"Scollinare" è un verbo che deriva dal sostantivo collina, al quale viene preposta una -s- che origina dal latino ex (da,di) e che aggiunge un senso di allontanamento, come per montare e smontare.
(ammazzalo che forte! Ma 'ndo' l'avete trovato? )Non è verbo normalmente molto usuale, salvo che in campo ciclistico, dove è addirittura abusato.
Al suo senso originario infatti, che è quello di valicare le colline ed andare su è giù per esse qua e là per diporto, viene attribuito un senso particolare che è quello di raggiungere, di solito non senza una certa fatica e sofferenza, il punto in cui la strada, raggiunta la sommità di un monte d’una collina o un passo, assume la pendenza contraria, prendendo la veste di un’inebriante discesa piuttosto che della precedente fiaccante salita.
(bentista docet )Per questa ragione la sua semplice pronuncia provoca in chi ascolta, se si tratta di un ciclista, un immediato senso di sollievo ed un risveglio delle energie.
Scollinare è per noi ciclisti, per i bentisti in particolare ed a maggior ragione
, una parola magica. La fantasia vola e con gli occhi della mente si intravede già la conformazione del terreno dove si scollinerà; una strada che ad un certo punto, spesso di botto, spiana, ed allora è come se qualcuno t’avesse lanciato una corda e ti tirasse a lui facilitandoti l’avanzamento. Una sorta di salvagente del ciclista.
Questo salvagente, lo sapete come me e meglio di me, soprattutto quando siamo stanchi, si moltiplica virtualmente come d’incanto, facendoci intravedere la possibilità di afferrarlo anche dove non c’è e non c’è mai stato
; è infatti sufficiente che la pendenza si riduca leggermente qualche decina di metri più avanti perché il miraggio della ciambella prenda forma, lasciandoci però con un palmo di naso quando, nel momento stesso in cui allunghiamo la mano per afferralo, si sposta drammaticamente più avanti.
L’aspettativa, a questo punto, diventa paragonabile solo a quella di un bambino che attende il ritorno della mamma con un giocattolo nuovo.
Ma "scollinare" possiede anche un senso figurato, no?
Non è passato molto tempo, anzi a me in particolare sembra ieri, da quando stavo scrivendo per questo stesso forum un 3D che intitolai “Passaggi obbligati”, nel quale, in breve, veniva descritta la situazione di declino della stagione estiva ed il conseguente passaggio ad un periodo che ci avrebbe visti, sebbene attivi, certamente meno motivati e con l’unico reale obiettivo di mantenere, senza spremerci ancora, quel minimo di forma che ci avrebbe consentito di riprendere rapidamente l’attività al ritorno della buona stagione.
Ebbene, adesso, dopo innumerevoli raid più o meno tranquilli in quel di Borgo Grappa o giù di lì, una località che è meta invernale fissa delle mie escursioni, nell’evidente e protervo tentativo di far sì che la bici, prima o poi, mi porti lì
motuproprio, come il mulo del mio bisavolo che ormai conosceva a menadito tutte le osterie dove la buonanima era solita fermarsi, comincio ad avvertire la sensazione opposta.
Sarà che siamo quasi a cavallo d'anno ed un certo tipo d'atmosfera prende corpo, fatto sta che la coscienza di una nuova stagione che si avvicina a grandi passi e ci chiamerà, se lo vogliamo, a nuovi impegni, comincia a delinearsi.
Il mio "calendario" comincia già a riempirsi: il contenitore con l'avanzare dell'età diviene sempre meno capiente.
Sono già presenti quattro "randonnée" sicure, una delle quali celebrativa della prima Roma-Napoli-Roma di inizio secolo e che sarà fatta con bici ed abbigliamento d'epoca, il resto appartiene ad un super brevetto mare-monti-laghi che lo scorso anno, causa maltempo, mi è sfuggito per un soffio. Ci saranno poi alcune escursioni dolomitiche in MTB ed un "Sella ronda bike day".
Mi manca almeno un raduno di reclinate per chiudere già in bellezza, ma ci spero proprio.
Insomma gente, abbiamo praticamente quasi
scollinato dopo la salita dell’autunno e di un inverno ancora lungo da passare, ma abbiamo ormai intrapreso la discesa verso le prossime avventure. L'equinozio è già bell'e passato. Qui sta il senso figurato che dicevo.
Tutto 'sto sproloquio perché volevo chiedervi quali siano i vostri progetti, se ne avete già di pronti. Un cordiale “in bocca al lupo” a tutti. Che la prossima stagione vi possa portare le soddisfazioni che andate perseguendo, anzi, è certo, con questo mio augurio vi darà più di quanto voi vi aspettiate.