CITAZIONE
Ma alla fine, cosa serve? A me sembra la solita scemenza futuribile, che non si occupa dei veri problemi della mobilità, ma punta tutto sul quell'High Tech che fa tanta scena, ma è assolutamente inutile.
Anch'io ho la stessa sensazione.
A partire dal bike sharing, mi sa che si tenta di vendere la bici per quel che non può fare. Dall'esempiodella persona asmatica che si vede nel filmato, al tipo che ha fretta e si vede recapitare la bici, tutto mi fa capire che è più che altro un esperimento sulle possibilità impossibili di una rete di biciclette.
Son fortemente contrario ad una rete di biciclette così strutturata, così come son fortemente favorevole ad una nuova rete che sfrutta le stesse genialate softwaristiche... ma non sulle bici!
Con una rete di transito di micro-vetture auto pilotate ad emissione zero (il metrò di Torino ne è un chiaro esempio di fattibilità soft-hardwaristica), si ottiene tutto senza effetti collaterali.
La grossa differenza è che per una rete di bici basta comprare una bicicletta e si "sfrutta" la rete stradale, mentre una rete dedicata richiederebbe micidiali infrastrutture e non troverebbe interesse negli imprenditori, perchè ucciderebbe totalmente tutto il traffico su gomma, renderebbe di fatto persino inutilizzate le strade.
Non ricordo nemmeno se quì vi ho già parlato di questo futuro "troppo" sostenibile.
Insomma, quì ci vogliono trivellare le montagne per la TAV, che non si inc...a nessuno, ma nessuno pensa che con un piccolo tubo sopra, a filo o sotto terra si può convogliare lì tutto quel che si chiama trasporto.