Quoto 100% Sdraio a pedali.
A me hanno insegnato che in bici, ogni movimento che non sia semplicemente quello relativo alla spinta delle gambe sui pedali, risulta solo in uno spreco di energie che potrebbero essere meglio impiegate.
Niente movimenti inutili di spalle, capo, braccia e...palpebre.
Ogni briciolo d'energia può risultre utile.
Non a caso viene considerata più redditizia in termini generali, una postura composta che non coinvolga alcun distretto muscolare oltre che gambe e glutei, anche e soprattutto in salita.
In quest'ultimo caso, si consiglia di evitare di
tirare sul manubrio nel tentativo di spingere rapporti più duri di quanto consentirebbe la semplice azione delle gambe contrastate dal solo peso corporeo.
Parlo di bici da corsa, naturalmente; in reclinata dovrebbe essere il sedile a fornire il miglior contrasto possibile rispetto all'azione sui pedali. Ma siamo lì.
Questa è una delle ragioni che mi hanno fatto abbandonare la mia autocostruita "camel like" e consigliato a passare a qualcosa nel quale i pedali non soffrissero della tendenza a cedere alternativamente ora da un lato ora dall'altro.
Ormai è passato diverso tempo e quasi non ricordo più niente, ma mi è ancora molto chiaro di come fosse traumatico passare dalla reclinata tradizionale RWD alla Camel.
Una tecnica completamente diversa, soprattutto alla partenza ed in salita, nella quale era diventato sostanzialmente automatico spingere a contrasto col braccio sinistro sul manubrio mentre si spingeva sul pedale col piede destro e viceversa.
A basse andature in salita, la tendenza a ritrovarsi fuori carreggiata in un attimo se non si dosavano bene le forze di braccia e gambe, era sempre presente e preoccupante.
Quando, dopo appena 70 km, subentrava un po' d'ovvia stanchezza generale, anche semplicemente mentale, nel dover fare tutto 'sto tira e molla sincronizzato, diventava difficile anche il semplice coordinare e realizzare una partenza, soprattutto con la strada in leggera pendenza.
Un altro problema, come accenna anche Ukaflesh, era quello delle curve strette, dove il peso del complesso pedali-guarnitura, unito al fatto di piegarsi da un lato per affrontarle, ne favoriva la tendenza a cadere proprio verso l'interno.
Ne conseguiva la necessità di correggere sapientemente la traiettoria, e da qui gli ondeggiamenti.
Rimane comunque questa, una soluzione che mi continua ad affascinare per semplicità ed efficienza meccanica.
La ripeteri volentieri, se mi fossero garantite una maggiore stabilità a tutte le velocità ed un minor peso del complesso trasmissione.
Mi ricorda molto la Silvio di Cruzbike.
Una curiosità. Secondo voi perché lo snodo di sterzo è stato concepito in quel modo un po' anticonvenzionale e cioè a sbalzo rispetto al cannotto di sterzo?