Geometria ideale per la salita, processo di costruzione collettiva di un sapere

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recumbent
view post Posted on 2/9/2010, 09:19 by: recumbent     +1   +1   -1
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Caro omonimo, che bell'argomento! ... casca a fagiolo, nel momento che sto sognando una nuova bent ... ovviamente autocostruita.

Da qualche parte avevo scritto "del triangolo di Mauletti" (incomincio ad essere incontenibile ed immodesto!), cioè di quella sorta di triangolo che si identifica come avente un vertice corrispondnete al movimento centrale, un lato passante per il movimento centrale ed il punto del sedile dove appoggiamo prevalentemente le chiappe ed un altro lato corrispondente all'inclinazione del sedile; l'ultimo lato per definire il trinagolo passa dal movimento centrale e dal punto dove si appoggiano le spalle. Insomma qualcosa che definisca in modo oggettivo la posizone di seduta.

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Credo che le prestazioni dipendano moltissimo da questo "triangolo" da interpretare non tanto come "geometria del mezzo", ma come "regolazione della posizione di pedalata" in relazione alla conformazione fisica del ciclista.
Entro limiti ragionevoli, tenuto fisso il "triangolo", lo stesso potrebbe essere ruotato sia verso una posizone più "sdraiata" (sicuramente più aerodinamica, ma che, se esagerata, porterà a problemi di circolazione del sangue ai piedi ... cha andranno "al cielo") che più "eretta" (penalizzata in aerodinamica ... andremo mica sempre in salita?!?).
Personalmente non credo che la postura troppo distesa [*] del cilcista favorisca la capacità di spingere in modo adeguato sui pedali e mi sembra che questo sia il risultato di una delle tue prove. [*] non a caso scrivo "distesa" perchè una cosa è il "triangolo" (più o meno appiattito), un'altra è l'inclinazione della seduta (che presa in senso assoluto rispetto all'orizzonte non ha molto significato --> deve essere considerata insieme al "triangolo" completo).
Non so se il limite sia quello di riprodurre la posizione di un ciclista tradizionale, solo ruotandolo quanto basta per farlo stare comodamente su di un sedile da reclinata.

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La posizione di seduta deve anche garantire una facilità di respirazione, ma credo che entro certi limiti (forse non quello della precedente immagine!) le reclinate siano OK.

In altre parole: triangolo non troppo "piatto" (ma anche non troppo "chiuso"), piedi non troppo "alti" (non sopra al cuore) ... e poi tutto fatto ricadere sul telaio che abbiamo sotto il sedere (che potrà essere più o meno adatto ad accettare la nostra configurazione ideale).

A riguardo del telaio, aggiungo che, a meno di parlare di un mezzo veramente progettato attorno ad uno specifico ciclista, sarebbe più interessante puntare su di una soluzione a sedile fisso (inclinazione pari al miglior compromesso aerodinamico), ma con la possibilità di regolare la posizone del movimento centrale non solo attraverso il tradizionale scorrere di un tubo dentro l'altro lungo un asse diagonale --> l'ideale sarebbe potersi muovere sul piano verticale sia in direzione orizzontale che verticale ... allora si che si potrebbe trovare la vera posizione "magica"!

Poi c'è la scelta dei rapporti di trasmissione (intendo lo sviluppo metrico a pedalata, così evitiamo di tirare in ballo la dimensione delle ruote)
Scelta molto personale perhè deve bilanciare la capacità di spinta con la cadenza (a qualcuno riesce bene frullare, ma va bene fino a quando non si arriva a sbuffare come una locomotiva a vapore non tanto per lo sforzo, quanto per il movimento), due parametri decisamente soggettivi.

Poi, sempre in "area trasmissione", possono essere utili le corone ellittiche (io ne sono un fautore) che permetteno una pedalata più fluida.
E che dire delle lunghezze delle pedivelle?!? Non parlo di variazioni minime di +/- 5 mm come avviene nelle BDC, ma di arrivare ad estermi di 155mm per frullare di più, con rapporti più corti, ma cadenze molto elevate ... forse a vantaggio delle ginocchia che si muovono per angoli inferiori (?).

Poi conta la rigidezza del telaio e, se presenti, l'attenzione al fatto che le sospensioni non assorbano energia "pompando" (cosiddetto effeto "pogo").

Insomma, credo ci possano essere delle indicazioni generali, ma che poi tutto debba essere "cucito su misura" per il ciclista.
E' così anche sulle BDC, solo che la standardizzazione delle soluzioni (complici sia le aziende che il regolamento UCI) ha ingessato molto la possibilità di farsi veramente un mezzo su misura. Nelle reclinate c'è potenzialmente più flessibilità.

Sarebbe bello se Policumbent e/o Propulsione Umana promuovessere delle misure di potenza esprimibile a secondo della postura. Tutto visto su percorrenze medio lunghe; lo sprint paragonabile al mettersi in piedi su di una BDC non è probabilmente molto significativo.

Sono curioso di vedere cosa ne pensano gli altri, soprattutto chi usa ancora la BDC o è recentemente tornato ad essa ... :B):

P.S.: ovviamente quoto al 1000% il tibrare con uno "SBAGLIATO" i retropensieri (io li chiamerei giustificazioni superficiali) che hai elencato ai punti a-b-c.

Edited by recumbent - 2/9/2010, 13:08
 
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