Votes taken by ninbus

view post Posted: 10/9/2014, 11:29     +1Reclinata e ginocchia - Argomenti Generali
@LoScozzese: effettivamente la bici, insieme ad altri provvedimenti, come la correzione degli effetti di eventuali disallineamenti articolari e problemi di appoggio del piede, viene consigliata a chi ha problemi di cartilagini del ginocchio, spesso aggravati da altre discipline sportive, come la corsa. La pedalata, però, deve essere agile e purtroppo, la pedalata reclinata, rispetto a quella in bdc, diminuisce la possibilità di pedalare in agilità ad elevata cadenza e, per di più, carica maggiormente il ginocchio, per un maggior utilizzo del muscolo quadricipite.
I dolori da sovraccarico, poi, sono causati, oltre che da problemi della cartilagine, anche da quelli legati a tendini, legamenti e menischi.
view post Posted: 17/7/2014, 13:22     +1I record di Barbara Buatois - Racing
La mia idea per un velomobile da competizione che possa essere usato anche su strada o su circuiti tortuosi, è un mezzo con carenatura molto aderente e affusolata, con ruote coperte, ma con la possibilità di aumentare la carreggiata, togliendo le parti di carena che coprono le ruote e cambiando i bracci di supporto ruota. Si potrebbe passare da una carreggiata di circa 45 cm, da usare su circuiti con curve ampie o soprelevate, a circa 80 cm, con ruote scoperte, per circuiti con curve strette o su strada. Un capolino con con ampia zona di accesso(tipo Milan), che possa essere tolto o traslato in avanti, completerebbe il mezzo, permettendo un'adeguata ventilazione a bassa velocità o in salita.
Io preferirei la trazione posteriore, perché una trazione anteriore poco caricata, è troppo soggetta a perdite di aderenza.
Riguardo all'aerodinamica, avrete notato che i costruttori di velomobile performanti, privilegiano una corda molto arretrata, in modo da ottenere un'ampia zona anteriore a flusso laminare e una coda ridotta, dove il flusso sarebbe comunque turbolento, a meno di non ricorrere a code lunghissime.
view post Posted: 9/7/2014, 18:07     +3Recumbent Trike Design - Link
Una interessante analisi delle varie tipologie di trike, e una esauriente spiegazione in lingua inglese, di tutti quegli aspetti utili alla progettazione e successiva costruzione del proprio tre ruote reclinato.
https://dl.dropboxusercontent.com/u/548913...gn%20Primer.pdf
view post Posted: 3/6/2014, 21:02     +1Freni Tektro e freni BDC - Soluzioni tecniche
Tektro fa molti modelli di freni. I 730 sono dei normali caliper con la possibilità di regolare i pattini sino ad una distanza di 57 mm. La differenza tra front e rear consiste nella lunghezza del perno e vale per tutti i freni.
Le versioni a tiraggio laterale possono essere utilizzate sulla forcella delle reclinate, per evitare interferenze del cavo, con telaio o catena.
view post Posted: 21/5/2014, 13:18     +39 Colli 2014 - Racing
Questa volta, pensavo proprio di non riuscire ad arrivare a Cesenatico!
Dopo una prima metà del percorso, percorsa a ritmo decente, tanto da aver raggiunto alcuni amici in bdc, partiti in griglia prima di me, superato il bivio tra lungo e medio, incomincia il calo. Poiché le salite passano, anche se a ritmo ridotto, decido, erroneamente, di non fermarmi il tempo necessario a recuperare. La situazione, rapidamente , peggiora e non riesco più a mangiare e bere. Però mancano solo due salite e decido di continuare, anche se il tratto al 16% del Gorolo, mi fa' penare. Dopo il Gorolo, c'è un tratto di saliscendi e poi 30 km di discesa e pianura. Arrivo a Borghi, il paese dove inizia la discesa e improvvisamente mi prendono conati di vomito e senso di svenimento :sick: :sick: . Mi sdraio rapidamente su di una panchina e aspetto che passi. Appena cerco di rialzarmi, il trambusto ricomincia, però l'intensità tende a diminuire progressivamente. Passa il furgone "ramazza" e mi chiede se voglio essere trasportato sino a Cesenatico. Rifiuto, perchè non mi va' di rinunciare a soli 30 km. Rimango sdraiato per circa tre quarti d'ora, il vomito e le vertigini passano, riesco a bere un po' e così, decido di ripartire. Mi accodo ad un gruppetto di bdc e arrivo senza ulteriori problemi, a Cesenatico.
Mi sa che per il prossimo anno, invece di pensare alle 10 ore, prenderò in considerazione il percorso corto, oppure, potrebbe essere il caso di usare la bdc :unsure:

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view post Posted: 18/2/2014, 00:49     +4Reclinata in legno - Autocostruzione
Volevo costruire una reclinata turistica per mia moglie e nello stesso tempo esplorare nuove soluzioni costruttive.
E così, invece del "solito carbonio", ho deciso di usare il legno. Compensato di betulla, struttura monotrave e ruote piccole. A dir la verità, quando mia moglie ha visto il telaio, ha subito sbottato: " ecco, la tua bella leggera in carbonio, la mia, un massello di legno". A nulla sono valse le mie spiegazioni, che magnificavano il telaio vuoto all'interno. Si è calmata solo quando ho promesso di applicare un motore elettrico, che avrebbe sopperito al peso, non certo leggerissimo.

Qualche foto della bici ancora incompleta nelle finiture. Il legno è stato trattato in superficie, solamente con una mano di top coat epossidico, dato a pennello, per proteggerlo durante le lavorazioni e le prime prove su strada. Anche le parti in alluminio devono essere ancora rifinite e verniciate. Quando il tempo sarà più caldo, dopo accurata carteggiatura, darò ancora una mano di epossidica e 2 o 3 mani di poliuretanica a spruzzo.

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Per la forma del telaio, mi sono ispirato alle realizzazioni di Sam Bennett, di cui ho trovato solo una foto della FWD e un paio della versione a trazione posteriore.
Per il tipo di legno, mi sono orientato sul compensato di betulla da 4 mm, molto più resistente di quello comune in pioppo e reperibile con relativa facilità in fogli da 153 x 153. Non è quello aeronautico di primissima scelta, che costa un botto, ma per le mie esigenze, più che sufficiente. L'ho acquistato da un commerciante di legnami di Lissone, in Brianza.

Per prima cosa, ho fatto una dima in perpex con la forma delle sezioni del telaio e le ho riportate sui fogli di compensato.

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Poi, con pazienza, le ho tagliate con una piccola sega a disco e col seghetto alternativo. Più i tagli sono precisi e meno tempo si perde poi nella finitura del multistrato incollato.

Il passo successivo è stato la definizione di una dima per l'incollaggio dei vari strati, in forma di curva d'arco.

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Per la dima, ho usato materiali di recupero e l'incollaggio è stato fatto in due tempi. Prima i 10 strati forati, poi, dopo la rifinitura delle cavità, le superfici esterne. Gli strati sono 12, con l'aggiunta di ulteriori 2 nella zona che va dal tubo di sterzo al movimento centrale e altri due piccoli, solo in corrispondenza del foro del MC.
Per tenere in compressione gli strati, durante l'incollaggio, ho usato il sacco del vuoto.

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Dopo un lungo lavoro di finitura con la levigatrice e la smussatura dei bordi, ho fatto, con le frese a tazza, i buchi del tubo di sterzo e del movimento centrale. Questi fori sono abbastanza critici, perchè se si sbaglia, bisogna rifare il telaio. Ho dovuto fare dei pezzi specifici per bloccare il telaio sulla base del trapano a colonna per poi fare i fori guida. Verificato che i fori guida avessero le esatte inclinazioni, ho proceduto con le frese a tazza.

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L'incollaggio del tubo del movimento centrale, che ha una zona di diametro inferiore rispetto alle estremità, è stato perfezionato iniettando adesivo strutturale tramite un foro sul naso del boom.

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Il tubo dello sterzo, oltre ad essere incollato, è anche spinato dal perno della puleggia del rarmo in tiro della catena.

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Terminata la struttura principale del telaio, ho costruito i forcellini della ruota posteriore, ricavati da un angolare di alluminio e il sedile, che descriverò domani.

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view post Posted: 6/1/2014, 18:30     +1Comparazioni in salita - Argomenti Generali
CITAZIONE (recumbent @ 6/1/2014, 16:47) 
:lol: :lol: :lol:

fantastico!
basta postare un messaggio qualsiasi che parla di prestazioni delle reclinate e soprattutto di salita, che si scatena l'inferno!
assolutamente divertente; questa volta non è intervenuto ilFennec ... ma sarà solo questione di tempo ...

può darsi che Mike Burrows sia solo un eccentrico inglese con strane idee sulle biciclette e che i suoi risultati, anche a servizio di blasonate ditte che producono biciclette tradizionali, ottenuti con bici tradizionali e reclinate, siano solo delle balle colossali ... io, assolutamente non titolato a parlare di prestazioni, mi limito a gettare l'esca ed a vedere le reazioni, anche davanti alle affermazioni di buon senso di uno dei mostri sacri del ciclismo degli ultimi decenni

p.s.: mi chiedo allora perchè frequentare un forum dedicato a dei mezzi così strampalati ... ;)

Possiamo anche assistere a fenomeni di duplicazione :o: (sdraio a pedali+sdraio a pedali1)
view post Posted: 28/11/2013, 18:00     +1Mondiali Hpv 2014 a Besançon - Racing
Forse sarebbe ora che PU smettesse di ignorare questo forum e il fatto che molti dei pochi appassionati e praticanti di HPV, preferiscono ritrovarsi qui a discutere e non sul forum di PU.
Questa, comunque, non è una situazione tutta italiana. In Francia, dove i praticanti ciclismo reclinato e HPV, sono in numero molto superiore rispetto a noi, esiste un'organizzazione France-HPV, fondata nel 1992. Dal 2006 ha anche un sito proprio www.france-hpv.org/ , aggiornato sino al 2009 e una sezione dedicata nel Forum du Vélorizontal, dal 2007.
Sapete quanti topic ci sono dal 2007? Ben 27!
E' proprio la mentalità un po' "chiusa"di PU, che mi ha indotto a non rinnovare la mia iscrizione.

PS Ho messo qui alcune mie considerazioni, anche se OT, per evitare a palinz di doversi perdere tra le molteplici sciocchezzuole che raccontiamo. E pensare che, al contrario di chi non segue nessun forum, alcuni che partecipano a BRI, seguono anche diversi forum stranieri.
view post Posted: 10/11/2013, 19:27     +2Sondaggio su un ipotetico raduno di BRI - Resoconti e archivio eventi
Io sono decisamente favorevole a settembre(che è ancora estate) e ritengo che il sondaggio non debba essere vincolante, ma solo indicativo.Inoltre gli organizzatori devono avere ampia libertà d'azione e decisione.
view post Posted: 22/10/2013, 12:57     +1Randonée delle foglie morte 2013 - Resoconti e archivio eventi
Vorrei far notare che il 30% di vantaggio, riportato da Bonazzoli, è riferito alla potenza applicata e non alla velocità, come qualche entusiasta vorrebbe far credere. Le misurazioni col PowerTap le avevo fatte anch'io un paio di anni fa', in ambiente meno controllato rispetto al velodromo e mi avevano dato risultati simili.
Il vantaggio velocistico della reclinata, in pianura, si aggira intorno al 10%. Può aumentare se si usano ruote molto aerodinamiche con tubolari e con determinati assetti o tipologie; diminuisce se la bdc è da crono.
Nel confronto fatto da Bonazzoli, il riferimento era bdc con assetto ad impugnatura alta. Basterebbe usare l'impugnatura bassa per avere, a 40 km/h, un netto miglioramento dei valori.
Quando ero ancora ben allenato ad usare la bdc, riferendomi alla frequenza cardiaca, avevo notato che, a parità di velocità, il vantaggio da ciclista verticale in scia, era decisamente maggiore rispetto a quello di reclinato all'aria.
Personalmente, usando una HR con assetto decisamente reclinato, non riesco a sfruttare bene la scia di una bdc, perchè tendo a stare distante, per ragioni di sicurezza.
Durante questa rando, in previsione di pioggia, avevo montato ruote pesanti, a 32 raggi e copertoni Durano Plus, che sono quasi imperforabili, ma anche dei pezzi di legno. Per di più, l'anteriore aveva la dinamo nel mozzo, perchè, essendo partito da casa alle 6, per raggiungere Cardano, avevo bisogno di un'illuminazione efficace. Tutti fattori che hanno piombato la M5 :sick: . La frequenza cardiaca media registrata dal Garmin, è stata di 160, valore che raggiungo solo in giri brevi con i gruppi veloci, a medie vicine ai 40 km/h.
Visto che ormai ilfennec viene considerato un semidio, alla prossima rando mi porterò una sua immaginetta sul cuore :lol:
Magari riesco ad andare più forte :P
view post Posted: 10/10/2013, 12:52     +1Bici superleggera, conviene davvero? - Argomenti Generali
Il bello del forum e' che si può discutere senza troppe remore, come al bar, tra amici, dando dell'intelligentone ad uno che non si conosce, o paragonare un certo trike ad un mezzo per disabili. Tutto questo senza voler offendere nessuno. :)
view post Posted: 21/11/2012, 11:35     +1PROGETTO MANGUSTA - Autocostruzione
CITAZIONE (Giuliano F @ 15/11/2012, 13:33)
Visto che ora hai anche gli stampi non è che mi costruiresti un boom in carbonio ed un sedile per la Slyway? ;)
Ciao

Certamente, pagando :P :P Ma hai notato che ci sono ben 4 fascette da elettricista! :lol: :lol:




>> Daniele (Nimbus) vuoi condividere con noi il processo di realizzazione del tubone?
- che tipo di fibra hai usato? (grammi/m^2 - uniderezionale o cosa - ...)
Due strati di calza+uno di plain da 200 g/mq, per il tubo primario, 4 strati di unidirezionale+2 di biassiale 90° 300g/mq+calza finale per la successiva laminazione del tubo definitivo. Lo spessore totale è di 4 mm e in alcune zone anche superiore per la sovrapposizione degli strati, che erano un po' abbondanti come dimensioni.
- quanti strati? semplicemente arrotolati come una stoffa in merceria o come?
Arrotolati, dopo averli impregnati ed aver eliminato l'eccesso di resina con una spatola in silicone
- perchè non hai usato una "calza" di tessuto di carbonio come strato finale?
L'ho usata, ma la calza di grande diametro, acquistata da Shaller, è difficilmente maneggiabile e i trefoli tendono a non rimanere piatti, e a disporsi come cordoncini intrecciati
- come hai fatto a stabilire lo spessore del tubo? (io vorrei trovare l'equivalente comportamento di un tubo di alluminio di 60 mm di diametro esterno e spessore 2.5 mm - è già sovradimensionato, ma è un punto di partenza sicuro)
Sono partito dall'idea che per avere, con la laminazione manuale, eguali caratteristiche del tubo Carbent originale da 2mm, avrei dovuto adottare un fattore correttivo di 1,5. Sono stato poi, più abbondante per avere un tubo assolutamente rigido e sovradimensionato
- come hai fatto ad estrarre il tubo arancione che ti è servito come modello dopo la polimerizzazione della resina?
Dopo i distaccanti, ho avvolto la carta da forno. L'estrazione è stata comunque, abbastanza difficoltosa
- marca e tipo della resina e del distaccante?
Come distaccante due mani di cera e poi due di polivinilico. La resina è Epoxy Laminating Resin System HP-E111L, tempo di lavorazione 110 minuti www.hp-textiles.com/shop/index.php?...osity-1054.html
- ...
- ...
ma quante domande! beh, dopo la presentazione di questo capolavoro (e lo dico perchè è così, avendo visto tante altre autocostruzioni anche sui forum stranieri), mica penserai di cavartela con così poco?!? ... intanto fuori fa freddo e tanto vale scrivere un po' di più sul forum che andare a pedalare ^_^

Edited by =LoScozzese= - 28/11/2012, 18:03
view post Posted: 15/11/2012, 11:54     +3PROGETTO MANGUSTA - Autocostruzione
SANY1772

Il "progetto MANGUSTA" nasce dalla volontà di realizzare una reclinata autocostruita che mi permettesse di esercitarmi nella laminazione del carbonio e che mi desse la soddisfazione di poter utilizzare un mezzo costruito con le proprie mani.
Per evitare le incognite di un progetto originale e magari inusuale, ho deciso di clonare un modello commerciale molto apprezzato, anche se non particolarmente diffuso, che potesse rispondere a determinati requisiti, senza creare troppi problemi o sorprese.
Uno dei requisiti principali, era quello di perseguire la maggior rigidità possibile del telaio e l'ottimizzazione della linea catena, in modo da rendere il trasferimento di potenza, dai pedali alla ruota, il più efficiente possibile. Insomma, volevo una bent che rispondesse al colpo di pedale, come una bdc, da questo punto di vista, molto avvantaggiata, con i suoi triangoli e con il carro cortissimo. Basti pensare ai 40 cm. tra il movimento centrale e mozzo di una bdc, contro il metro e mezzo di una reclinata, per di più, con un monotrave senza triangolazioni.
La "Carbent Raven" era il modello che meglio interpretava questi requisiti.
Telaio dritto, sedile integrato nella struttura del telaio a formare il triangolo posteriore, linea catena di pochissimo angolata e che passa all'interno del carro posteriore, allineata con l'asse del tubo principale.
Per esaltare ancor di più queste caratteristiche, ho deciso di non dare troppa importanza al peso e fare dei componenti surdimensionati negli spessori. Quanto possa influenzare il peso in salita, è cosa risaputa e verificata. Si tratta di secondi (non minuti) per ogni chilo, per mille metri di dislivello.
Quanto possa influenzare la rigidità del telaio e la linea di catena, non lo sappiamo e per andare sul sicuro ho preferito abbondare con gli strati di carbonio, tenendo anche presente che una laminazione manuale, non ha le stesse caratteristiche di quella fatta con pre-impregnati e autoclave.
Per gli stessi motivi ho deciso di costruire sia il sedile sia il boom, nonostante ci fosse la possibilità di utilizzare componenti commerciali, mentre, ho acquistato il carro posteriore, il tubo di sterzo e la forcella, tutti di origine Dedacciai.
Il carro, in origine, è destinato ad essere incollato ad un telaio in alluminio, mentre la forcella è una full carbon, cannotto conico, 1" e 1/8 superiormente, 1" e 1/2 inferiormente, giusto per complicarsi un po' la vita.
L'idea originaria era di fare un tubo principale composto da due parti, una interna sottile, da unire, senza incollare, alla parte interna carro posteriore basso, tramite un raccordo in carbonio leggermente angolato e poi laminare al di sopra il resto degli strati mettendo il tutto nel sacco del vuoto.
Facendo alcune prove con fibra di vetro, mi sono reso conto che il tubo primario, quello più interno, non poteva essere troppo sottile, perché si sarebbe deformato con la pressione esercitata dal sacco del vuoto, inoltre mettendo i pezzi in dima, ho appurato che non era necessario angolare il tubo principale con il carro basso per non interferire con la catena, ma si poteva tenerlo allineato, pur con la catena che sfiorava il carbonio. Nella Carbent originale, infatti, il forcellino Deda, viene sostituito da un altro fatto al CNC, che permette di alzare il perno del mozzo e allontanare la catena dal fodero orizzontale del carro posteriore. Per cui ho fatto un tubo principale primario, laminando 4 strati di carbonio su di un tubo arancione da edilizia, diametro 63 mm, e mettendo il tutto sotto vuoto. Purtroppo, durante la fase del vuoto, si sono manifestati alcuni inconvenienti, in particolare, siccome mi ero dimenticato di tappare le estremità del tubo, il sacco veniva risucchiato all'interno, poi, il sacco stesso, stringendosi attorno al tessuto aeratore, formava delle grinze, che in parte si trasferivano anche ai tessuti sottostanti. Il risultato è stato un tubo un po’ grinzoso, che ho deciso di non rifare, ma di carteggiare per togliere le pieghe, anche se ciò ha comportato un indebolimento dello stesso. Tanto, questo tubo sarebbe servito da anima per quello principale e avrebbe fornito la posizione al carro posteriore.

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Il passo successivo è stato quello di fare un raccordo in polistirene ricoperto di carbonio tra l'interno del tubo e l'interno del carro, con adesione al tubo ed isolamento dal carro, in modo da poterlo sfilare.
Poi, laminazione del tubo principale su quello primario e sull'esterno del carro, in modo da ottenere un tubo definitivo che avesse nella parte anteriore un diametro interno esatto per alloggiare il boom e, nella parte posteriore, una doppia parete che potesse essere incollata sia all'interno, che all'esterno della base del carro.
La laminazione è stata fatta manualmente, senza applicazione del vuoto, per evitare la formazione di grinze. Avevo previsto anche uno strato finale in tessuto 3k, a scopo estetico, ma alla fine ho rinunciato, perché il tubo aveva già uno spessore eccessivo.
Naturalmente ho dovuto accettare la presenza di numerosi buchini che si formano tra le fibre e che risulta molto laborioso eliminare. A lavoro finito, prima della verniciatura, ho stuccato solo quelli più evidenti.
La separazione del tubo principale dal carro, nonostante l’abbondante uso di distaccante e nastro isolante, non è stata agevole. Ho dovuto mettere in trazione i due pezzi sul tavolo da falegname, dopo averli imbragati con fettuccia da alpinismo.

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LA PROVA DI CARICO
Prima di proseguire con le successive fasi di costruzione, ho fatto una prova di carico per testare la resistenza e la deformazione del tubo, lungo 120 cm. Per fare ciò, ho costruito un supporto costituito da uno scatolato in ferro 10x10 e due travetti in legno della stessa misura, uniti a formare una U. Il tubo, appoggiato alle estremità sgolate dei travetti, è stato agganciato sulla metà con una fettuccia da roccia e messo in trazione col tramite di un dinamometro dalla portata massima di 300 kg. Nella foto si legge il carico di 263 kg, ma la trazione aveva raggiunto i 300 kg, solo che il nodo della fettuccia si rilasciava leggermente per la tensione e, tempo di prendere la macchina foto, il valore si era già abbassato. La flessione misurata dal tubo ad una trave in acciaio del soffitto della cantina, è di circa 2 mm.

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Vediamo ora le altre parti che, insieme al tubo principale, vanno a costituire il telaio:

IL SEDILE

Il sedile è stato ottenuto facendo lo stampo di un originale M5.
Lo stampo è servito per laminare e polimerizzare sotto vuoto, il guscio inferiore.
Poi è stata laminata la parete superiore, sempre col vuoto, dopo aver riempito con schiuma poliuretanica, le cavità delle nervature. Avevo pensato anche ad altre metodiche per evitare di lasciare la schiuma all'interno, ma questa mi sembrava la più veloce. Purtroppo non avevo a disposizione del gelcoat, perché, con lo stampo, la superficie esterna risulta già molto ben rifinita, ma col gelcoat, non avrebbe neppure bisogno di verniciatura. Naturalmente, sia nella costruzione dello stampo, che nella laminazione, bisogna essere molto attenti nell'utilizzo degli isolanti-distaccanti, pena la perdita del modello, dello stampo o del pezzo.

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IL BOOM

Il boom è stato ottenuto facendo uno stampo in due semigusci, di un tubo pvc da 63 mm.
Gli trati di carbonio sono stati laminati su di un tubo leggermente più piccolo di diametro e poi posti nello stampo con una camera d'aria da mtb, opportunamente tagliata e sigillata, all'interno. Una volta chiuso lo stampo, mettendo in pressione la camera d'aria, gli strati di carbonio scivolano e si espandono contro le pareti. La pressione va mantenuta sino a polimerizzazione completata e il risultato sarà un tubo con diametro esterno esatto, che si potrà inserire nel telaio.


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Con una fresa a tazza, si esegue il foro per il movimento centrale, dopo aver bloccato il tubo su di una dima e sul piano del trapano a colonna.

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Il tubo in alluminio del MC, viene rivestito in fibra di vetro e poi incollato, dopo averlo posizionato in dima. Successivamente, viene spinto tessuto di carbonio e un mix di epossidica con sfioccato di cotone, davanti e dietro al tubo del MC, per mezzo di due pistoni sagomati in polistirene+pellicola isolante. Ciò consente di fare un blocco tra MC e boom.

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Per completare il boom, si incolla alla giusta inclinazione un pezzo di tubo da 1" e 1/8, recuperato dal taglio di una forcella. Ad incollaggio terminato si rinforza la giunzione con tessuto di carbonio e stucco strutturale (epoxi+sfioccato di cotone). Con lo stesso procedimento ho fatto la sede del perno della puleggia, in modo da non dover bucare il tubo del telaio.

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Per completare il boom, si incolla alla giusta inclinazione un pezzo di tubo da 1" e 1/8, recuperato dal taglio di una forcella. Ad incollaggio terminato si rinforza la giunzione con tessuto di carbonio e stucco strutturale (epoxi+sfioccato di cotone). Con lo stesso procedimento ho fatto la sede del perno della puleggia, in modo da non dover bucare il tubo del telaio.
Ora è la volta delle congiunzioni che permetteranno l'unione del sedile e del tubo di sterzo al telaio.

LE CONGIUNZIONI

Le due congiunzioni del tubo di sterzo, che servono anche da rinforzo del telaio in una zona dove sono stati fatti due fori di grande diametro, sono state abbastanza laboriose da fare e da incollare.
Per prima cosa bisogna approntare una dima che permetta di fissare il tubo del telaio al piano del trapano a colonna, con una inclinazione di 8° e poi fare due fori centrati e coassiali di diametro diverso, poiché il tubo di sterzo è conico.

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In seguito si fissa il tubo di sterzo al telaio con punti di stucco epossidico, dopo aver montato forcella e movimento, in modo da avere una posizione esatta in dima. Si esegue la laminazione degli starti di carbonio attorno alla parte superiore del tubo di sterzo, alternati e parzialmente sovrapposti a quelli sul tubo telaio, poi si mette il tutto in pressione con termo restringente e controforma.
Si ottiene così la congiunzione superiore che può essere sfilata verso l’alto. Quella inferiore, una volta laminata e polimerizzata, essendo costruita su di un tubo conico, andrà tolta dal telaio insieme al tubo di sterzo, dopo averlo separato dai punti di fissaggio in stucco epoxi.
Per la stessa ragione, ovvero per la conicità del tubo di sterzo, l’incollaggio delle congiunzioni, andrà fatto in un unico passaggio, incollando congiunzioni, telaio, tubo di sterzo e sedi metalliche dei cuscinetti; il tutto con la forcella e il movimento montati e messi in tensione, isolati da eventuali infiltrazioni di adesivo strutturale e bloccati in dima.

Congiunzione inferiore
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La congiunzione inferiore del sedile, si ottiene laminando il carbonio attorno a due forme in gomma siliconica, corrispondenti ai due canali vuoti, e tra il tubo telaio e il fondo del sedile opportunamente isolati. Le forme in gomma siliconica, sono state ottenute premendo la gomma in fase malleabile, tra il telaio e il sedile con l’interposizione di lastre in cera a spessore costante di 2 mm, opportunamente sagomate dopo essere state scaldate sino a renderle modellabili.

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La congiunzione superiore si ottiene facendo prima due parti, una attorno al tubo del carro, l’altra sul fondo del sedile. Si incollano i due pezzi dopo averli posizionati in dima e si finisce con un’ulteriore laminazione di carbonio. L’incollaggio delle congiunzioni con telaio e sedile sarà ultimato dopo aver fissato il tubo principale al carro e allo sterzo.


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BATTICATENA

Terminato il montaggio della reclinata, ho potuto verificare meglio il passaggio della catena rispetto ai foderi orizzontali del carro. La catena non interferisce col telaio finché rimane in trazione, può battere sul carbonio solo quando ci sono dei sobbalzi con la catena non in tensione. Per evitare di rovinare il telaio, ho deciso di modellare un batti - catena in tessuto di kevlar, direttamente sul tubo e, dopo averlo rifinito, l’ho incollato. Il kevlar è giallastro e per mimetizzarlo meglio, l’ho laminato con resina epossidica e pigmento nero. Purtroppo il kevlar è difficile da rifinire perché la fresatura e la carteggiatura, provocano lo sfilacciamento del tessuto, che è molto tenace. Per questo i bordi del batti-catena sono rimasti un po’ irregolari.

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IL POGGIATESTA

Usando un sedile molto inclinato, il poggiatesta, o poggia nuca, diventa indispensabile e deve essere comodo ed anatomico, senza interferenze col casco.
Per farlo il più aderente possibile, ho preso una specie d’impronta della zona nucale, usando una lastra di cera ammorbidita col calore, ponendola a contatto con la nuca, sino al suo consolidamento.
Sulla base della forma, ho costruito un piccolo stampo e poi ho laminato la zona di appoggio.
Il gambo, invece, è stato fatto con 4 strati di carbonio+1 di kevlar, irrigiditi da due nervature ottenute con un’anima di polistirene.
Le due parti, appoggio e sostegno, sono state unite fissando il gambo al sedile e incollando provvisoriamente l’appoggio con la testa in posizione. Il tutto è stato poi unito definitivamente con stucco strutturale e tessuto in carbonio.
In seguito ho ricavato delle asole, al posto dei buchi, in modo da poterlo spostare in verticale. Da notare che l’appoggio può scendere anche al di sotto del limite superiore del sedile.

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Il fissaggio del boom scorrevole col telaio è ottenuto per mezzo di un grosso morsetto in metallo. La forza che deve fare è notevole, perché il tubo del telaio spesso 4 mm , non cede tanto facilmente. Pensavo, però, di costruire un morsetto in carbonio e viti in metallo.

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Anche la parte terminale del boom riceverà presto un supporto per il fanale, da nascondere, quando non in uso, con un tappo a forma di ogiva.
Gli incollaggi sono stati eseguiti con adesivo epossidico strutturale Shaller e Loctite 9466. Il primo è molto denso e difficilmente miscelabile col catalizzatore. L’ho utilizzato negli incollaggi dove c’era più spazio tra i pezzi. Quello della Loctite, consigliatomi da Marcosan che lavora nel settore, si presenta in cartuccia a due vie ed è abbastanza fluido e facilmente miscelabile anche a mano, senza utilizzare le apposite cannule.
Quest’ultimo l’ho utilizzato per gli incollaggi più critici, in particolare quelli tra metallo e carbonio.
La verniciatura mi ha creato qualche difficoltà. L’intenzione era di dare un fondo epossidico e poi una finitura poliuretanica. Come fondo ho utilizzato il top coat epossidico, stessa marca della resina da laminazione. Il top coat fornisce uno strato lucido, molto duro e resistente.
Fatte delle prove su di un campione, sembrava che tutto andasse bene, ma, una volta iniziata la verniciatura del telaio, sono iniziate le sorprese. Per prima cosa, ho voluto verniciare a spruzzo pur non essendoci indicazioni in tal senso nella scheda tecnica. Sia la regolazione della pistola, che la diluizione della vernice, erano molto difficoltose e il risultato era una superficie irregolare e a buccia d’arancia. Per di più, i piccoli forellini presenti sulla superficie del carbonio, venivano dilatati a dismisura dalla vernice, che sembrava ritirarsi attorno ad essi. Per cui, carteggiatura e stuccatura delle piccole irregolarità. Poi verniciatura a pennello con top coat addizionato ad un componente tixotropico.
La verniciatura sembrava venuta bene, ma, dopo un adeguato tempo di asciugatura, un’ulteriore sorpresa.
Il top coat non era indurito! Vado subito a verificare i contenitori della resina e mi rendo conto di aver pesato due volte lo stesso componente, invece di resina+catalizzatore! Mi tocca togliere tutta la resina non catalizzata e pulire bene con solvente. La successiva stesura del top coat non ha dato luogo ad inconvenienti, ma il risultato finale era una superficie molto lucida che non mi piaceva.
Per questo motivo, la successiva verniciatura è stata eseguita con trasparente poliuretanico semilucido. La riuscita è stata soddisfacente, anche se non paragonabile a quella del gelcoat nello stampo o ad una verniciatura pigmentata dopo stuccatura pesante. Infatti, per lasciare trasparire la trama del tessuto di carbonio, la stuccatura deve essere sempre leggera.
Termino qui questa semplice relazione sulla mia autocostruzione, anche se ci sarebbero molte altre cose da dire. Il tipo di montaggio e i componenti possono essere dedotti dalle foto. Qualche numero per avere un’idea del dimensionamento del telaio.
Interasse:120cm.
Inclinazione sedile:20°
Angolazione tubo di sterzo: 72°
Altezza seduta:65cm.
Peso:?????? Diciamo che il peso in ordine di marcia, con pedali, poggiatesta, cuscino è pari a quello della M5 midracer montata XT+tripla, cioè 11kg.
La maggior parte dei materiali sono stati acquistati on line da HP-Textiles www.hp-textiles.com/shop/index.php?...a96a2a495903#98
e da Shaller www.schaller-compositi.it/ecomm/site.php?mode=LST&cat=50
Comunque, il progetto Mangusta non è ancora terminato e prosegue con la costruzione di un codino aerodinamico e la sperimentazione di un variatore di assetto.
Le impressioni d’uso le metterò più avanti in un altro post.

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Dimenticavo, questa è la Carbent Raven originale

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Edited by ninbus - 15/11/2012, 13:50
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