Geometria ideale per la salita, processo di costruzione collettiva di un sapere

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UkaFlesh
view post Posted on 3/9/2010, 21:50 by: UkaFlesh     +1   -1
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Luca Ciani

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Analizzo brevemente le mie esperienze per trovar qualche argomentazione utile al tema:

- Coi pedali bassi rispetto al boom ho notato che si ottiene una pedalata decisamente più rotonda, fatto che io attribuisco a due causali, più peso sul pedale (per gravità) e un punto morto che inizia a scostarsi dall'orizzontale. Non ho però riscontrato eccellenti prestazioni.

- Sulla Strathos avevo un angolo di spinta molto chiuso, la resa era eccezionale, con pochissimi dolori. Il merito deve esser ricondotto anche al sedile da trike che montano le ultime Trevi, sicuramente un aiuto nelle prestazioni. La sensazione di potenza era pazzesca, e proprio per questo mi è difficile paragonare la resa di una Strathos rispetto ad altre bent, insomma, su quel tipo di bent per me si sprigionano più micro-cavalli.

- La mia Frog sulla carta ha un angolo di spinta ancora più chiuso, tanto che a volte mi sembra che influisca anche la capacità polmonare, ma la resa non mi sembra così esuberante come la Strathos, da cui essenzialmente si differenzia per sedile e trasmissione (FWD-RWD).

- Serve un sistema di angolazione del sedile che permetta di variare l'angolazione in corsa (serve un fulcro di rotazione che non necessiti di regolazioni del boom).
Angoli più chiusi in salita, angoli più aperti, ben venga una minor resa/minor sforzo di fronte ad un regalo aerodinamico.

- Biodinamiche segrete delle BDC: è da molto tempo che volevo parlarvi di questo, seguitemi attentamente...
In diversi frangenti, nelle bici da corsa si sfruttano spinte che offendono la pedalata rotonda: lo stesso pedalar in piedi di fatto può essere estremizzato in un saltello da un punto morto all'altro.
Immaginiamo, a piedi, di dover risalire una scalinata. Nessuno fa uno sforzo continuo e distribuito del lavoro necessario per tutta la falcata della gamba, è piuttosto simile ad uno slancio (quasi saltellato) in cui lo sforzo vero e proprio viene concentrato in pochi attimi, stessa tecnica che si usa nel salto in alto, l'appoggio a terra dell'ultimo piede è velocissimo, c'è quindi, anche nella camminata, una fase di concentrazione di peso e una fase di spinta ottimizzata.

Questo avviente anche nelle salitone in BDC, durante la fase di massima resa del pedale, il corpo tende ad ad avere un'accelerazione in avanti, per far in modo che in quella fase si possa compiere più lavoro.
Se devo portar su 80kg, questo gioco di pesi/accelerazioni fa sì che inconsciamente si lavori per 100kg nei momenti "migliori" e poi solo per 60kg nei punti funerei (morti...).

Come posso adottare simili tecniche su una recumbent?
Boh... Non ci riesco, e questo, costringendomi a lavorare molto più di ginocchia, mi fa pensare che posso lavorare solo sulla superiore rotondità della pedalata recumbent (qualcuno ha dei dubbi sul fatto che la pedalata in bent sia più rotonda??)
La strada che secondo me potrebbe essere estremamente vantaggiosa sulla resa è quella di un moto pseudo-lineare (copyright di DeLo... idea davvero deliziosa) in cui la superior resa del moto circolare abbinato alla posizione a "sbalzo" della BDC venga sopperita da una resa al 100% in ogni fase della spinta (effetto squat).

- Tecniche di guida: in salita, massimo relax, cadenze adeguate, ritmo ed attenzione alla gestione della pedalata. A differenza delle BDC, sembra che ogni ondeggiamento non possa portar risultato.
 
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