Prima di tutto grazie a Matteo e soprattutto alle rispettive mogli che in questi mesi hanno ipotizziato il nostro fidanzamento, visto che siamo sempre attaccati sul cellulare come due adolescenti. Per cui grazie ad entrambe per la pazienza e grazie di non essere diventate troppo gelose. In effetti ne avreste anche ragione. Ho trovato in Matteo un grande appassionato di velomobili, forse uno dei più grandi appassionati viventi, oltre a un competente tecnico e designer.
Per chiarire fin da subito, evitando problemi di paternità: il trike è stato costruito interamente nella mia cantina ed il progetto è del sottoscritto e tale rimarrà ma senza Matteo non sarei arrivato a realizzarlo così. Il disegno della carenatura è invece tutta opera di Matteo, per quanto comunque sia uscito anch'èsso da un lungo scambio epistolare ma è Matteo che è riuscito a dare sostanza a ciò che era solo nella mente di entrambi. Attualmente la carenatura è in fase di realizzazione ma il tempo è quello che è per cui ci vorrà ancora un po' per vedere il risultato finale.
L'idea per ora è di realizzare due velomobili, uno per me e uno per Matteo. Per il futuro non ho idea, vedremo un po' come andranno le cose.
Aggiungo qualche altra foto del trike Aer1S T:
Ovviamente lo porterò al raduno di sabato e domenica e se qualcuno vorrà farci un giro ne sarò più che felice. E' anche per questo che abbiamo deciso di presentarlo su queste pagine oggi (sperando di non risultare troppo invadenti), sicuri di poter far piacere a qualche appassionato che potrebbe provarlo nel week -end.
I freni sono a disco meccanici, indipendenti sulle ruote anteriori. Ho preferito usare il solito sistema con cui mi trovo molto bene ma si può aggiungere eventualmente un disco dietro (gli attacchi ci sono tutti) oppure un vbrake o simile.
Il trike è un prototipo. L'idea era, come ha scritto Matteo, di creare una specie di scheletro autoportante in tutto, per poi aggiungere una carenatura extra sottile, portante solo per se stessa. Una pelle di tamburo. E che fosse possibilimente modulare. Per queste ragioni ha un trave centrale in alluminio-vetroresina-carbonio (un po' come sul vecchio telaio del BaraccOne), con sospensioni con ammortizzatori ad aria sulle tre ruote. Le anteriori sono le solite triangolo oscillante ma con geometrie molto differenti dal passato. Ora il bump steering, rispetto alla vecchia versione, è costantemente zero visto che sono riuscito a sistemare gli uniball della bielletta dello sterzo in perfetto asse con quelli dell'oscillazione dei braccetti. In pratica, essendo tutto in linea, quando oscilla, la ruota non può ruotare, nemmeno se oscillasse di 90° (in realtà la corsa della ruota è di circa 2 cm con un angolo di rotazione di 4-5°). L'incidenza del portamozzo è elevata, 15°. La stabilità è buona fino a circa 60 km/h. Oltre devo dire che non mi sono ancora lanciato. Finora ho percorso 400 km, battendo tutti i record cronometrati del vecchio trike.
Ad aprile-maggio, quando ci è venuta la voglia di fare qualcosa insieme, ci siamo diretti verso un progetto prima turistico, poi sportivo e poi semplicemente "estremo". Perchè estremo? Perché avere un velomobile leggero, stretto e compatto è l'unico sistema di viaggiare solo con le proprie gambe. Almeno questo è il verdetto che esce da tanti km percorsi ogni giorno in ogni condizione possibile. Confesso di essere stato, come Matteo, stregato da mezzi come lo Strada DF e come il Milan da cui questo progetto prende le dimensioni di massima e alcune caratteristiche. Il trike infatti ha, attualmente, una carreggiata di 58 cm e una larghezza massima di 63 cm. Quindi si tratta di circa 10 cm in meno rispetto al mio vecchio trike blu che era già strettino. Questo, supportato dalle sospensioni ad aria, porta ad avere un mezzo sufficientemente veloce ma anche stabile. E' stretto, stretto davvero ma la sezione frontale così ridotta porta una velocità di crociera molto elevata, a livello di una buona reclinata due ruote. In effetti le prove di scorrevolezza (empiriche ma sufficientemente precise) mi portano alla conclusione che questo trike ha le stesse prestazioni della mia vecchia reclinata che credo sia un buon risultato.
Il trike attuamente pesa 18 kg nudo e 20 con portapacchi e tutto il resto, con componentistica di basso-discreto livello (mi sono preso il lusso di una ruota posteriore con pacco a cassetta, così da avere l'11-34) ma c'è molto ancora da alleggerire. Le sospensioni e le piastre di blocco della componentistica sono in acciaio, il sedile è in vetroresina (forma simil-ICE ma modificato nello schienale e soprattutto nella seduta (completamente piatta). Il sedile ha l'inclinazione regolabile in corsa tramite un bloccaggio rapido. Volendo si agevola la spinta in salita semplicemente spostandosi sul sedile e bloccando.
Il manubrio è "a corna". Tenendolo in posizione molto alta dà parecchio vantaggio aerodinamico con i gomiti aderenti al busto e le mani che, coprendo aerodinamicamente il viso, tagliano l'aria. I triangoli attualmente montanti sono una specie di dima-prototipo, regolabili sia in larghezza che camber. Nella versione definitiva probabilmente saranno semplificati e più leggeri ma per ora mi occorreva una regolazione il più possibile universale per provare le diverse soluzioni con modifiche rapide.
La velocità massima che ho raggiunto "in piana" è di 53 km/h a tutta. In un tratto su strava (quello del KOM) ho percorso 1.2 km alla media di 52 km/h, con un dislivello negativo di 9 metri.
Edited by markciccio - 10/6/2016, 09:40