Reversed fork - Forcella “al contrario”Vorrei provare a tirare le somme, cercando di arrivare quindi a chiudere l’analisi di questa particolare soluzione.
Indubbiamente sperimentazioni come queste hanno il merito di farci ragionare e di dimostrare ancora una volta che il sopirsi dietro approcci del tipo “si è fatto sempre così” è un atteggiamento rischioso e limitativo. Non sempre tutte le ciambelle riescono con il buco, ma qualche volta si possono scoprire nuove soluzioni o almeno dimostrare che è possibile “fare diversamente”.
Leggendo quanto scritto nel sito dello sperimentatore della soluzione “reversed fork”, può passare inosservata un frase in cui viene dichiarata la motivazione principale che anima il lavoro di ricerca e progettazione che si è materializzato in alcuni modelli realizzati sotto il marchio FastFWD: realizzare mezzi a trazione anteriore, con movimento centrale fisso, con un percorso della catena che non richieda guide o pulegge; questo a vantaggio della semplicità, del peso e dell’efficienza della trasmissione.
La Munzo non ha raggiunto (ancora) l’obiettivo. Per certi versi la bent “ispiratrice” (la Minq) sembra adottare una soluzione decisamente più vicina al target, ma evidentemente il “one-man-band” della FastFWD non era convinto e/o ha voluto sondare un altro approccio.
La Minq ed il dettaglio del percorso catena senza nessuna rotella di rinvio.
Se ci concentriamo sul percorso catena della Munz, alcuni vantaggi sono abbastanza evidenti, anche se validi esclusivamente per una bent a trazione anteriore (FWD = Front Wheel Drive):
- La catena è più corta perché la prima puleggia di rinvio è decisamente più vicina alla corona e quindi si risparmia del peso, ma su questo dovremo aggiungere qualche altra considerazione.
- La prima puleggia di rinvio, essendo più vicina alla corona, non si trova in corrispondenza del ginocchio destro o addirittura della coscia del ciclista. Questo non è in assoluto un vantaggio, dipende da latri fattori, alcuni dei quali soggettivi; nelle mie FWD non ho mai percepito il problema. Nota: teniamo conto che in una FWD, per avere una distribuzione pesi che carichi di più la ruota motrice anteriore, è necessario che il ciclista sia posizionato “più avanti”.
- La posizione avanzata della puleggia, rispetto ad una FWD con forcella tradizionale, comporta che i tratti di catena in ingresso ed uscita dalla puleggia stessa formino un angolo ottuso, anziché acuto. Questo porta ad una composizione delle forze che ha come risultante una forza inferiore nel caso della soluzione “reversed fork” con conseguenti minori perdite conseguenti ad un banco cuscinetti della puleggia meno sollecitato (anche se personalmente credo che, seppur questa considerazione sia valida in senso assoluto, all’atto pratico comporti delle differenze trascurabili).
- L’inclinazione dell’asse di sterzo all’indietro porta la struttura della forcella a lavorare come una sorta di molla; se ben dimensionata e con i materiali giusti, questo può comportarsi come un ammortizzatore, anche se la mancanza di un effetto smorzante ne limita di molto l’efficacia.
Il rovescio della medaglia è che la soluzione “reversed fork” comporta uno sterzo più complesso:
- Adottare un manubrio convenzionale risulta alquanto scomodo perché, essendo l’asse sterzo molto in avanti, si dovrebbe adottare un “timone” decisamente lungo. Vi immaginate come andrebbe ad interferire con le gambe alla minima correzione della sterzata e quali movimenti di braccia sarebbero necessari?
- La soluzione è quindi quella di impiegare un rinvio, ma questo implica l’aggiunta di altri componenti che alla fine pesano molto di più del tratto di catena che si è risparmiato.
A queste mie considerazioni va sicuramente aggiunta l’analisi fatta da DeLo sul comportamento in fase di sterzata.
Fermo restando quanto scritto all’inizio di questo messaggio, temo che all’atto pratico non ci siano motivi sufficienti per “promuovere” la soluzione “reversed fork” su di una FWD , ma ribadisco che sarebbe stato un peccato non sperimentarla.
Forse potrebbe essere interessante approfondire nel caso di tandem in cui il guidatore si trova sovente a cavalcioni della ruota anteriore, permettendo di utilizzare manubri ASS (tradizionali, di sopra) anzichè USS (sotto sedile).