Bellissime foto.. grazie a voi.. dalle descrizioni sembra la sigla wacky races il cartone animato della corsa pazza con Penelope bishop 🤣🤣 e Mathley 🤣🤣
La nostra guida Gregg e la sua bella AZUB Ibex con ruote da 24 pollici!
Segue Stango, sul suo trike autocostruito con telaio in alluminio aeronautico.
Marco Bent
Daniela e la sua filante reclinata
John Bent
Vento ed intemperie non spaventano il carenato Giovanni! Due parole sul suo mezzo: il più fotografato nelle piazze, il più veloce nelle discese, il più desiderato durante l'acquazzone di mezzogiorno.
Roberto bb
Il vispo Marietto che a fine giornata aveva ancora energie da spendere nel piazzale, prodigandosi in accelerazioni e staccate da ruota posteriore alzata! Meglio di Kevin Schwanz!!!
cstan alla testa delle retroguardie...
Khilaya...
... alla quale regaliamo una seconda inquadratura, come premio per l'organizzazione dell'incontro.
Chiude il gruppo Fulviob alla guida di un mega tandem!
Reclinati nella piazza di Este
CIAO!!! Alla prossima!!!
P.S. Purtroppo non sono riuscito a fotografare tutti. Spero almeno di aver indovinato i nomi di quelli citati.
Sulla M5 ho la 50/34 davanti e l’11/36 a 10 velocità dietro e sui percorsi collinari delle mie parti con salite al 10-12 % mi trovo benone. Pure i muri di controcrinale al 18-20 % non sono problematici, se non troppo lunghi.😅
Meglio avere il rapportino che ti consenta di scollinare senza morire anche se poi nella fase di andata e ritorno in pianura mi puó succedere di non trovare il rapporto ideale perchè uno mi sembra un po’ troppo lungo e quello sopra un po’ troppo corto.
dopo mesi di inattività pedalatoria pseudoforzata... mi sto finalmente rimettendo piano piano in carreggiata! Belle le rare uscite di quest'anno su asfalto ma... il fuoristrada mi mancava troppo! La necessità di riprendere confidenza con il mezzo (in vista di una prossima uscita sulle Dolomiti) e la voglia di testare quanto la nuova gomma posteriore "Continental TRAIL KING" da 2,4" mi avrebbe aiutato in salita rispetto alla precedente WTB Ranger da 3", molto confortevole e scorrevole ma decisamente meno tassellata, mi hanno spinto a tornare sul vicino ed a me familiare anello di Monte Mauro, luogo per me ideale per mettere alla frusta la nuova copertura e scoprirne i limiti. Fino ad ora avevo sempre fatto quel giro in senso orario perchè così facendo. i tratti con le pendenze più ostiche, si affrontano tutti in discesa.
Era giunta l'ora di dare una risposta ad una domanda che recentemente è diventata un simpatico tormentone...
Come andrà un mezzo reclinato in salita?
Per chi ha voglia di ammirare i panorami dei calanchi e dei gessi romagnoli e di faticare e sbuffare con me, inerpicandosi in trike fino in cima a Monte Mauro... consiglio la visione del seguente video...
Benissimo Pieretto22, mi fa piacere leggere da te che ti stai trovando bene. Effettivamente in reclinata, il panorama te lo godi tutto e riesci a cogliere anche su strade note, certi particolari che passando su una bici tradizionale, ti erano sfuggiti. Almeno a me capita così.
Innanzitutto, come state? Spero tutti bene, nonostante questo momentaccio...
Da più di due mesi non inforco una reclinata... In compenso ho potuto dare pieno sfogo all'altra mia passione... la musica!
E cosa c'entra direte Voi la musica con le reclinate? C'entra, c'entra eccome. La musica ha un forte potere di aggregazione. Ma come poterlo esplicare in questo periodo nel quale tutti siamo stati rinchiusi agli "arresti domiciliari"?
A metà Marzo, mi sono messo a cercare qualcosa che mi permettesse in qualche modo di poter suonare con i miei amici coi quali non avrei potuto più incontrarmi fisicamente chissà per quanto tempo... Mi serviva qualcosa di facile, intuitivo, gratuito e che funzionasse decentemente attraverso un cellulare. Una attrezzatura adeguata per "home recording" la posseggono e sanno usare solo appassionati ma uno smartphone, oramai ce l'hanno tutti. I risultati delle mie ricerche mi hanno pertanto portato a scoprire una applicazione gratuita, disponibile per iPhone, Android e PC che si chiama "BandLab", la quale trasforma il proprio cellulare in una sorta di studio per registrazioni "casalinghe". Le recensioni parlavano più che bene di tale applicazione e così l'ho installata e dopo averci fatto un po' di pratica, i risultati sono andati oltre le mie più rosee aspettative.
Mi ha infatti permesso di continuare a suonare con il mio trio Jazz Manouche e con un altro gruppo di ragazzi che suonano brani di genere folk/blues. Una volta registratomi all'interno della applicazione "BandLab", ho creato due "Band", una per il Jazz Manouche ed una per il Folk/Blues ed ho invitato all'interno di ogni band i corrispettivi componenti, i quali avevano nel frattempo installato anch'essi l'applicazione sul loro smartphone. Fatto questo, per ogni brano che si vuole registrare, si apre un progetto all'interno della "Band", nel quale sono disponibili ben 16 tracce registrabili che vengono salvate e sincronizzate sul "Cloud".
Ma che diamine c'entra chiederete Voi, tutto questo con le reclinate?
Ora ci arrivo...
Ho pensato a Voi, appassionati di Bici Reclinate, che ho avuto il piacere di conoscere durante i nostri raduni.
Ho scoperto che molti di Voi, sono appassionati di musica come lo sono io. Tanti di Voi suonano uno strumento. Evito ora di citarvi, in quanto stilerei un elenco lungo quasi come questo mio cappello introduttivo... Lascio invece a Voi, il piacere di presentarvi e proporvi, musicalmente parlando, all'interno di questa discussione.
Che l'amore per la musica, specialmente quella suonata dal vivo, sia una sorta di propedeuticità psicoattitudinale all'andare in reclinata?
Così ho pensato: perchè non provare con una Band di Reclinati?
Una "RecumBand"?
Sarebbe bello ai nostri prossimi raduni, dopo avere pedalato un'intera giornata, passare la sera a cantare e suonare qualche nostra canzone...
Ho proposto a Gianni Brianese, "Ass5" (basso e tuba) ed al nostro Amministratore "LoScozzese" (cantante e polistrumentista) di seguirmi in questa mia idea un po' strampalata ed entrambi hanno accettato di buon grado nel tentare questo esperimento.
Dopo un primo periodo di prova, ecco che le prime simpatiche reclicanzoncine iniziano ad uscire...
E' quindi con grande piacere che vorrei condividere quanto prodotto fino ad ora!
Io Reclibondo...
Nessuno mi può sverniciare!
Noi No!
I pezzi sono caricati sul canale YouTube del nostro Forum e sono accessibili anche tramite una playlist.
Ciao Pieretto 22, benvenuto nel Forum. Sul fatto di garantire ore ed ore di pedalate in pieno relax, penso sia il campo nel quale le bici reclinate forniscono il meglio di sè.
Riguardo a negozi dove poterle provare/noleggiare, temo che nel centro Italia l’offerta sia prossima allo zero. Come già ti ha consigliato Sarvitt, parti guardando nella mappa dei reclinati.
Un’altra occasione per vedere dal vero varie tipologie di bici, una volta che saremo fuori da questo periodo di blocco, è quella di partecipare ai nostri incontri.
Accipicchia che rabbia... Niente raduno durante lo scorso fine settimana... Per finire, avremmo pure avuto due splendide giornate di sole! Un saluto ed un abbraccio a tutti! A presto.
Vorrei ringraziare Stango e Gpl che mi hanno allegramente accompagnato nella ricognizione del giro previsto per Sabato 28 Marzo. E’ stata una giornata stupenda, istruttiva ed avventurosa! Stupenda perchè, dopo una iniziale nebbiolina che ci ha accompagnato fino a Ravenna, siamo poi stati baciati dal Sole il quale ha dato il meglio di sè nel pomeriggio, colorando le valli di mille riflessi dorati. In chiusura, le prime stelle della sera ci hanno fatto da guida... Istruttiva, soprattutto riguardo alla logistica della programmazione delle soste e della loro tempistica, per far scivolare in scioltezza i novanta e passa chilometri di questo itinerario. Avventurosa: Gianpaolo ed il suo trike sono stati protagonisti, per fortuna incolumi entrambi, di un discreto volo dalla cima dell’argine del fiume Reno. Un ringraziamento speciale ed un saluto all’angelo custode reclinato che anche questa volta ci ha seguito e protetto. Grazie, Delo!
anche ieri, come promesso, sono tornato a pedalare sull'anello di Ridracoli...
Durante la settimana avevo raccontato al mio amico e collega Emiliano del mio giro fatto recentemente alla Foresta della Lama, delle sequoie che non ero riuscito a trovare, delle cascate, dei colori dell'autunno tra le faggete... ... insomma, a farla breve Sabato scorso siamo usciti insieme, tornando nuovamente sull'anello... pardon, "Il Grandioso Anello di Ridracoli"...
... darei pertanto al proseguimento di questa avventura il titolo: "Emiliano e RecRobi alla ricerca della sequoia perduta..."
Sono d'accordo con Emiliano che passerà col suo furgone a prendermi da casa alle sette del Sabato mattina. Già alle 5:00 mi trovo in piedi. Durante i giorni precedenti avevo fatto ricerche in Internet per capire che aspetto avesse questa benedetta sequoia della Lama. Purtroppo non ero riuscito a trovare molte indicazioni su dove cercarla... Alle 5 e tre quarti, un colpo di fortuna mi fa trovare finalmente una mappa della Lama dove al n°21 è segnalata la mia sequoia!
Salvo l'immagine della mappa nel telefonino, così potrò consultarla una volta di nuovo sul posto.
Alle 7:00 Emiliano arriva puntuale alla piazzetta di Traversara, carichiamo il mio trike e siamo pronti a partire verso questa nuova avventura, direzione: Forlì, Santa Sofia, Biserno. Dopo pochi minuti di viaggio un bel sole fà capolino all'orizzonte.
Alle 8:30 siamo giunti a Biserno ed in pochi minuti siamo pronti per partire.
Per l'occasione Emiliano ha noleggiato una bella MTB biammortizzata ed elettrificata con lo stesso motore Shimano step del mio trike. Peccato che non abbiamo la stessa corporatura, (Emiliano ha il fisico da fantino) altrimenti avremmo potuto di tanto in tanto scambiarci i mezzi.
L'itinerario è il medesimo dell'uscita precedente, però in compagnia, i 600 mt. di dislivello della salita che porta in cima, passano prima.
Nonostante il meteo non sembri voglia collaborare, il panorama dalla cima del passo del Vinco è sempre appagante.
Proseguiamo verso Casanova dell'Alpe, poi scendiamo nella Foresta della Lama.
Viste le piogge dei giorni precedenti, mi aspettavo di trovare più cascatelle... questa volta però i colori del bosco sono davvero da SOOGNO!
Un vero spettacolo della Natura!
Video consigliato a chi ha la Smart TV da 200 pollici...
Continuiamo a scendere nel bosco, rapiti dai suoi colori!
Pochi chilometri dopo la fonte solforosa, arriviamo alla Casa Forestale della Lama. Purtroppo inizia a piovigginare ed a soffiare un vento gelido, pertanto ci ripariamo sotto il portico dove consumare i nostri panini e stare un po' al riparo.
Finito il nostro spuntino è venuto il momento di andare alla ricerca della Sequoia! Questa volta, orientandoci con l'aiuto della mappa che avevo salvato sul mio cellulare, dopo aver attraversato la torbiera ed aver raggiunto un punto seminascosto della piccola valle della Lama, troviamo finalmente il nostro albero che, visto da lontano, non sembra neanche tanto grande, poi invece...
Dice un proverbio romagnolo...
"Da luntan, nèc la cagna la pér un can"
Salutiamo la sequioia e ci rimettiamo a pedalare lasciandoci alle spalle la Lama.
Saliamo costeggiando la riserva integrale di Sasso Fratino: anche qui i colori del bosco sono davvero spettacolari.
Continua a piovigginare e non smetterà fino a quando non saremo arrivati in cima a Poggio della Seghettina.
Qui, rispetto alla foto scattata quindici giorni prima,
la portata d'acqua di questa cascata si è ridotta notevolmente.
I colori dell'Autunno non hanno però nulla a che vedere con quelli di due settimane fa.
Usciamo dal bosco e superiamo i verdi prati di San Paolo in Alpe. Arrivati in cima ad una salita bella tosta al 18%, ci fermiamo un attimo per scattare una foto a quel paesaggio che sa più di Prealpi che di Appennino.
Superato Poggio dei Preti, la mulattiera picchia vertiginosamente verso Berleta da dove mancano ancora pochi chilometri per concludere il nostro giro. Sullo sfondo si vede la Diga di Ridracoli ed il lago retrostante al quale oramai mancano pochi metri per dare luogo allo spettacolare fenomeno della tracimazione.
Percorsa l'ultima vertiginosa discesa chiudiamo l'anello tornando a Biserno.
Anche questa volta l'uscita in reclinata è stata stupenda ed il fatto di poter vivere quei momenti assieme ad un amico, ha reso l’esperienza ancor più esaltante!
Ciao Ragazzi, voglio parlarvi della mia ultima uscita off road effettuata in solitaria un paio di Sabati fa sul Grandioso Anello di Ridracoli. Lo so, il nome del percorso è altisonante e forse anche un po' pretenzioso ma questo è quanto riportato sui cartelli. Si tratta di un anello di circa 45 km e 1500 metri di salite al 10% che compie il periplo in senso orario attorno all'invaso artificiale di Ridracoli.
Tutta la settimana e fino alla notte del Venerdì era piovuto copiosamente e pertanto, oltre ai colori autunnali dei boschi di faggio, mi aspettavo di trovare anche parecchio fango. Quale occasione migliore per testare la tenuta delle nuove scarpe termiche che mi ero regalato in occasione del mio compleanno?
Partito da casa in auto alle 7:00 di mattina arrivo al paesino di Biserno per le 8:30, scarico il trike e per le 9:00 sono pronto ad iniziare la mia avventura. Biserno è un paesino di tre case, un ristorante famoso nella zona per i piatti ai funghi ed una bella chiesina.
Da Biserno si percorre una bella discesa di una manciata di km (gli unici su asfalto) fino a giungere a Ridracoli.
Il bel ponte di Ridracoli, a schiena d'asino sul fiume Bidente.
In alto svetta la sagoma della chiesa di San Martino.
Ora si svolta a sinistra lasciando la strada che porterebbe alla diga per imboccare invece una viuzza che sale inesorabile al 10%. Oltrepassata la chiesa di San Martino, prima fotografata dal basso la strada diventa sterrata e continua a salire senza mollare mai con pendenze tra il 9 e il 12%. Finalmente dopo un bel po' di chilometri arrivo in cima al Passo del Vinco dove il panorama ripaga lo sforzo fino ad allora profuso...
... poi il percorso prosegue in una serie di saliscendi sul crinale fino a giungere al piccolo abitato di Casanova dell'Alpe.
Successivamente la sterrata inizia a scendere dolcemente fino a giungere ai cancelli della Foresta della Lama. Entrato nel bosco, più che i suoi colori, che con mia sorpresa trovo ancora piuttosto verdi, attirano la mia attenzione gli innumerevoli rivoli e cascatelle che con mille zampilli e gorgoglii scendono allegramente dai fianchi delle montagne.
Che spettacolo! Sono proprio contento di essere partito comunque anche se il meteo sembrava essere incerto. Chissà quando sarà possibile ammirare ancora tutte queste cascate!
Man mano che continuo dolcemente a scendere di quota i colori del bosco passano dal giallo al verde sempre più intenso. Più avanti il percorso si immette sulla ciclopista forestale che parte da Cancellino, sul passo dei Mandrioli. (Per intenderci sto parlando di QUESTA, uscita svolta un anno fa, circa in questo periodo, assieme alla piacevole compagnia di 045 Seduto).
Dopo qualche altro chilometro percorso placidamente scendendo tra i faggi multicolori, abbandono per un attimo il trike...
per salire a piedi, nonostante il fango nel sottobosco, fino alla fonte SOLFOROSA.
Per coloro ai quali piacciono i sapori forti... , l'acqua è potabilissima.
Ancora qualche chilometro in discesa e si giunge ad un bivio... e qui mi soffermo un attimo a causa del seguente dubbio: scendere a destra per l'invitante sentiero mai percorso prima che dovrebbe arrivare fino alla parte alta del lago oppure proseguire per la strada conosciuta? Nel frattempo mi raggiungono due ciclisti in Mountain Bike, gli unici due esseri umani incontrati in 40 km di bosco! Siccome sono del posto, chiedo consiglio anche a loro e decido alla fine, solo, con tutto quel fango e con il cellulare che prende zero, di non andarmi a cercare dei guai inutili e di rinviare quella esplorazione a giorni migliori e possibilmente in compagnia di un altro reclinato avventuroso. Magia Midaaa... se ci sei batti un colpo! Proseguo pertanto per la Lama, una valle cieca in mezzo ai monti, con un ampio prato dove un mio amico mi ha detto che vi sono alcune sequoie...
Bah... dove saranno?
Che siano queste?
Certo che come sequoie...
... appaiono un po' bonsai!
Continuo per un bel po' a gironzolare per i prati della la piccola valle della Lama, alla ricerca della Sequoia misteriosa... senza riuscire a trovarla.
Nel compenso, a furia di gironzolare avanti ed indietro, finisco dentro a un bell'aquitrino...
Nei giorni successivi, cercando in internet scoprirò che la parola "Lama" in latino significa proprio acquitrino e che quella famigerata sequoia, c'è per davvero anche se non è segnata dalle indicazioni. Si tratta di un albero gigantesco la cui sommità è stata mozzata da un fulmine... insomma, una buona scusa per tornare prossimamente da quelle parti... Magia Midaa...
Visto che oramai si è fatto un certo orario... le due del pomeriggio e che alle cinque farà buio, decido di abbandonare le mie ricerche in ambito botanico e di proseguire imboccando la forestale che dalla Lama sale costeggiando i confini della Riserva integrale di Sasso Fratino.
La fatica della salita per la carraia fangosa, oltre ad essere mitigata dal motorello...
... è allietata da altre cascate,
e cascatelle...
l'una più bella...
e gogogliante dell'altra.
Il bosco della riserva integrale fa mostra di sè in tutta la sua selvaggia bellezza!
Più avanti mi imbatto in questi due cartelli.
In quello rosso è scritto che è assolutamente vietato l'accesso alla riserva ed è vietata al suo interno qualsiasi attività antropica. A catturare la mia attenzione è invece una bella massima, scritta nel cartello di legno: "ALIQUID AMPLIUS INVENIES IN SILVIS QUAM IN LIBRIS. LIGNA ET LAPIDES DOCEBUNT TE QUOD A MAGISTRIS AUDIRI NON POSSIS" che tradotta a braccio suona più o meno così: Troverai molte più cose nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno quello che non potrai mai ascoltare dai maestri. (Chiedo venia alla prof. di latino per gli eventuali strafalcioni).
Letto questo, procedo nella mia salita ancor più carico di prima!
Riguadagnando quota,
i colori tornano a virare dal verde al giallo
che via via salendo diventa più acceso tra gli alberi.
Finalmente arrivo nuovamente in cima a "Poggio della Seghettina".
Faccio una breve pausa per mangiare una barretta e sostituire la prima batteria che è oramai giunta alla frutta!
Ora ricomincia la discesa in mezzo al bosco e stavolta devo prestare molta attenzione e moderare la velocità perchè sulla carraia, a causa delle abbondanti piogge dei giorni precedenti, sono caduti parecchi massi, alcuni di dimensioni ragguardevoli. Mi viene da pensare che se fossi passato da lì mentre si staccavano i più grossi, avrei fatto la fine di Willy il Coyote!
Da lì a poco un'altra cascata si presenta ai miei occhi e stavolta, mi scappa di bocca un sonoro: UAU!
La srada forestale prosegue nella sua discesa costeggiando sempre la riserva che rimane alla mia sinistra fino ad arrivare al ponte di "Pian della Sega", così chiamato perchè anticamente in questo luogo era presente una sega idraulica.
Qui un ponte di legno mi consente di attraversare il torrente Bidente.
Questo fiumiciattolo, scorrendo verso valle...
... andrà ad alimentare,
l'invaso della diga di Ridracoli che inizio ad intravedere, dopo alcuni chilometri di risalita dal bosco.
La salita non accenna ancora a finire nonostante io mi trovi oramai a più di mille metri sopra il livello del mare!
Questo è il punto dal quale il lago di Ridracoli si vede meglio, là in fondo, in lontananza. Per farlo tracimare, serviranno ancora un bel po' di piogge.
Intanto si sono fatte le quattro passate e non posso più attardarmi più di tanto a fare foto, a meno di non voler correre il rischio di arrivare al punto di partenza con lo sfavore delle tenebre! Pertanto innesto il "TURBO" e mi divoro la restante salita in poco tempo.
Ci sarebbero stati lungo il restante percorso un bel crinale dal quale la vista spazia contemporaneamente su due vallate, i prati di San Paolo in Alpe con le mucche al pascolo, due branchi di Daini... la scarsa luce oramai a disposizione mi ha scoraggiato dall'indugiare ulteriormente a scattare altre foto...
Accidenti a chi ha deciso di cambiare l'orario!
Oltre a questo punto inizia una adrenalinica e scassatissima pietrosa discesa al 18% che in pochi minuti mi riporterà in tempo utile, nuovamente davanti alla chiesina di Biserno dove avevo parcheggiato la mia auto.
Che dire di più?
Mi sono divertito così tanto che il prossimo Sabato tornerò nuovamente alla ricerca della Sequoia della Lama...
Saluti recRobi
P.S. Le nuove scarpe termiche Fi.zik Artika hanno superato alla grande la prova fango, melma e pozzanghere varie! Piedi asciutti e caldi che è una meraviglia!
visto che lo scorso settimana non consentiva di uscire, a patto di essere disposti a pagare il prezzo di una bella lavata... ho pensato di utilizzare il tempo a disposizione per riordinare un po' le foto ed i video più recenti che non ero ancora riuscito a guardare...
Fra tutti i documenti rivisti, i due seguenti filmati sono quelli che più mi sono piaciuti. Rivedendoli, mi è tornata in mente quella stupenda giornata di sole di non più tardi di due settimane fa e sono ricomparse davanti ai miei occhi le argillose catene di calanchi...
così piccole... e che mi appaiono nonostante tutto così infinitamente maestose!
Sarà che pedalando reclinati il punto di vista si abbassa e da lì tutto sembra più grande... Sarà che oramai sono talmente innamorato della natura aspra ed arcigna di questo territorio, tanto da perdere l'obiettività nei miei giudizi. Un po' mi torna in mente il testo della canzone "When a man loves a woman"... Che c'entra la canzone con le reclinate ed il Parco dei Gessi? C'entra, c'entra eccome! La canzone dice: "If she is bad, he can't see it"! (Ironia della sorte... ho appena scoperto che in Inglese i calanchi sono le "bad lands" )
Insomma è la perdita di obiettività di chi è innamorato l'aspetto della psiche al quale io mi stavo riferendo...
Sicuramente questo luogo non sarà il più bello del mondo, nè un trike reclinato sarà il miglior mezzo per fare dello sterrato abbastanza impegnativello...
Ma quando un uomo è innamorato... non vede oltre a quello che ama!
Ma ora bando alle ciance!
Ecco i due filmati di cui vi parlavo ripresi mentre stavo scendendo tra i calanchi che cingono il versante nord est di Monte Mauro.
Lo spettacolare sentiero delle Vedove... che per sicurezza ero andato a controllare a piedi in ricognizione preventiva. Viste le perfette condizioni di fondo asciutto e duro come il cemento, sarei stato uno stupido a non tornarci in trike il giorno seguente!
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che a fine giornata aveva ancora energie da spendere nel piazzale, prodigandosi in accelerazioni e staccate da ruota posteriore alzata!
, l'acqua è potabilissima. 
