Ciao. non so se va bene postare questo argomento qui, ma visto che siete presissimi dalla costruzione di prototipi, tra l'altro mi sembrano piuttosto spettacolari, mi permetto alcune considerazioni.
Nell'ambito delle bici da corsa tradizionali c'è ormai una lunga tradizione di studi biomeccanici che permettono a qualunque meccanico di posizionare il ciclista al millimetro sulla sella.
Altrettanto non si può dire per noi reclinati. E' vero che l'ergonomia intrinseca alla posizione fa sentire molto meno questa necessità. E' però pur vero che se si vuole massimizzare l'efficienza della pedalata un occhio a queste problematiche bisogna darlo.
Visto che per motivi professionali qualche conoscenza di biomeccanica ce l'ho, quando pedalo continuo a rimuginare su questi argomenti, anche in considerazione del fatto che amo le montagne e quindi mi tocca fare tanta salita.
FATTORI CHE INFLUENZANO L'EFFICIENZA DELLA PEDALATA:
Posizione relativa del bacino rispetto al femore (articolazione dell'anca): è importantissima in quanto influenza l'efficacia del muscolo grande gluteo, il muscolo più potente che abbiamo a disposizione che si attiva nella fase di spinta sui pedali (da quello che una volta si chiamava punto morto superiore al punto morto inferiore). Qualunque muscolo più si trova a lavorare in posizione allungata e meglio lavora. Sembrerebbe quindi chiaro che più si accentua la flessione dell'anca nel punto morto superiore, più si porta il muscolo grande gluteo in una posizione di allungamento e meglio questo è in grado di esprimere le proprie potenzialità.
Un aumento della flessione dell'anca (entro certi limiti) mette paradossalmente anche il principale flessore dell'anca, lo psoas, in condizioni di lavorare meglio. Dico paradossalmente perchè si trova a lavorare più in accorciamento. Però per la sua particolare posizione rispetto all'articolazione, in posizione di anca più flessa si trova più distante dal fulcro del movimento e quindi lavora con una leva più vantaggiosa. Quindi c'è da aspettarsi una maggiore efficienza anche nella fase di richiamo dell'arto inferiore.
Un aumento della flessione dell'anca nel punto morto superiore si può ottenere tramite tre accorgimenti:
a) allungamento delle pedivelle
b) aumento dell'angolo del sedile rispetto all'orizzontale
c) aumento della differenza di altezza tra seduta e movimento centrale
Faccio notare che di questi tre accorgimenti solo il primo è possibile in posizione eretta, e comunque entro i limiti dettati dal fatto che con una pedivella troppo lunga si rischia di grattare l'asfalto nelle pieghe.
Tutti e tre i sistemi hanno il loro prezzo da pagare:
a)l'allungamento delle pedivelle comporta un aumento dell'angolo di lavoro delle ginocchia che può essere dannoso per le rotule.
b)aumentare l'angolo di seduta comporta un peggioramento dell'aerodinamica, per cui si perde qualcosa alle alte velocità
c)troppo divario tra seduta e movimento centrale causa addormentamenti e formicolii ai piedi che sono problemi circolatori tutt'altro che da sottovalutare.
Per quanto riguarda gli effetti migliorativi sull'azione dello psoas, a spanna mi viene da dire che l'allungamento delle pedivelle non ne presenta (il piede nel punto morto inferiore si trova sempre nella stessa posizione), mentre le variazioni di angolo di seduta e di differenza di altezza tra seduta e movimento centrale possono averne.
Per quanto mi riguarda ho provato a variare l'angolo di seduta della mia slyway effettuando alcune salite lungo un percorso di prova di circa 7 km per 490 mt di dislivello.
Qui vedete la posizione del sedile che ho adottate per ottenere una posizione più flessa dell'anca (il riferimento è la fila di fori che si trova in alto a destra: il foro utilizzato è il quarto partendo al basso, nella posizione più sdraiata era il sesto).
Ho effettuato 4 salite in posizione più sdraiata e 3 salite in posizione più eretta. I tempi registrati sono i seguenti:
più sdraiato
1. 37.16
2. 37.18
3. 36.45
4. 38.55
media su 4 tempi: 37,33
media su 3 tempi (l'ultimo è troppo fuori): 37.06
più seduto
1. 35.47
2. 36.00
3. 36.05
media sui tre tempi 35.58
Anche escludendo il quarto tempo ottenuto nella posizione più sdraiata la media ottenuta è comunque di oltre un minuto di differenza, con un miglioramento di circa il 3%. Non so se queste misurazioni possano avere un significato statistico, ma credo che siano abbastanza indicative. Non so dirvi a che angoli abbia lavorato la mia anca, solo che il secondo angolo era sicuramente più chiuso del primo.
Faccio presente che ho agito solo su uno dei tre componenti che secondo me influenzano l'efficienza della pedalata, e lo ho modificato senza nessuna cognizione di causa (che credo allo stato attuale dell'arte nessuno abbia), ma solo basandomi su generiche conoscenze di anatomia.
Tra l'altro nella posizione più seduta mi sono trovato a pedalare più avanti, quindi ho dovuto allungare il boom anteriore. Però mi sono reso conto di non averlo allungato abbastanza. Il risultato era un continuo scivolamento avanti e indietro lungo il sedile che sicuramente ha avuto un influenza negativa sulla prestazione.
Quello che terrei a sottolineare però è che queste considerazioni dovrebbero venire A MONTE di qualsasi progetto di costruzione di reclinata. Prima della scelta della trazione, della posizione del manubrio, della lunghezza del passo e della componentistica. Si dovrebbe prima capire qual è la posizione che consente la pedalata più efficiente e quindi "cucirci intorno" la bent.