Cari amici reclinati,
Se non v'ho ancor stufati
Con la MORA e con la ROSSA
Questo è il dì della riscossa,
Della MORA un po' gelosa
Che si sente trascurata
E mi chiede un po' imbronciata
Oggi usciamo insieme? O cosa?
Ebbene sì, alla fine sono uscito con l'M5, in direzione collina per sfruttare l'ultimo Sabato utile prima dell'ennesima chiusura.
Troppa era la curiosità di testare le ultime modifiche apportate:
1) la ruota posteriore da 88 mm. ancora a chilometri zero.
2) la soluzione della catena bassa, che regala sì più efficienza e sileziosità alla trasmissione ed è fantastica in pianura, quanto però questa configurazione "da pista" avrebbe compromesso la guidabilità in salita ed il controllo alle basse andature?
3) Sarei riuscito ugualmente a percorrere i tornanti a destra?
4) La scelta di sostituire il cuscino originale Ventisit con un più sottile Novosport, apparentemente più confortevole, si sarebbe rivelata azzeccata dopo ore di permanenza in bici?
Sono le 9:00 di mattina e parto da casa, armato di belle speranze, nonostante la nebbia che non accenni a diradarsi.
L'intento è quello di tornare al Monte della Croce, la salita affrontata in REV nel fine settimana precedente, poi se le sensazioni saranno buone, la Pietramora.
Durante il percorso di avvicinamento alla collina, ho modo di testare il confort del sedile Novosport.
Nonostante sia meno spesso del Ventisit, risulta essere più confortevole nell'assorbimento delle vibrazioni causate delle irregolarità dell'asfalto.
Infine, essendo più sottile del Ventisit, mi consente di recuperare quel paio di centimetri di sedile che mi era sempre andato un filo corto, permettendomi finalmente di tenere tutta la schiena in appoggio.
Le sensazioni in pianura sono più che buone. Il ronzio della catena sulla puleggia, si avverte ora a malapena, mentre al posteriore il caratteristico sibilo della ruota in carbonio a profilo alto, si sente eccome!
Forse anche la borsa Aero darà qualcosina in guadagno aerodinamico?
Chi può dirlo con certezza... fatto stà che sto facendo girare le gambe al minimo, per tenermi tutte le cartucce per la salita e comunque sto già viaggiando a 29-30 orari.
La nebbia inizia a diradarsi solo una volta attraversata la via Emilia e riesco finalmente ad intravedere le sagome sfocate delle colline circostanti. Giunto all'incrocio che porterebbe a Oriolo dei Fichi, svolto a sinistra ed inizio la salita già percorsa la Domenica precedente con la ROSSA.
Differenze? Beh, tra le due bici c'è un abisso.
La REV è sicuramente più scattante e reattiva.
Per contro con l'M5, posso permettermi il lusso di salire andando al risparmio, perchè a cinque chilometri all'ora riesco ancora a mantenere un buon controllo della bici e non devo dissipare energie nel cercar di fare andar dritto un mezzo che è prossimo alla velocità di stallo.
Insomma, al momento la mia sensazione è stata questa: con la REV sono andato più forte su quella salita perchè:
a) effettivamente va di più
b) perchè ha una architettura che mi costringe ad andare di più (la mia attuale velocità di stallo in salita è di 6 chilometri orari con la REV e 4,5 con l'M5).
Risultato? Sono arrivato in cima meno provato con l’M5 perchè ho avuto la possibilità di salire più lentamente.
Caspita che differenza di temperatura! Partito da casa con tre gradi e mezzo e tanta nebbia, qui in collina diciotto gradi e sole! Purtroppo la foschia non consente alla vista di spaziare sulla pianura e oltre, fino al Mare Adriatico.
E' giunto il momento di testare i freni per la scoscesa rampa di Via Croce.
Accipicchia! Nonostante la combinazione pastiglie freni e cerchi sia la stessa che è sulla REV (CORIMA rossi all'anteriore), l'M5 mi sembra decelleri molto di meno! Forse saranno le leve freno che sono in una posizione più svantaggiosa e non mi riesce di azionarle con la stessa forza? Forse non ho azzeccato la regolazione dei freni? Forse la pastiglia anteriore destra si è un po' unta con la catena che passa da lì vicino?
Bah... chi può dirlo. Fatto sta che la frenata pastosa e modulabile provata con la REV, qui proprio non c'è.
Per di più, quando aziono i freni con decisione, le pastiglie risultano parecchio rumorose: l'anteriore emette un fischio e la posteriore una sorta di muggito.
Guadagnata la provinciale, stavolta ho il tempo ed energie residue per tentare la salita successiva.
La Pietramora, dal lato di Santa Lucia non è dura come da quello di Marzeno, tuttavia non la posso certo considerare un'ascesa banale.
Anche in questo caso la paciosa M5 mi consente di salire centellinando le energie e finalmente raggiungo la cima.
Mi fermo un attimo per rifiatare ed ammirare le brulle catene di calanchi all'orizzonte,
E poi giù verso Marzeno!
Nonostante l'asfalto su questo versante sia perfetto, si è alzato un po' di vento ed un paio di sbandate della bici, innescate dalle ruote ad alto profilo, mi consigliano di non farmi prendere dall'entusiasmo...
Affronto pertanto il resto della discesa azionando spesso i freni in modo da non oltrepassare mai i quaranta orari, velocità oltre la quale non mi sento sicuro come quando avevo le ruote in alluminio.
Tra fischi e muggiti arrivo a Marzeno.
Benone! Obiettivo della giornata raggiunto.
Ora si va a casa!
E se invece... provassi a fare un'altra salitina?
Se ben ricordo, la Carla da Marzeno è duretta, però è corta...
Poi c’è un paio di stretti tornanti a destra che sarebbero l'ideale per testare il diametro utile di sterzata...
Potete immaginare come sia andata a finire...
Pian pianino, in certi punti il contachilometri ha segnato 4 chilometri e mezzo... il tornante più ripido e stretto a destra non so ancora adesso come sia riuscito a superarlo rimanendo in piedi, però alla fine sono arrivato in cima!
Pausa barretta energetica, va bene stare a dieta ferrea ma non esageriamo!
Poi riparto e di nuovo scendendo tra fischi e muggiti, entro nella vallata del Lamone.
Davanti a me in cima all'altro versante, la Rocca di Brisighella sembra dirmi in tono di sfida: "Vieni fin quassù, se ne hai ancora..."
In realtà sono oramai alla frutta ed arrivare in cima alla salita del Monticino è stato un'esercizio di forza mentale.
Dopo ogni tornante mi dicevo: "Dai che fra un po' spiana... Forza ancora un tornante!"
Fatto sta che a forza di pormi degli illusori micro-traguardi, sono riuscito ad arrivare in vetta anche in cima al Monticino.
Saluto la torre e la rocca di Brisighella ed inizio a scendere sull’altro versante, verso la valle del Senio. Davanti a me "Il Manicomio" una catena di calanchi tra le più suggestive della mia zona.
Proseguo un altro po' nella discesa finchè intravedendo Monte Mauro che fa capolino tra la foschia e non resisto alla tentazione di fermarmi nuovamente per scattargli una foto.
In questo tratto la discesa si snoderebbe in una serie di curvoni che sarebbe divertente affrontare in maniera un po' disinvolta...
Anche stavolta invece preferisco scendere stando molto... abbottonato per tenermi alla larga da eventuali sbandate che potrebbero eventualmente innescarsi.
Le raffiche di vento laterale sono nel frattempo aumentate sia in numero che in intensità rendendo sopra ai quaranta orari l'M5 piuttosto ballerina...
Per finire, non contento di aver già fatto quattro salite, giunto a Tebano, svolto a destra per salire anche sui Monti Coralli.
Stavolta mi riprometto seriamente di dirigere il muso della bici verso casa, anche perchè sono oramai già le quattro del pomeriggio.
A fine giro il Garmin segna 110 km percorsi con 1100 metri di salita.
Rientro a casa soddisfatto e traggo da questo giro le seguenti considerazioni
a) Ho passato una bella giornata tra le mie colline.
b) Sono riuscito a superare cinque salite, ben due di più rispetto ad ogni mia più rosea aspettativa.
c) Probabilmente con la Rossa alla cui guida spendo più energie, non sarei riuscito a portare a termine questo giro... è una mia sensazione ma non posso dirlo con certezza. Spero di poter ricompiere questo itinerario in REV in modo da avere dei termini di paragone ed avere magari la prova che le mie supposizioni erano errate.
Purtroppo stretto come mi trovo ora, tra le varie zone Arancio, Arancio Scuro, Rosso e Bordeaux, chissa quando potrò tornare verso quei paraggi...
d) Le ruote ad alto profilo sull'M5, meglio tenerle solo in velodromo. Su strada la bici risulta assai meno stabile. Per contro la REV risulta essere assai meno suscettibile alle raffiche di vento laterale.
e) Bisogna assolutamente che trovi la quadra nell’effettuare una regolazione dei freni che consenta una frenata più efficace. Forse li ho tenuti troppo convergenti? Come spessore durante la regolazione avevo interposto una carta di credito tra la parte posteriore dei pattini e la pista frenante. Magari proverò a rifare la convergenza dei pattini con qualcosa di meno spesso. (La cosa strana è che sulla REV ho adottato la stessa procedura per la regolazione dei freni ed in quel caso la frenata risulta buona ed esente da rumori quali fischi o muggiti).
f) Specialmente in salita, pesare 9-10 chili in meno, fanno una grossa differenza, qualsiasi sia il mezzo a pedali che in quel momento si sta guidando.
E dopo questa "Catalanata"
Auguro a tutti una buona giornata!
Saluti
recRobi
Edited by recRobi - 2/3/2021, 07:13