Flevoracer

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view post Posted on 15/12/2008, 22:22     +1   -1
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Ecco la mia prima recensione basata su esperienza personale diretta.

Provo a raccontarvi qualcosa della Flevoracer, ma non di una “qualsiasi”, bensì della "mia Flevoracer".

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Questa recumbent è la versione sportiva del modello di base Flevo-bike e, come tutti i primi modelli della casa olandese, ha alcune caratteristiche che la rendono decisamente originale:

- E’ una recumbent a trazione anteriore; questa soluzione, oggi abbastanza diffusa, era all’epoca della nascita di questa bicicletta un’eccezione

- Utilizza una trasmissione “diretta” come le più recenti Speculoos, Cruz-bike o Python, cioè la catena va dalle corone ai pignoni direttamente, senza alcuna rotella di rinvio; si tratta di una soluzione quindi molto simile a quella universalmente adottata dalle biciclette tradizionali che garantisce la massima efficienza della trasmissione, ma anche l’impossibilità di utilizzare in modo indiscriminato tutte le combinazioni teoriche corona-pignone quando si arriva ad un numero elevato di rapporti (27-30) (vedere dettaglio trasmissione anteriore)

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- L’asse sterzo è posto quasi al centro della bicicletta, ecco perché questo tipo di geometria viene chiamata “center steering” (sterzo centrale); il telaio è praticamente diviso in due dallo sterzo: il telaio posteriore che comprende il carro posteriore ammortizzato ed il sedile, il telaio anteriore che comprende il manubrio e tutta la trasmissione. Non esiste una “forcella anteriore” come intesa comunemente.

- Lo sterzo delle Flevo presenta due caratteristiche in prima battuta “inquietanti”:

1 - Sterzare significa “piegare in due” la recumbent. Si sterza con le gambe, agendo con i piedi sui pedali, ovviamente anche mentre si pedala!. Il manubrio è quasi esclusivamente un posto dove appoggiare le mani e montare freni e comandi per il cambio. Sono gli arti inferiori a controllare la direzione del mezzo essendo la forza esercitabile dalle gambe decisamente superiore a quanto possano fare le braccia aggrappate al manubrio. Da questa caratteristica consegue che una volta fatto pratica, le Flevo si possono guidare agevolmente senza mani.

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2 - Il cosiddetto “trail” è negativo (approfondimento su Wikipedia), condizione teoricamente instabile per uno sterzo: in pratica il punto di contatto dello pneumatico sulla strada si trova davanti all’asse sterzo, e quindi l’effetto stabilizzante tipo “ruota pivottante del carrello della spesa” non solo non c’è, ma è volutamente ribaltato! Il contrario di tutte le biciclette. Ecco perché le Flevo si riescono a cavalcare solo dopo parecchia pratica, indispensabile per sviluppare un “diverso equilibrio”. Ad evitare comportamenti oltremodo ingestibili, per limitare sterzate del tutto incontrollate, tra il telaio posteriore (colore viola nello schema a seguire) e quello anteriore (sterzante - colore giallo nello schema) è collegato un tampone in gomma (l’oggetto di colore nero con forma “ a clessidra” nello schema seguente) che fornisce una sorta di effetto stabilizzante.

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Se, come immagino, la mia descrizione vi ha sufficientemente confusi, ecco una serie di testimonianze filmate che credo saranno d’aiuto a capire come si fa ad andare su di una Flevo:
- Flevo-bike: il ciclista in questione è veramente un “drago”, notate la partenza da fermo, senza mani sul manubrio
- Questi due filmati sono relativi al Flevo-trike e danno ancora più l’idea di cosa voglia dire sterzare con le gambe [1] - [2]
- Una volta diventati bravini, allora potrete farci di tutto ... ovviamente senza mani; guardate qui !

Ora credo sarà più chiaro come mai in più occasioni ho sostenuto che utilizzare una Flevo è come viaggiare su di un “tappeto volante”!
Essere in grado di pedalare su questo tipo di mezzo significa prima di tutto sviluppare delle reazioni istintive che vi portino ad un “diverso equilibrio” senza la necessità di ragionare, cancellando tutte le reazioni più o meno automatiche che avete interiorizzato andando su biciclette tradizionali o recumbent più convenzionali. Facendo un parallelo con alcuni sport invernali, è come se voleste passare dagli sci tradizionali allo snow-board o viceversa: la neve è sempre la stessa, ma dovete ricominciare tutto da capo!
E per sviluppare l’istinto che vi porterà a domare una Flevo serve impegno, costanza e determinazione (oltre che molte cadute). Un esempio: se facendo una curva la bent tenderà a sovra-sterzare, dovrete evitare assolutamente di smettere di pedalare o, peggio ancora, di frenare … dovrete spingere sui pedali, particolarmente su quello lato interno curva; vi assicuro che questo inizialmente è tutt’altro che istintivo, ma poi con il tempo lo diventa … e funziona!

Arrivare ad un livello di confidenza e proprietà del mezzo che vi consentano di affrontare il traffico con sufficiente serenità è una questione di un paio di mesi (!), ma poi la soddisfazione sarà grandissima e ripagherà di tutti i sacrifici.

Altra caratteristica delle Flevo sono:
- la possibilità di variare l’angolazione della seduta mediante una staffa che cambia la posizione del carro posteriore; nel primo filmato c’è una sequenza che illustra questa possibilità
- le sospensioni realizzate con tamponi di gomma (oggetti che in ambito industriale vengono utilizzati come antivibranti); questa soluzione, che sulla Flevoracer è adottata solo sul carro posteriore, è sicuramente economica ed in grado di assorbire egregiamente le piccole asperità del terreno, ma in caso di buche “importanti” o anche solo di dossi artificiali per il rallentamento del traffico, ha la pessima caratteristica, non essendo dotata di nessun tipo di smorzamento, di restituire violentemente l’energia accumulata in compressione dalla gomma ... in altre parole c’è un forte effetto di rimbalzo decisamente sgradevole

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La Flevoracer differisce dalla capostipite Flevo-bike per:
- l’utilizzo di due ruote da 28” (erano da 20” nella Flevo-bike)
- l’assenza di un sistema ammortizzante anteriore
- un interasse maggiore che favorisce la stabilità a scapito di un raggio di curvatura leggermente più grande
- una posizione di seduta più reclinata che migliora la penetrazione aerodinamica
Pensate, e questo potrà far sorridere qualcuno, che quando uscì venne ritenuta persino troppo veloce!

Si tratta di una recumbent con vocazione sportiva, ma utilizzabile anche per turismo, purché non troppo caricata (la Flevo-bike di contro è adatta per uso cittadino e per turismo a largo raggio).

La posizione di guida è decisamente comoda ed il manubrio posto sotto al sedile, anche se non si tratta di una vera e propria “under-seat-steering” (USS), è proprio nella posizione più rilassata possibile (magari non così aerodinamica) e permette una visuale eccezionale.

Una volta impadroniti della tecnica di guida (istinto per un diverso equilibrio) è una bent docile, soprattutto a velocità superiori ai 15 km/h. A velocità inferiori ci si deve impegnare un po’ di più … ecco perché in salita, peso a parte, non è il massimo. A velocità superiori ai 50-60 km/h va bene, ma arrivateci dopo che le vostre reazioni istintive si sono ben sviluppate ... una reazione sbagliata potrebbe essere abbastanza rischiosa.

Non è, come accennavo sopra, una bicicletta leggera (peso 18-19 kg) visto che il telaio è realizzato con tubi in “ferraccio” di sezione quadrata di 40 mm e spessore 1.5 mm. Questo però non è un problema se l’utilizzo si limita a percorsi prevalentemente pianeggianti … in fondo la Flevo è nata in Olanda.

La Flevoracer e tutti gli altri modelli simili non sono più in produzione, ma ne sono stati prodotti alcune centinaia! L’inventore fondò un’azienda che diede lavoro a diverse persone, nonché ai figli del titolare.
Certo si tratta di un modello particolare che oggi farebbe fatica a contrastare l’agguerrita concorrenza, ma è senz’altro una recumbent affascinante. Per l’uso prevalentemente cittadino il Flevo-trike sarebbe secondo me ancora imbattibile e divertentissimo (guardate i filmati) visto che oltre ad essere più stabile, ha anche una capacità di carico non trascurabile.

Consiglio questo tipo di reclinata agli auto-costruttori (e non se riuscite a trovarne una) che vogliano provare qualcosa di diverso ed originale; persone che però devono essere consapevoli fin dall’inizio del percorso di apprendimento non banale e che siano convinte di essere dotate di sufficiente caparbietà.

Non è una bent da far provare ad un curioso, a meno che non si tratti di un circense: cadrebbe a terra dopo neanche 50 centimetri e arriverebbe di conseguenza all’errata conclusione che le bent sono veicoli da equilibristi eccentrici.
Non è quindi indicata come primo approccio al mondo delle reclinate ... a meno che questa recensione non vi abbia coinvolto a tal punto da non poterne proprio fare a meno. Per me è stata la prima recumbent, un po’ per scelta ed un po’ per incoscienza. Avevo letto di tutto e di più sulle sue particolarità, ma ad un cero punto mi sono detto: “ Se ne hanno costruite così tante, allora riuscirò ad andarci anch’io! No?!?”. E così l’ho utilizzata con soddisfazione per parecchi anni.

Se arriverete ad imparare ad utilizzare una Flevo, ne sarete affascinati ... confesso che a me manca il mio “tappeto volante” ... anche se la bicicletta che lo ha sostituito mi sta regalando moltissime soddisfazioni.

Di seguito alcuni link utili a chi vuole saperne di più sulle Flevo o in generale sulle “center-steering recumbent”:
- The Official Flevo Fan-club: tutto quello che volevate sapere sulle Flevo e non avete ai osato chiedere
- Python: rivisitazione recente del concetto “center-steering”, basato sull’effetto stabilizzante derivante dal peso del ciclista
- Mini-Python e derivate (Monty, [1], [2], [3]): interessanti realizzazioni con ruote piccole ed assetto ribassato

E se vi innamorerete di queste geometrie, fatemelo sapere ... è sempre curioso confrontarsi e essere al corrente di non essere “soli”!
 
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icon10  view post Posted on 25/1/2009, 19:57     +1   -1
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Ciao,

non capisco se stai invitando a "nozze :wacko: " qualche pazzo scriteriato od è un'ode al tuo primo amor :wub: !!
Ogni tanto su ebay c'è qualche Flevo, e le rutoe da 28 mi attirano.... ed allora??? se trovo l'occasione, da perfetto ignorante delle bent. sarebbe il colpo da fare, tenendo anche la bici normale? o sarei o'pazzo del villaggio?!?!?!

Fammi sapere..... :woot:
Fausto
 
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view post Posted on 25/1/2009, 22:12     +1   -1
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Caro Fausto,

la mia recensione è CONTEMPORANEAMENTE un ode al mio primo amore ed un invito verso questo tipo di architettura reclinata ... MA con un paio di avvertimenti ed una conclusione:
- non si tratta di una bent "facile"
- ci vuole parecchio tempo (e costanza) per imparare ad andarci con sicurezza
- una volta imparato si è pronti per qualsiasi altra recumbent e si viaggia su di un "tappeto volante" con grandissima soddisfazione

Se mi ricordo bene tua moglie sta tentando di dissuaderti a passare alle recumbent ... se è così, la Flevo rischierebbe inizialmente di darle ragione: io ho imparato ad andarci nel garage sottorraneo del condominio dove vivo andando a provare dopo le 22:00 per evitare di incontrare qualcuno ... quante volte sono ritornato a casa con lividi nelle parti meno nobili e/o escoriazioni nelle mani e nei gomiti!
MA quando ho imparato, ho capito che ne era valsa la pena!!!

Ciò detto e premesso, se fossi comunque interessato, io ho ancora parti per comporre una Flevoracer.
Posso offrire il telaio completo, compreso il movimento centrale così com’è con le corone, le pedivelle ed i pedali oltre che il deragliatore; il sedile ed i freni NON sono inclusi perchè li ho ri-utilizzati per fare una bici tradizionale :o: (inizialmente potrai autocostruirti qualcosa con del compensato piano); il manubrio è invece incluso. Se ti interessano posso anche omaggiarti di:
- Cerchioni per tubolari (motrice con 5 rapporti)
- Tubolari e relativo mastice per incollarli ai cerchioni
- Deragliatore per pignoni ruota motrice
Per maggiori dettagli, mandami due righe al mio indirizzodi posta ([email protected])
 
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=LoScozzese=
view post Posted on 9/6/2009, 21:53     +1   -1




Lo confesso: questa macchina m'intriga parecchio. Un mezzo molto particolare in un ambito già di per sé piuttosto "sui generis"; almeno per quelli che, come me, dopo anni di abitudine ad uno standard delle due ruote così diverso da questo, aprono per la prima volta gli occhi su questo mondo.
Se è lecito, ho una serie di curiosità: che cos'è che ha determinato per la ruota anteriore la scelta di un'avancorsa ribaltata rispetto al normale? E' forse per avere maggiore sensibilità ed immediatezza alla spinta sterzante dei piedi?
Quanto è pesante 'st'aggeggio al completo, passeggero escluso naturalmente?
Monta ruote da 28" ho visto. E che velocità consente di raggiungere mediamente in questo modo?
L'ammotizzatore di gomma, a parte l'effetto rimbalzo, assorbe in maniera sufficiente le asperità dell'asfalto?
Come si fa ed è sufficientemente facile partire in salita?
Quanto è alto da terra più o meno il sedile, oppure, per dire meglio, questa bent si adatterebbe ad uno basso un metro e sessant'uno come me?
Dico la verità, mi piacerebbe molto possederla e poter vantare la capacità di saperla condurre con perizia.
Già m'immagino le facce dei miei "compagni di merende" del fine settimana, soprattutto se si accorgessero d'essere costretti a mangiare la polvere della Pianura Pontina o la sabbia del lungomare che mena al promontorio del Circeo, a ruota di una tale stranezza. :P

Salutiamo :)
 
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view post Posted on 21/12/2009, 12:28     +1   -1
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Enrico,
sono sempre interessato a studiare le geometrie di sterzo in tutte le loro declinazioni.
Quando ho letto del trail negativo:


CITAZIONE (recumbent @ 15/12/2008, 22:22)
2 - Il cosiddetto “trail” è negativo (approfondimento su Wikipedia), condizione teoricamente instabile per uno sterzo: in pratica il punto di contatto dello pneumatico sulla strada si trova davanti all’asse sterzo, e quindi l’effetto stabilizzante tipo “ruota pivottante del carrello della spesa” non solo non c’è, ma è volutamente ribaltato! Il contrario di tutte le biciclette. Ecco perché le Flevo si riescono a cavalcare solo dopo parecchia pratica, indispensabile per sviluppare un “diverso equilibrio”.

mi sono chiesto perchè i progettisti siano ricorsi ad una soluzione così delicata.
Se lo capisco nelle Python, adottato per motivi di semplicità costruttiva di low racer, non lo concepisco in una hi racer come la Flevo. Ci sarebbe stata la possibilità di avere un trail positivo e togliersi da mezzo il fatidico effetto del pendolo appeso, dovuto al peso del pilota, che tiene dritta la Python.
Poi però ho letto:

http://www.python-lowracer.de/geometry.html

dove si dichiara per Flevo un trail positivo di 13cm.
A questo punto la Flevo torna ad essere una bici più normale, come può essere normale una Camel od una Cruz. E' proprio così?

Saluti
 
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view post Posted on 21/12/2009, 12:48     +1   -1
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Luca Ciani

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Eeh, da quel che so, andare su una center steered è più difficile (nel senso che c'è da imparare) che su una bent tradizionale.
Ma in effetti la strada è quella di conoscere la nuova geometria.

Nonostante abbia già guidato, 2 anni fa, una camel, quando son andato a trovare Lucio a Massa... beh, ce l'ho fatta, ma con enormi problemi.
Diciamo che non ero ancora in grado di andare per strada.

Detto questo, la flevo dovrebbe essere la difficoltà estrema di adattamento al mezzo, ma penso che il progetto sia comunque valido:
Visto che a dare la direzione al mezzo sono i piedi, che sono davanti alla ruota, penso che sia corretto un trend negativo, che costringa cioè la ruota a seguire il peso dei piedi.

(Avviso che in gran parte non so quel che scrivo, gli angoli sterzo e i relativi avancorsa non per me ancora materia oscura, tanto più sulle reclinate...)
 
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view post Posted on 19/2/2010, 22:12     +1   -1
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... questo signore ci sa proprio andare! Ma non vi illudete, non è così facile come sembra.



Ammetto, ho un po' di nostalgia del mio tappeto volante ... chissà se "lui sa chi" ci sta già andando?!?

Sembra che qui si siano rimessi a commercializzare questo tipo di bent. Ma che prezzi!
 
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gabdab
view post Posted on 9/5/2013, 09:24     +1   -1




Ma il trike è più facile da guidare ?
Penso di si perchè la base dietro è più larga ..
 
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view post Posted on 9/5/2013, 12:51     +1   -1
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sicuramente dovrebbe essere più facile anche se inusuale ...

questo 1° video deve far riferimento al trike originale (il sedile non si inclina):



i 2 successivi sono "diversi" in quanto il sedile si inclina (meno intuitivo, ma più divertente)



 
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gabdab
view post Posted on 9/5/2013, 18:48     +1   -1




Belli i video , grazie .
Comunque nel primo è il manubrio fisso , solidale con il dietro del trike .
Forse questo rende più facile la guida , in quanto si ha un punto di appoggio.
Il sedile mi sembra che segua il movimento ..
 
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view post Posted on 9/5/2013, 20:18     +1   -1
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CITAZIONE
Comunque nel primo è il manubrio fisso , solidale con il dietro del trike .

si, hai ragione: il sedile si inclina (in effetti se dai un'occhiata ai disegni costruttivi - http://flevofan.ligfiets.net/ch5/bike-trike.pdf - è chiaro che il sedile ha la possibilità di inclinarsi)

i video successivi invece sono relativi ad una soluzione "anomala" in cui il manubrio è solidale con la parte che si inclina e, come dici tu, questo non offre un punto di appoggio decente per fare forza
 
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view post Posted on 4/4/2024, 15:33     +1   -1
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Che fine ha fatto la mia Flevoracer?

Intorno al 2009 vendetti la bici "non completa".
La bici passò probabilmente ad un'altra persona dopo l'acquirente originale ... ed ora, credo, sia di "Posit-ivo69", almeno da quello che si deduce da questo video relativo alla "Pedalata reclinata - Festa della primavera in fiore - Traversara di Bagnacavallo":

Video

Ecco una immagine "rubata" dal filmato:

jpg

Sarebbe bello avere un riscontro dall'attuale proprietario ;)
 
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