Ciao Ragazzi,
ecco che sta per arrivare un'altro raccontino su una delle mie uscite in collina e... tanto per cambiare, anche stavolta la ROSSA è stata la prescelta.
E' Domenica mattina, 28 Marzo e si va profilando una bella e fresca giornata di Primavera. (Scrivo al presente perchè riguardando quelle foto, e commentandole ora, mi sembra di rivivere quei bei momenti).
Parto da casa alle 7:30 con appena 2 gradi...
Vabbè, mi scaldo con l'entusiasmo che ho in corpo e per il resto, da' una buona mano l'abbigliamento termico.
L'aria è davvero frizzante, del resto, la brina ancora presente nel fosso antistante a questi filari di prugni, parla da sola.
In testa non ho un itinerario prefissato, anche se mi piacerebbe tornare nella vallata del Montone dove ero già stato durante l'uscita precedente.
Sto pedalando per le deserte stradine di campagna, quelle che percorremmo insieme quando andammo a Faenza.
Auto incontrate, si possono contare sulle dita di una mano. (La quasi totale assenza di traffico per strada è in effetti l'unica cosa che oggi rimpiango di quel recente periodo di chiusura).
Faenza è già alle mie spalle e sto iniziando a salire dolcemente verso le prime colline, tra i frutteti in fiore di Sarna.
In fondo al rettifilo, l'ottocentesca Villa Gessi, a fianco della quale si intravede una monumentale metasequoia.
Indugio ancora un attimo per uno scatto tra i filari di albicocchi in fiore... tanto sono da solo e nessuno mi sta mettendo fretta.
Sullo sfondo, tra i pini, la chiesina di Villa Gessi.
Trovandomi a Sarna... svolto a sinistra ed abbandono la vallata del Lamone per salire in cima alla Carla (la salita il cui nome a Jack Lanterna ispira simpatia
).
Arrivato in cima a questa salita che stavolta mi è sembrata più facile del solito, inizio a scendere verso Marzeno.
Prima però, vogliamo non fare un paio di scatti al panorama di calanchi che si può godere dal Monumento ai Moto Radunisti?
Da qui in avanti la strada picchia verso la vallata del torrente Marzeno, affluente del Lamone.
Continuo a salire in direzione Modigliana e mentre pedalo,immerso in un mare di colori e di profumi di frutteti in fiore, continuo a pensare quale sarà la prossima salita.
Dopo qualche chilometro, decido di svoltare a sinistra per Via San Cassiano, la quale costituisce una bella alternativa per arrivare in cima al Trebbio, passo di controcrinale che collega Modigliana a Dovadola.
Se da Modigliana, la prima parte del Trebbio è un muro al 18%, anche questa alternativa...
... specialmente nel primo tratto,non è poi tanto da meno.
Arrivato alla chiesina di San Cassiano,
le pendenze si ammorbidiscono e la strada prosegue percorrendo il crinale che divide la vallata del torrente Marzeno da quella del fiume Montone.
Se a Giugno, da queste parti domina il giallo delle ginestre, ora invece prevale il verde dei prati!
Ancora qualche chilometro e mi trovo in cima al passo del Trebbio...
... dove è stato eretto questo monumento al ciclista.
Da qui decido di restare in quota e di immettermi sulla bretella che porta al passo successivo, il Chioda.
Questo valico unisce Modigliana a Rocca San Casciano.
Mentre risalgo questo crinale,
non resisto a fermarmi di tanto in tanto,
perchè anche quassù, i panorami...
... sono davvero notevoli!
Arrivato al Chioda, inizio salire verso la cima.
Appena incominciata la discesa, sono di nuovo fermo!
In un costone all'ombra stanno spuntando le primule!
Dopo questa parentesi floreale, mi rimetto in movimento ed inizio a scendere verso Rocca San Casciano.
I ruderi della rocca.
Ancora qualche chilometro ed arrivo in centro a questa bella cittadina.
La piazza centrale è purtroppo completamente deserta, come del resto tante altre durante questo periodo balordo!
Le architetture di questa cittadina romagnola ci ricordano che questo territorio apparteneva al Granducato di Toscana.
Lasciata alle mie spalle anche Rocca San Casciano, inizio a salire verso Monte Colombo, percorrendo quella strada dalla quale ero sceso durante la mia uscita precedente.
Fatta da questo versante, l'ascesa risulta più ostica. Come se non bastasse, la stanchezza inizia a farsi sentire e rende il mio incedere piuttosto incerto e zig-zagante...
Per fortuna, su questa strada secondaria, di auto... manco l'ombra.
Finalmente arrivo in cima dove trovo ancora qualche traccia di una recente nevicata.
Giunto a questo incrocio, mi fermo un attimo a riposare, a mangiare una barretta ed a riflettere verso dove dirigermi...
Dato che il cuore mi chiederebbe di andare a destra, verso Predappio e le gambe invece vorrebbero che scendessi a sinistra verso Dovadola, decido di non ascoltare nè l'uno nè le altre e pertanto proseguo diritto verso Monte Maggiore.
Oltrepassata la chiesa di Monte Maggiore, procedo finalmente in discesa verso Pieve Salutare.
Scendendo di quota, ritorno ad immergermi nei colori intensi dei peschi in fiore.
Oramai è pomeriggio inoltrato, mi sento bollito e mi trovo ancora piuttosto lontano da casa...
Nonostante questo, passato Castrocaro ed arrivato in centro a Terra del Sole, decido di svoltare a sinistra per affrontare l'ultima salita del giorno, quella di Monte Poggiolo.
Sono proprio curioso di vedere se riuscirò a superare a pedali, nonostante la stanchezza, anche quest'ultimo dente.
Devo ammettere che la voglia di mettere giù il piede, stavolta è stata tanta!
Se sono arrivato in cima è solo stato grazie all'orgoglio ed alla testardaggine di non voler mollare proprio davanti all'ultimo ostacolo!
In cima alla salita mi fermo a riprendere fiato e ad ammirare i ruderi della rocca di Monte Poggiolo.
Le ombre incominciano ad allungarsi ed io mi trovo ancora a quasi quaranta chilometri da casa!
La prossima ed ultima fermata, avverrà sul primo cavalcavia dopo aver attraversato la via Emilia.
Mentre volgo indietro lo sguardo si presenta ai miei occhi uno spettacolare lago rosa che precede le sagome oramai confuse delle retrostanti colline.
Questa volta si è fatto davvero tardi e sto davvero rischiando di rincasare fuori tempo massimo!
Spendendo le ultime energie rimaste, arriverò al mio paesello quando oramai è rimasto solo qualche scampolo di luce!
Per la cronaca, il computerino di bordo, mi dice che stavolta ho pure stabilito ben due record!
Alla fine di tutto, quello che per me conta non sono tanto i numeri, quanto le emozioni provate sulla
ROSSA pedalando tutto il giorno, su e giù per quelle colline, che ora mi appaiono così lontane all'orizzonte.
Spero al più presto di poter tornare lassù e di vivere una nuova entusiasmante avventura!
Saluti
recRobi
Edited by recRobi - 17/5/2021, 07:34