in una posizione naturale, le braccia distese senza dover sostenere buona parte del peso del corpo
- la velocità era di tutto rilievo, nonostante la bicicletta fosse veramente carica
- era senza dubbio una bicicletta, ma dannazione il concetto "2 ruote + pedali + sterzo + un posto dove sedersi" era stato rovesciato come un calzino intelligentemente

All'epoca non conoscevo Internet e avevo altre cose per la testa.

Per mia natura sento il "bisogno fisico" di occupare la mente su qualcosa che abbia la capacità di farmi "staccare la cinghia", cioè isolarmi per un po' di tempo dalla solita routine ... soprattutto quando non particolarmente esaltante. E poi amo "fare", forse perchè la mia attività professionale non sempre permette di avere una sensazione diretta del "fatto" ... e allora toccare con mano il risultato del mio "fare" mi appaga.

Questa mia necessità / caratteristica iniziò a sfogarsi con l'aeromodellismo (volo vincolato circolare) che ho iniziato a praticare alla fine della scuola media e poi, dopo una prima pausa di qualche anno, in attesa della secondogenita. Poi per vari motivi, che evito di spiegare per non annoiare, nel 2003 presi la decisione di smettere con le competizioni aeromodellistiche, anzi di smettere del tutto.
Fu allora che rifiorò alla mente quella foto fatta in Olanda ben 12 anni prima. Internet era entrato nella mia vita e così fu facle iniziare a cercare informazioni di tutti i tipi sul mondo delle reclinate: RECUMBENT BIKE FEVER !!!

Il resto lo potete vedere curiosando nel mio sito.

Sono un autocostruttore per due motivi:
- quello "nobile": mi piace sognare, immaginare, progettare, realizzare le recumbent
- quello "meno nobile": ho le braccine corte e non mi sento disposto a spendere cifre esagerate solo "per gioco"

Non ho velleità agonistiche se non nei confronti di me stesso.
Mi pacciono le bent sportive, ma non esasperate e di conseguenza poco utilizzabili.
Dal 2005 sono iscritto al forum di Yahoo che ha avuto l'innegabile merito di catalizzare molti tra gli appassionati italiani di reclinate.
Dal 4 dicembre 2008 sono l'amministratore provvisorio di questo forum.

E così, non troppo distante dai 50 anni, sono tornato a pedalare (corpore sano) su qualcosa che mi libera la mente (mens sana).

Inoltre sono felicissimo del fatto che sono riuscito a contagiare anche mio figlio che , nonostante come tutti gli adolescenti sia bombardato da tantissime altre "cose", ama le recumbent e non disdegna di pedalare con me quando ce lo possiamo permettere.

Faccio pochi km/anno rispetto a molti altri appassionati, ma il conto è semplice:
- 20 uscite anno (perchè +/- questi sono i finesettimana con meteo decente e/o in cui posso ritagliarmi del tempo libero)
- 50 km ad uscita (perchè vuol dire tra prepararsi, pedalare, ricomporsi, ... circa 3 h)
- risultato: 1000 km/anno ... quando va bene
Ma l'importante è farlo, accidenti.

Le mie bent, anzi, le bent della mia famiglia:
- Flevoracer: non è una bent facile, ma se riuscite a domarla, allora vuol dire che siete veramente appassionati; ora smantellata
- Kid Recumbent: da una Graziella trovata nel bidone della spazzatura ad una medium racer per ragazzi; ora in garage a prendere polvere
- LOSNA alfa: la prima 100% made in maulettilandia; ora la bent di mio figlio Francesco
- LOSNA beta LT: la 2^ bent del "marchio di famiglia" LOSNA; ora la mia bent

La migliore: la prossima, ovviamente!
STAY TUNED
view post Posted: 9/12/2008, 23:06     Bent-cyclette - Autocostruzione
Vi ricordate che avevo postato sul sito di Yahoo la mia realizzazione di bent-cyclette? ... per rinfrescarvi allego foto:

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Ebbene sul forum francese dedicato ai "velò couchè" qualcuno ha avuto un'idea analoga (pensieri paralleli?) utilizzando un oggetto commerciale che della tradizionale cyclette mantiene solo la parte dei pedali.
Per chi legge il francese (io no ...), ecco il link all'argomento "vélo couché d'appartement basique": basta fare click qui. Scrollando in giù, c'è anche un'altra realizzazione più professionale.
view post Posted: 9/12/2008, 22:49     Cinghie dentate - trasmissione - Soluzioni tecniche
Ogni tanto si parla della possibilità di utilizzare cinghie dentate al posto della tradizionale catena.

Fino ad ora ci sono state diverse realizzazioni quà e là, ma è interessante notare come recentemente una "primaria ditta" produttrice di cinghie dentate di ottimo livello si sia lanciata sull'applicazione ciclismo.
Si tratta della Gates, società ben nota nel settore industriale classico (le conosco bene, visto che qualche applicazione nella robotica industriale l'ho vista ... ebbene si, per campare mi occupo di robotica indistriale ...)

Date un'occhiata qui: http://www.carbondrivesystems.com/index.php ... un sito dedicato alla sola applicazione per le biciclette!

In generale le cinghie dentate dell'ultime generazioni sono OK anche per il ciclismo.
PRO:
- scarsissima manutenzione
- non sporcano (no grasso)
- silenziose
- poco elastiche
CONTRO:
- non si possono giuntare (nel sito viene mostrato un esempio di come il telaio di una bici tradizionale deve essere modificato per permettere il montaggio della cinghia)
- le pulegge sono abbastanza massicce e pesanti
- l'allinemaneto deve essere un po' più preciso che con la catena
- se serve un cambio, deve essere nel mozzo ruota
- la tensione della cinghia è un fattore importante per una corretta ed efficiente trasmissione (i tendicinghia a galoppino sono pesanti ed inutilizzabili --> bisogna avere un sistema di tensionamento sul carro posteriore); le forze di tensionamento potrebbero non essere trascurabili nel sollecitare il telaio

Certo per le nostre bent non è così facile:
- le trazioni posteriori richiederebbero delle cinghie molto lunghe, difficili da tensionare correttamente
- le trazioni anteriori richiederebbero un rinvio e la possibilità di torcere (anche se ho visto aplicazioni con cinghie che si "avvolgevano" di 90°)
- sarebbero OK sulle cosiddette "trazioni dirette" (Flevo, Speculoos, ...)


Insomma: luci ed ombre.
Vedremo cosa ci riserverà il futuro della trasmissione.
view post Posted: 8/12/2008, 21:00     Baron - Slyway - Challenge Seiran 24": 3 recensioni - Segnalazioni
p1030112

Inizio a rimpolpare il sotto-forum con 3 recensioni prese in prestito:

- dal forum di Luilom:
* Optima Baron - low-racer
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* Slyway - high-racer
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- da BentRiderOnLine
* la Challenge Seiran con ruote da 24" - middle-racer
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Penso che non sia scandaloso andare a prendere in prestito recensioni da altri siti (segnalandone la fonte) ... tutto sommato è un modo per avere la possibilità di documentarsi attraverso l'esperienza personale di qualcun altro. Ovviamente non mi posso assumere responsabilità di quanto scritto nei link sopra segnalati.

Edited by Rahab - 11/2/2014, 12:17
view post Posted: 8/12/2008, 18:28     COMMUTING -ÜberKategorie- - Commuting
Massimmiello image

eccoti accontetato (non vorrei però viziarti troppo): un intero capitolo dedicato al "commuting" (come si traduce in italiano?!?).

Ho colto il tuo suggerimento perchè mi sembrava effettivamente una lacuna ... certo non introdurrò un argomento ad ogni richiesta.

A proposito di commuting, tempo fa avevo letto qualcosa a riguardo del tema sollevato dal mio omonimo: come "ricomporsi" una volta arrivati al lavoro ... spero di ritrovarlo ... credo fosse sul "congelato" "The recumbent blog".
3657 replies since 29/11/2008