CITAZIONE (LoScozzese @ 9/4/2016, 08:37)
Concordo con markciccio per il discorso del carro posteriore.
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Anche l'autocostruita che recumbent ha dato a Giancarlo (proprimi) usa una forcella anteriore per il carro posteriore, un po' più corta a dire la verità. Ma ci sono appunto due astine a supporto del sedile a triangolare l'assieme, dando ad esso una certa resistenza alla flessione.
Dopo anni d'uso la bici non s'è mossa. E Giancarlo non è certo un fuscello.
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Riprendo questo messaggio per una precisazione (non lo avevo visto a suo tempo).
Le "astine" non creano una vera e propria struttura triangolare (se lo fanno, l'effetto è minimo).
La loro funzione principale è quella di scaricare le forza conseguenti al peso del ciclista seduto sul sedile quanto più possibile in prossimità dell'asse della ruota posteriore. Così facendo, la sollecitazione a flessione nel punto di attacco della forcella utilizzata come carro posteriore viene sensibilmente ridotto (teoricamente annullato).
Infatti le "astine" non sono vincolate al telaio e/o al sedile (gli altri 2 lati del "triangolo") con vincoli particolarmente rigidi che possano essere considerati tali da avere un effetto strutturale; potrebbero essere collegato con dei giunti sferici, favorendo ancora di più una sollecitazione puramente assiale delle astine stesse.
Se il vincolo posteriore del sedile rimanesse quello delle foto iniziali (molto simile ad esempio alla soluzione di una Slyway), allora il carro posteriore verrebbe decisamente sollecitato a flessione sia negli steli stessi della forcella che all'attacco del canotto della forcella. E nei mezzi che adottano questa soluzione esteticamente accattivante, i bracci del carro posteriore sono progettati (o dovrebbero esserlo) considerandoli delle vere e proprie "mensole", cioè con una sezione all'attacco decisamente superiore a quella alle estremità.
Per la realizzazione delle astine (che lavorano prevalentemente a compressione), ho utilizzato dei profilati tondi di alluminio diam.20 mm, acquistati in un bricocenter.
Alle estremità ho piantato ed incollato dei "tappi" di alluminio con foro filettato assiale [*]; a questo foro mi sono attaccato con delle viti al sedile (interponendo delle rondelle di diametro abbandonante per distribuire la sollecitazione sul sedile stesso e delle rondelle sferiche per evitare sollecitazioni anomale sul sedile stesso conseguenti alla non perpendicolarità tra asta e superficie del sedile ... cosa che i compositi non amano particolarmente).
[*] Consiglio di fissare i tappi in modo che non si sfilino nel caso di sollecitazione a trazione ... che evidentemente può capitare dopo avere preso qualche buca. Voce dell'esperienza
Dalla parte del telaio ho utilizzato una soluzione "non ortodossa" quanto efficace, questo per utilizzare con semplicità gli attacchi dei freni ... ovviamente questo è possibile in quanto venivano utilizzati dei freni a disco.
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Si tratta di utilizzare una barra filettata (da bricocenter) e di piegarla brutalmente a freddo fino ad ottenere l'angolazione desiderata. Dadi autobloccanti completano il bloccaggio (dado + contro-dado)
La soluzione di "schiacciare" i tubi di alluminio alle estremità e di forarli per avere un attacco è a rischio cricche perchè il materiale di questi profilati ama poco una deformazione plastica così violenta.
Spero possa essere utile per questa ed altre realizzazioni.
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Nota:
Nella LOSNA LT ho mantenuto il concetto dell'unica asta a supposto del sedile.
Questo è reso possibile, nonostante supporti il peso di un adulto, perchè l'asta risulta centrale rispetto al sedile (sia nella zona di attacco al sedile che al telaio ... è in pratica posta sul piano di simmetria verticale del mezzo ... che simmetrico non è
).
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Due snodi sferici alle estremità garantiscono una sollecitazione puramente assiale dell'asticella.
Ma attenzione, tutto questo è anche possibile grazie ad un attacco inferiore del sedile robusto a sufficienza per resistere ad eventuali torsioni impresse alla seduta quando si pedala: