Drycycle e mobilità sostenibile

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view post Posted on 17/5/2021, 08:02     +1   -1
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Credo che il ragionamento dietro a questa proposta sia: non va considerata come una bicicletta coperta, va considerata come una seconda auto, sulla quale si fa un investimento iniziale grosso ma, rispetto alle auto convenzionali, tra assicurazione + bollo + costi manutenzione + consumi, nel giro di pochi anni si risparmia una cifra inaspettata. In questi termini ha più senso, ma sono il primo a dire che questo ragionamento non funzionerà, per due motivi: il primo è che comunque la cifra richiesta è sproporzionata anche secondo questo stesso ragionamento, perché è indispensabile che la spesa non superi il costo di una utilitaria (infatti la maggior parte dei concorrenti del Drycycle sta tra i 6000 e i 10000 €); il secondo motivo è che >ragionare< è un'attività da cui i governi cercano di dissuadere i propri cittadini da anni, per cui temo che l'opinione comune dell'utente della strada sia che il prezzo deve avere una proporzionalità diretta con le velocità raggiungibili e con i gingilli di lusso presenti sul veicolo, senzs nemmeno chiedersi quanto siano costate la progettazione e la realizzazione. Con queste premesse, solo il preconfezionato distribuito dalla multinazionale di base cinese ha possibilità di diffusione. Tra l'altro, da parte degli stessi avventurieri che si impegnano a progettare e portare a livello di prototipo o pre-produzione questo genere di veicoli, manca il concetto basilare che è indispensabile mantenere un livello assolutamente spartano nell'aspetto del veicolo, proprio perché è da interpretarsi come bici coperta, non come automobile a pedali... Gli interni e il "feeling" da automobile sono solo spreco di peso e di denaro, a questo livello.
 
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view post Posted on 17/5/2021, 08:38     +1   -1

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CITAZIONE (recumbent @ 16/5/2021, 21:47) 
.....
- mi permetto di riflettere sull'ultimo messaggio di bitzo:
1) Ford ottenne il risultato, scommettendo sulla produzione di massa, ottenibile solo con una drastica riduzione di costo e con la riduzione al minimo delle variabili
2) quindi ipotizzare che la soluzione per questo tipo di mobilità alternativa sia "spostare l'attenzione dal "cosa costruire" a "come produrre"" perché "... la produzione di massa è da escludere a priori ...", non solo è l'opposto di cosa fece Ford, ma - scusa - anche un "non senso"; per carità, il "design for manufacturing" è sempre un approccio valido per contenere i costi, ma attenzione a non teorizzarlo troppo, se non ci sono dei volumi minimi
...

Non dico che la soluzione di Ford sia vincente in questo caso, quanto più l'orientamento all'approccio del problema. Serializzare quanto più possibile la costruzione, qualche esempio concreto...
- la carrozzeria/copertura si potrebbe produrre per intero o a pannelli con la formatura a caldo sottovuoto, è un metodo estremamente veloce ed economico.
- ridurre il telaio a una serie di pannelli in modo che sia ottenibile con macchine utensili al cnc a 3 assi da un foglio/lamiera, quindi l'operazione umana è solo l'assemblaggio con incastri/rivetti/bulloni/colle insomma stile lotus elise

Certamente non è semplice ed in effetti i costo degli utensili necessari non sono propriamente nell'ordine di grandezza di flessibile/saldatrice/trapano ma non siamo nemmeno a livello di macchine utensili DMG Mori/Renishaw.

Ribadisco che a mio parere per diffondere mezzi del genere è necessario cambiare il paradigma per il quale questi mezzi sono sostanzialmente una moltitudine di costosi esemplari unici.
 
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view post Posted on 17/5/2021, 11:59     +1   -1
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Penso che, se si potesse andare "a colpo sicuro", la tecnica più redditizia in questo caso sarebbe fare il telaio come un semiguscio di materiale plastico (che quindi ammortizza per sua stessa natura e isola dalla sporcizia della strada), rinforzato dove serve con parti in metallo o in fibra, su cui serie sterzo e trasmissione vanno semplicemente incastonati. Per la metà superiore, come ha suggerito bitzo, un semiguscio realizzato in termoformatura, infine per il sedile (o i sedili) vedrei bene quelli tipicamente usati sulle passo-lungo. Ovviamente ho sottolineato che per seguire questo criterio bisognerebbe andare a colpo sicuro perché i soli stampi per i due gusci avrebbero un costo da capogiro, che si potrebbe recuperare solo con una vasta produzione: un piccolo errore nello stampo o nel progetto, e si resta solo con un mucchio di debiti.

Soluzione all'opposto, per ottenere un risultato simile ma con industrializzazione nulla e costo finale relativamente basso, è il traliccio di tubi per l'acqua in PVC:

5576d95b1c4fb7cce1f23d088b76ba7b--pedal-cars-pvc

Soluzione anch'essa robusta e già ammortizzata, da corredare con pannelli di coroplast, rivettati o addirittura con velcro, così si possono cambiare a costi ridicoli quando si deteriorano e addirittura ci si può cambiare il colore della carrozzeria per l'occasione.
 
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view post Posted on 17/5/2021, 12:55     +1   -1
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Qualcuno si ricorda il Sinclair? 1985 ... 36 anni fa

Per saperne di più: LINK

12'000 prodotti, 8'000 venduti! Niente male.
Era troppo "avanti"?

Alcuni video dell'epoca ed uno recente:







Il veicolo era decisamente ingegnerizzato (sfido chiunque a fare molto di meglio), avendo però un grosso limite nell'impossibilità di regolazione della distanza seduta-pedali.
Era in effetti un veicolo elettrico assistito dalla pedalata (il contrario dei veicoli a pedalata assistita).

Sembrano tanti pezzi, ma alla fine non è così. Anzi, con le attuali motorizzazioni elettriche sarebbe probabilmente possibile avere meno parti e gruppi.

jpg

Qui ho trovato il manuale utente: LINK

Queste foto mostrano la semplicità costruttiva del veicolo; l'assistenza tecnica era in partnership con la Hoover (quella delle aspirapolveri) ... nulla lasciato al caso!

800px-Sinclair_C5_chassis

1280px-Sinclair_C5_sectioned

Nota: il "magico Tiberio" qualche anno fa ne aveva uno in garage; visto dal vivo è proprio un bell'oggetto, anche se da qui ad andarci per strada ...

Carenatura futuristica a parte, trovo molte comunanze con questo trike della Hase:



... ma poi guardando QUI, si ricade nel "peccato originale" dell'eccessivo costo: poco meno di 9'000€ :o:
... e si ricade sugli argomenti che ho evidenziato prima: bassi volumi, componentistica al prezzo dei ricambi, ecc., ecc., ...

Edited by recumbent - 17/5/2021, 16:28
 
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view post Posted on 17/5/2021, 13:08     +1   -1

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CITAZIONE (MINO_73 @ 17/5/2021, 12:59) 
..... Ovviamente ho sottolineato che per seguire questo criterio bisognerebbe andare a colpo sicuro perché i soli stampi per i due gusci avrebbero un costo da capogiro, ...

Dipende che plastica si vuole usare ma credo si possano usare degli stampi in legno o addirittura mdf. I fogli di plastica non devono avere spessori importanti devono solo "stare su da soli" una volta formati e resistere a modeste intemperie, quindi non devono raggiungere chissà che temperature per essere mordibidi... di conseguenza anche gli stampi possono essere di materiali relativamente modesti.

Edited by bitzo - 18/5/2021, 09:28
 
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view post Posted on 19/5/2021, 09:24     +1   -1
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CITAZIONE (recumbent @ 16/5/2021, 21:47) 
[...]
- possibili soluzioni (mio parere personale):
[...]
2) una bici pieghevole a pedalata assistita con attacchi per borse posteriori e/o anteriori è un'altra soluzione perfetta ... purché non sia una Brompton Eletric che costa da sola già più di 3000€; e se piove ci si attrezza o non si usa
[...]

Condivido questa soluzione proposta da "recumbent". Credo sia quella migliore.
Non c'è niente di veramente nuovo da inventare ed evita di aggiungere un sacco di problemi, a partire dal costo.
Comoda, soprattutto se reclinata. :P Agile. Sufficientemente sicura se usata con giudizio o in eventuali spazi appositamente predisposti. Assolutamente non impegnativa in termini di spazio occupato. Trasportabile. Ecc. ecc.
E chi ha mai detto che sia indispensabile usarla anche con cattivo tempo? Sarà pur sempre disponibile un'auto, non necessariamente a combustione interna, no?
E poi, avete mai pensato all'effetto del vento su eventuali mezzi carenati leggeri. Io non mi fiderei a girare, qui al mare in certe occasioni, su un attrezzo con un telaio fatto di tubi in PVC carenato con pannelli in coroplast. In bicicletta, nuda e cruda, sì. Mi è capitato spesso.
 
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view post Posted on 19/5/2021, 09:35     +1   -1
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Anche io condivido questa posizione. Il fattore pioggia è importante ma come dicono gli olandesi: non siamo fatti di zucchero. E poi non può piovere per sempre (cit).
Un mezzo semplice, leggero ed economico è e rimane imbattibile nella maggior parte degli spostamenti, specie se a corto o medio raggio. Il problema è aver voglia di pedalare o anche solo di fare finta. Sicuramente le infrastrutture in questo caso sono importanti, se c'è una ciclabile fatta bene, la prospettiva può cambiare in meglio. Ma sicuramente c'è da fare lo sforzo di abbandonare l'amata automobile, alla quale si perdona tutto.
 
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view post Posted on 19/5/2021, 13:20     +1   -1
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Ieri, da queste parti, ho visto in vendita una pieghevole elettrificata, accessoriata, a 670 Euro. Sottratti dal costo della DryCycle, m'avanzerebbero 14.000 Euro da investire per l'acquisto di un'auto ibrida. Alla limite, visto lo scarso utilizzo consentitomi dall'uso della bici elettrica, senza grossi timori d'essere un inquinatore, (ormai personalmente già non uso più frequentemente l'auto), con quell'importo, più o meno, mi ci comprerei una GPL, che fra produzione del carburante e suo utilizzo, inquina oltre il 10% in meno. Ce n'è una dell'est Europa che ha proprio circa quel prezzo. E' comodissima e ben dotata, anche in termini di sicurezza, e magari ogni tanto ci andrei in vacanza o a qualche raduno. In barba alle scatolette. :D
 
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view post Posted on 19/5/2021, 14:40     +1   -1
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Voi ragionate (giustamente) da ciclisti, intesi come utenti di veicolo definito bicicletta. Quando ho potuto fare un paragone diretto, bici + impermeabile contro velocipede riparato dalla pioggia e dallo sporco (anche se i miei sono sempre stati veicoli molto grezzi e artigianali), quella piccola differenza di comodità e tempo risparmiato nella routine quotidiana creano un abisso tra la voglia di mettersi nella macchinina a pedali + motorello rispetto a rischiare il temporale in bici. Sapendo poi fare quei quattro semplici conti sui 100-150 € che costa all'anno, consumi di corrente e deterioramento batteria compresi, personalmente oserei un investimento anche fino a 5000 €, ma solo a patto che il veicolo sia affidabile, collaudato e pratico. Questo ovviamente non è ancora possibile, quindi: oserei, ma con un investimento molto più piccolo... ed è quello che manca.

Il Sinclair raccoglie il peggio della bici e del trike pedelec, ossia ha peso e ingombro senza difendere da pioggia e freddo (da non dimenticare il freddo!)... poi che gli inglesi siano talmente abituati alla pioggia da presentarsi bagnati sporchi e puzzolenti anche dove la situazione lo sconsiglia, penso che siano fatti loro! Il costo da capogiro ovviamente è ancora più fuori luogo, dati i limiti appena descritti.
 
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view post Posted on 20/5/2021, 11:38     +1   +1   -1

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Concordo che abbandonare l'uso dell'auto con la pioggia, specie se già la si possiede, sia un notevole freno a investire in un mezzo che abbia prestazioni inferiori all'auto e costi molto maggiori della bici. Se si rimane nel costo di uno scooter nuovo credo sia accettabile.

Mal si sopporta la pioggia in bici anche dotati di impermeabile e sovrapantaloni, e francamente non è sicuro a pedalare con la pioggia con una due ruote, il fondo è scivoloso e più volte son caduto, senza contare quando ghiaccia. Certamente se ci sono bombe d'acqua o simil-tifoni si evita di uscire.
 
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view post Posted on 21/5/2021, 08:02     +1   +1   -1

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Però mi rifiuto di pensare che l'unico modo di muoversi comodamente con la pioggia in città sia un auto. :)
 
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view post Posted on 21/5/2021, 09:09     +1   -1
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Io statisticamente devo prendere la macchina 1-2 volte al mese causa pioggia. E' molto raro, molto più raro rispetto a quanto si possa pensare. Per il resto uso la bici ogni giorno per andare al lavoro. Personalmente preferisco usare mezzi snelli e leggeri piuttosto che caricarmi costantemente di una carenatura. E, quando proprio ce n'è bisogno, usare la macchina. Ma deve proprio piovere forte. E, ripeto, si tratta di una volta al mese. Di mezzi coperti ne ho usati ma trovavo grande il disagio di andare in giro con un mezzo ingombrante e anche così "particolare" piuttosto che usare una reclinata o una classica bici. Purtroppo infatti c'è anche da valutare il fattore "accettazione sociale". Dopo un po', a furia di frecciatine e sguardi storti mi è passata la voglia.



D'altra parte i popoli del nord pedalano in qualunque condizione per cui rimane veramente una questione di potersi cambiare e di sopportare un minimo di disagio. Secondo me non è una questione di trovare il mezzo, è proprio una questione di volontà di usarlo.

Edited by Marco Ruga - 21/5/2021, 10:23
 
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view post Posted on 21/5/2021, 09:22     +1   -1
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Marco, 50% è volontà, 50% è logistica e poter gestirsi il tempo (con degli adolescenti in casa per esempio...) E comunque il tuo ragionamento fila perfettamente per chi ha la forza di volontà come hai tu, ma le strade non sono piene di persone così: se facciamo un minimo di marketing, lo scenario cambia.
 
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view post Posted on 21/5/2021, 09:31     +1   -1
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Non credo. Secondo me non c'è speranza. Il marketing vero, quello che ha veramente presa, rema contro. E quello è l'unico che conta veramente. Anche questo odio degli automobilisti contro i ciclisti è montato ad arte per poter vendere macchinoni da una parte e bici da corsa dall'altra. Manca completamente il business sulla bici da commuting. Perchè quella bici non c'è bisogno di venderla, ognuno di noi ha almeno una di quelle bici economiche, con la polvere sopra, che aspetta di essere usata. Il commuting "pro ambiente" non fa fatturato, questa è l'unica verità. E quindi va combattuto. O quantomeno non sostenuto.
Quello che ognuno di noi può fare, nel suo piccolo, è usare l'auto il meno possibile, nei limiti delle esigenze e bisogni di ciascuno.
Ma, ripeto, secondo me possiamo inventare la bici che protegge dalle intemperie, che va da sola, che costa due Lire, che è comoda e che fa anche il caffè ma non cambieremo le abitudini di nessuno o quasi. Siamo mediamente troppo condizionati ad usare la macchina sempre e comunque. Talmente condizionati da non essere nemmeno in grado di valutare la realtà delle cose. Poi magari fra 5-6 generazioni le cose cambieranno.
Vale il solito discorso: se chiedono "ma è comoda" mentre indicano la tua reclinata, di cosa vuoi convincerli?

Edited by Marco Ruga - 21/5/2021, 11:02
 
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CITAZIONE (Marco Ruga @ 21/5/2021, 10:31) 
...
Manca completamente il business sulla bici da commuting. Perchè quella bici non c'è bisogno di venderla, ognuno di noi ha almeno una di quelle bici economiche, con la polvere sopra, che aspetta di essere usata. Il commuting "pro ambiente" non fa fatturato, questa è l'unica verità. E quindi va combattuto. O quantomeno non sostenuto
....

Non sono d'accordo, le pieghevoli in italia sono esplose e sono sostanzialmente una sottospecie della bici da commuting. Se ne vedono molte in città, rispondono ad due esigenze specifiche, riporla comodamente al sicuro in un appartamento e poterla trasportare in un altro mezzo (pubblico o meno), stile trolley. In effetti i monopattini elettrici hanno avuto un grande diffusione anche per le stesse ragioni oltre all'assenza di fatica/sudore e il costo contenuto. Forse avrebbe molto più senso una pieghevole reclinata compatta stile trolley magari elettrica piuttosto che un velomobile economico.

Personalmente ho rinunciato completamente all'auto quindi mi verrebbe comodo avere un mezzo da pioggia e da carico da affiancare alla "bici da sole". Effettivamente è una esigenza di nicchia della nicchia in ogni caso ed è per questo che dico che la produzione di massa non è la risposta, ma il risultato della riduzione dei costi è necessario.
 
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