PBP 2011

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view post Posted on 30/8/2011, 14:30     +1   -1
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M5 CHR-MANGUSTA CHR

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pbp006

Descrivere una PBP risulta oltremodo difficile. Per conoscerla appieno, bisogna viverla.
Mi limiterò a riportare solo alcune impressioni.
Per prima cosa, bisogna dire che è una rando dura, molto più di quanto possano dire i km
o le ore a disposizione. Si potrebbe pensare che basti dividerla in tre parti, per ottenere
tre rando da 400 km e poterla superare facilmente.
Purtroppo non è così. La fatica dei chilometri continua ad accumularsi, la privazione di sonno
si fa' sempre più sentire e tutto diventa più difficile.
A tavolino, il percorso potrebbe sembrare lungo, ma banale. Il profilo altimetrico quasi ridicolo,
con quei dentelli appena accennati. Nulla rispetto alle grandi salite alpine.
Eppure quelle piccole salite, ripetute all'infinito, ti fiaccano lentamente nel corpo e nello spirito.
Un'interminabile successione di salite e discese, di lunghezza variabile tra le poche centinaia
di metri, a qualche chilometro. Questo è il percorso della PBP. Forse solo una ventina di km
pianeggianti dopo Dreux, l'ultimo controllo, subito annullati dalle rampette al 10% della foresta
di Rambouillet, alle porte di Parigi.
Decidere di affrontare per la prima volta una rando over 1000 km, è stato un salto nel buio.
Non c'è stato un passaggio graduale dai 600 km massimi delle prove di qualificazione.
Si è passati al doppio del chilometraggio. Impossibile dire come avrebbe reagito il corpo
e la mente ad uno stress così prolungato.
Direi che il corpo ha risposto bene, in modo prevedibile. Dopo i primi km, percorsi a ritmo di GF,
la prestazione è gradualmente calata sino ai 300 km, per assestarsi su di un ritmo costante a
basso consumo energetico, con fc comprese tra i 115 e i 130 bpm, che sembrava poter essere
mantenuto all'infinito.
La mente ha dovuto mettere in atto tutta una serie di espedienti che permettessero al corpo di
continuare, nonostante la fatica e la privazione di sonno. Col passare delle ore e dei chilometri,
il cervello sembra ridurre la propri funzionalità e concentra tutta l'attenzione verso pochi e semplici
obbiettivi. Il campo visivo si riduce, si tende a vedere solo la strada, il pensiero è rivolto solo ad
andare sempre avanti, ad evitare e prevedere i pericoli della strada e del traffico, a non sbagliare
percorso. Anche ai controlli, pochi pensieri fissi. Timbrare, far scattare il rilevatore di microchip,
bere, mangiare e ripartire verso la giusta direzione. Potrebbe sembrare assurda quest'ultima mia
affermazione, ma ad un certo punto del percorso, ai controlli ci sono ciclisti che vanno verso Parigi
ed altri che devono ancora andare verso Brest. E con la mente un po' ottusa, nonostante i segnalatori
e le frecce, non sarebbe certo impossibile, di notte, sbagliare direzione.
Nel pianificare la mia PBP, non sapendo cosa avrei trovato e cosa avrebbe offerto l'organizzazione,
ho deciso di avere un mezzo di appoggio che mi avrebbe dato assistenza a determinati controlli.
Gli appuntamenti concordati con mia moglie che portava il camper, erano a 300km, 600km, 800km
e 1000km, con fermata lunga a Brest, 600km, per poter dormire. Le altre fermate solo per rifocillarmi,
lavarmi ed eventualmente cambiare abiti.
Col giudizio di poi, posso dire che l'organizzazione offre molto, anche se a pagamento e la PBP
può essere tranquillamente portata a termine senza supporto esterno. Ma il fatto di poter stare,
anche per poco, in un ambiente famigliare, è di grande giovamento allo spirito e permette di andare
avanti più serenamente.
Il tempo meteo, durante questa PBP, è stato abbastanza clemente, tranne alcuni piovaschi ed alcune ore
di pioggia continua prima di Brest. E proprio durante la pioggia, di notte, nel traffico, la PBP ha mostrato
tutta la sua pericolosità. Per me', che porto gli occhiali da vista, risultava difficile poter proseguire
nell'oscurità, con le lenti bagnate e appannate, accecato dalle luci, con la strada bagnata che perdeva
definizione. Un altro pericolo delle strade francesi, è costituito dai camion che si lanciano giù per le
discese a velocità ben superiori ai 100 all'ora. Quando si incrociano questi bestioni lanciati a folle velocità,
si è investiti da un'onda d'urto che prima ti sposta lo sterzo e poi tutto il corpo, facendoti ondeggiare e
sbandare. Purtroppo un randonneur americano, sbandando è caduto ed è stato investito da un camion,
perdendo la vita.
Dal punto di vista fisico, i problemi maggiori sono stati ai piedi. Dolore e gonfiore nella zona di maggior
pressione sul pedale e dolenzia ai talloni. Per il resto, anche la posizione comoda della reclinata, mantenuta
per tanto tempo, può dare qualche problema. Formicolio ed insensibilità ad alcune dita delle mani, impegnate
in un uso pressocchè continuo del cambio.Stessa cosa per le dita dei piedi e una certa difficoltà, nelle
ultime fasi, a tenere una posizione corretta del busto e della testa, sulla bent. Mi rendevo conto di essere
storto, col busto e la testa leggermente piegati verso destra, ma non riuscivo a raddrizzarmi senza compromettere
l'equilibrio. Anche durante le fermate, qualche sbandamento in posizione eretta e sempre la tendenza a
stare piegato sul lato destro. Peso che ciò sia dovuto al fatto che di notte, per meglio vedere il bordo strada,
stavo con la testa e il busto leggermente inclinati, in modo da evitare l'ostacolo visivo del manubrio e dei comandi.
Probabilmente, col passare del tempo, questa posizione ha creato degli squilibri e si è cronicizzata.
Una volta tornato a casa, solo doloretti muscolari alle gambe, il solito dolore alla pianta dei piedi e gonfiore
alle caviglie, con aumento di peso di circa 3 kg, dovuto alla ritenzione idrica, che solo oggi ho smaltito,
ritornando al peso normale.
Qualche problema meccanico è stato risolto in loco, senza compromettere il proseguio della rando.
Dopo Brest, sulla via del ritorno, avevo incominciato a sentire un certo indurimento del colmando del
deragliatore anteriore, ma pensando che fosse dovuto alla pioggia che aveva dilavato il lubrificante, non
ci avevo fatto caso. Invece durante la notte, prima di Tinteniac, durante una delle innumerevoli salite, dopo
aver esaurito i rapporti col 50, passo al 34 e la catena si blocca, incastrata tra deragliatore e corona.
La strada è pericolosa, perchè frequentata dai camion. I bordi non sono agibili perche' presentano un fossetto
che continua con un piccolo terrapieno, rendendo impossibile appoggiare la bent e verificare il danno.
Proseguo a piedi sino alla fine della salita e continuo sino ad incrociare una stradina laterale.
Qui, mi rendo conto che il supporto deragliatore si è spostato, rendendo impossibile la cambiata.
Non ho con me' la chiave per la brugola del collarino deragliatore, così sposto il fissaggio del cavo in
modo da permettere la cambiata, anche se in modo difficoltoso. Sistemerò meglio il tutto al successivo controllo,
alla luce del giorno.
Vorrei fare qualche considerazione riguardo al mezzo utilizzato. Parlando con Pinco, questi riteneva che una
rando come la PBP, con tanti metri di dislivello, fosse più favorevole alle bdc.
Io sono sicuro che senza la reclinata non avrei neppure superato le qualificazioni. Il dislivello è molto, ma
la pendenza delle salite è generalmente compreso tra il 4 e il 6%, con solo rari tratti che arrivano al 10.
Pendenze, dunque, agevoli anche per una bent, che inoltre può sfruttare l'abbrivio della notevole velocità
raggiunta in discesa, per inerpicarsi velocissima sulla prima parte della successiva salita.
Un limite, penso sia costituito dal tipo di pedalata, che utilizza sempre gli stessi muscoli e nel momento
in cui tali muscoli sono affaticati, la spinta in salita cala inesorabilmete. Io ho utilizzato il pacco pignoni Shimano
11-27 accoppiato alla compatta 50-34 e solo raramente sono ricorso al 34-27.
Uno degi aspetti che più rimangono impressi della PBP, sono sicuramente le persone che si affollano
lungo tutto il percorso e ai controlli. La PBP è molto seguita e sentita dai francesi e nei paesini attraversati
è un evento che viene festeggiato con danze,musiche e tanta partecipazione alle fatiche dei ciclisti.
Non sono i francesi un po' spocchiosi e presuntuosi delle grandi città, bensì gente semplice, vestita come
in altri tempi, sempre pronta a darti un aiuto, ad applaudirti, ad incoraggiarti, a chiedere notizie sul vélo couché.
In piena notte, nei paesini attraversati, gente di ogni età, appronta banchetti con bevande, caffè, dolciumi ed
invita ogni ciclista a fermarsi, specificando che tutto è gratuito.
Sicuramente questo aspetto, insieme alla variopinta multietnia dei partecipanti, è ciò che più colpisce e rimane.
Forse chi legge vorrebbe sapere se questa sarà la prima di altre ultrarando a cui vorrei partecipare.
Rispondo senza esitazione che questa è stata la prima, ma anche l'ultima PBP, o altra over 1000.
Troppe ore e troppi chilometri trascorsi col pensiero rivolto solamente ad andare avanti, a pedalare, ad arrivare alla fine.
Ci si trasforma in forzati del pedale, che finiscono per perdere il contatto con la realtà circostante, rivolti solo
ad andare avanti sempre e comunque.
Vorrei terminare con un saluto particolare a Paolo, Pinco 68 e a Guido, ilfennec, con cui ho condiviso le ore
precedenti la partenza e la partecipazione alle prove di qualificazione.
Riconoscenza per tutti quelli del forum che ci hanno seguito e sostenuto anche se da lontano.
Un ringraziamento particolare a Milena, mia moglie, che si è accollata l'onere del sostegno materiale e
morale prima, durante e dopo la prova.

Alcuni dati tratti dal Garmin, basati sulla distanza di 1184 km, poichè per una ciquantina di km è rimasto
spento, a causa esaurimento delle batterie.
Tempo totale : 51h 07'
Velocità media: 23,2 km/h
Velocità massima: 68,2
Frequenza cardiaca media: 124 bpm
Totale salita: 11113 m

Tempo totale della prova: 75h 18'

Metto alcune foto, le altre, al più presto su Picasa.

SANY1495 SANY1511 SANY1520 SANY1526 SANY1530 SANY1531 SANY1600 SANY1603
 
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maikdebaik
view post Posted on 30/8/2011, 15:53     +1   -1




Complimenti per l'impresa e per il racconto
Devo ammettere che ho pensato a voi alla PBP mentre io ero in ufficio.
Grande Nimbus
 
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view post Posted on 30/8/2011, 16:09     +1   -1
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M5 CHR-MANGUSTA CHR

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Ecco il link per le foto

PBP 2011
 
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Pinco68
view post Posted on 30/8/2011, 17:44     +1   -1




Ciao Daniele, devo dire che sono rimasto un tantino sconcertato in merito alle tue impressioni sul modo in cui hai affrontato la prova. Sembra quasi che tu sia entrato in uno stato ipnotico dove il macinar chilometri era l'unica cosa estraniandoti completamente dal mondo esterno. Probabilmente hai preteso una prestazione troppo " agonistica ". Ho avuto anch'io dei momenti di sconforto, superato dopo una sosta di 3 ore al controllo dei 950 km. Caviglia a pezzi, fondoschiena così livido che pareva avessi preso calci nel sedere e male alle ginocchia, mi hanno dato noia solo per la prima ora dopo la mia ripartenza. Gli ultimi 300 km sono stati i più divertenti ed i meno faticosi, potere della mente. L'unico rammarico è stato quello di non aver montato una tripla che di sicuro mi avrebbe salvato la caviglia, sarà per la prossima volta perchè al contrario di Daniele mi sono divertito un mondo soprattutto di notte e sotto la pioggia. Questa ultra 1000 per me, è sicuramente la prima di altre ultramaratone, naturalmente solo con la reclinata, mia unica sincera e fedele compagna di viaggio e di avventure.
woot_jump
 
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Cianofree
view post Posted on 30/8/2011, 20:05     +1   -1




Un'impresa davvero incredibile! Bravi Paolo e Daniele! Senza togliere nulla al primo, al quale auguro altre cento di queste avventure, devo ammettere che il racconto di Daniele mi ha veramente emozionato! Cuore e cervello per una sincerità disarmante!
Grazie ragazzi!
Semprinbent! Ciano.
 
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view post Posted on 30/8/2011, 22:43     +1   -1
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Luca Ciani

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Un percorso ad anello (Paris - Brest - Paris) dovrebbe esser di natura favorevole alle reclinate, sempre che non costringa a frenatoni in discesa e salite spaccagambe. Insomma, quel che sali, poi lo ridiscendi, a differenza di alcune tappe del giro d'Italia in cui si parte dal mare e si arriva nella neve.

Insomma, Ninbus, l'impresa ha perso il suo fascino, e in parte, la pericolosità e le attenzioni han preso il dominio delle sensazioni, relegando l'impresa sullo sfondo.
La tua descrizione mi lascia l'amaro in bocca, pensavo che in una manifestazione simile ci fossero qualche attenzione e limite alla circolazione automobilistica.
Sonno e scarsa lucidità, scarsa visione, rischiano di far spendere più energie alla testa che alle gambe.
Guardando il tuo cono, già notavo che mi sembra che il sedile sarebe stato più in linea se fosse stato più verticale, ma con l'idea che mi hai trasmesso, visto il bisogno di visibilità in una terra straniera, il veder bene sarebbe stato un gran supporto mentale.
Ho provato ultimamente a reclinare SeiranSL tipo la tua bent, e notavo proprio che quando inizio a perder di lucidità mentale, il senso di smarrimento è molto più alto.

Prova a riguardare la foto in testa al thread, il cono chiude lo spazio ai lati del collo, è vero che potresti abbassare il cono, ma visto l'esito di questa esperienza, direi che alzare il sedile sia il giusto compromesso, e magari poi ti fa riprendere quel morale che ti servirà fra 4 anni... :)

Saluti e Complimenti a Mirella, che costanza!
 
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view post Posted on 30/8/2011, 23:07     +1   -1
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che differenza! :o:
è proprio vero che il punto di vista può cambiare tutto.
credo che oltre al diverso modo di concepire ed affrontare un'impresa, le aspettative giochino un ruolo determinante.
comunque Daniele, la mente fissa sull'obiettivo di abbreviare ed arrivare evidentemente ha lasciato qualche spiraglio, in cui si è concessa il lusso di osservare e fotografare case, chiese, strade, piazze e perfino panorami agresti. o era solo dovere di cronaca?
in tutti i casi, ogni modo di vivere un'esperienza è valido, e ci arricchisce proprio perché diverso, unicamente nostro.
complimenti a tutti i nostri e, per il coraggio e la tenacia, a chiunque tenti un'impresa come la PBP, indipendentemente dal risultato.

To try at all is to risk failure, but to live we must.
Tony Lonero
 
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view post Posted on 1/9/2011, 11:08     +1   -1
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Complimenti a tutti per l'impresa, anche a coloro che non l'hanno portata a termine per problemi vari, vedi Carbonhair.
Attendevo con ansia la recensione di Nimbus e è stata al livello delle aspettative. Questa PBP l'ho vissuta a distanza ma con grande partecipazione, e un pizzico d'invidia. Per certi versi Nimbus ti capisco: è un po (in piccolo) la sensazione che ho avuto io facendo la rando di 300km: un percorso monotono studiato solo per fare km, l'obbligo di arrivare anche se si è alla frutta, fare km solo per poter dire di aver fatto km. Sembra già scontato che si arrivi: è sufficiente fare km e pedalare, pedalare e ancora pedalare. Si timbra il cartellino, si mangia una barretta, si beve caffè e litri di enervit. Alla fine si arriva e si ottiene l'omologazione. Dov'è il piacere di andare in bici? L'orgoglio di avere fatto un'impresa eccezionale e di essere arrivato nonostante tutto e tutti? Bisognerebbe tornare ai propri ritmi per potersi godere la pedalata, il paesaggio, il proprio sforzo. Forse un viaggio in bici mi sarebbe più congeniale. Chissà se in futuro...
Saluti
 
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view post Posted on 1/9/2011, 12:00     +1   -1
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@GiulianoF: Concordo con te in parte Giuliano sul discorso del percorso monotono della 300. Il problema vero però, scusami, sai dove sta? Sta nel fatto che quando si chiede troppo a se stessi e subentra una stanchezza generale oltre limite, fisica ma anche mentale, i sensi si ottundono, non c'è più alcuna partecipazione, non si percepisce più niente oltre il nastro della strada ed in certi pericolosi momenti neanche più quella.
Guarda, se io ripercorro il percorso della trecento che abbiamo svolto insieme, lo trovo invece vario e stupendo, per strade, paesaggi e curiosità.
Solo a titolo di esempio: non è incomparabilmente bello il litorale pontino verso Sabaudia ed il Circeo? Ho trovato oltremodo bello il transito da Terracina verso Priverno attraverso l'Appia antica ed i suoi antichi ruderi (li hai visti?) e la consolare che la univa all'entroterra. Poi l'antico abitato di Fossanova con la vetusta e famosa abbazia benedettina. Perché non hai chiesto di fermarci? E del Passo della Quercia del Monaco verso Lenola, ne vogliamo parlare? E la discesa a capofitto verso Fondi?
L'unico vero neo forse è stato il doppio passaggio nella zona di Terracina; ma tant'è, quello offriva il convento.
D'altra parte, se si partecipa a queste manifestazioni lo si fa quasi esclusivamente per conseguire un brevetto da utilizzare successivamente per l'ingresso a manifestazioni di maggior respiro e quindi è quello l'obbligo, non tanto quello di fare i turisti, anche se, debbo dirti, gestendo oculatamente il tempo a disposizione, qualche divagazione di questo tipo non sarebbe assolutamente preclusa.
L'atteggiamento però dovrebbe essere diverso in partenza. Non sentire assolutamente, ad esempio, l'obbligo di dimostrare la propria prestanza cercando di seguire la scia dei più forti o di coloro che intendono perseguire una riduzione dei tempi di percorrenza piuttosto che godersi la "passeggiata".
Altrimenti, è qui sono del tutto d'accordo con te, lasciar perdere e dedicarsi al piacere di andare bici facendo magari 1000 e più e più piuttosto che 300, ma farli per fare un viaggio in solitaria o con amici, più o meno dello stesso livello atletico, che condividano obiettivi e punti di vista.
Fermarsi a guardare quando lo si ritiene opportuno, senza un piano prestabilito, senza l'assillo del tempo, seguendo esattamente solo i propri ritmi. Abbandonare per il tempo necessario quando la condizione fisica o quella meteorologica lo consigliassero. Sarebbe sicuramente molto più piacevole. Porteresti con te sicuramente molto di più da ricordare e raccontare.
Questa, prima che lo facessi tu, sulla scorta di alcune considerazioni condivisibilissime di Nimbus, era esattamente la considerazione che anch'io intendevo fare. Quindi considerami un tuo papabile compagno, non più di un "monotono" brevetto da 300 km, ma piuttosto di un divertente e rilassante viaggio avventuroso verso "l'isola che non c'è". :)
Anche a me, ogni tanto, mi frulla quest'idea nel cervello. Aspetto solo compagni. Meglio se possano già trasferirmi esperienza; per farmene, non ho molto tempo a disposizione. :lol:
D'altra parte però, non possiamo non accettare l'atteggiamento di coloro che si impongono come obiettivo non tanto questo, quanto quello di partecipare e fregiarsi della conquista di un obiettivo famoso e prestigioso come quello rappresentato dalla P-B-P.
Penso che qualunque cicloturista ne andrebbe fiero, proprio per la difficoltà e l'esclusività anche della semplice conquista dell'abilitazione all'accesso. Lo hai vissuto sulla tua pelle. E non hai mai nemmeno provato una 400 km o una 600. ^_^
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 1/9/2011, 13:28     +1   -1




CITAZIONE (=LoScozzese= @ 1/9/2011, 13:00) 
... lasciar perdere e dedicarsi al piacere di andare bici facendo magari 1000 e più e più piuttosto che 300, ma farli per fare un viaggio in solitaria o con amici, più o meno dello stesso livello atletico, che condividano obiettivi e punti di vista.
Fermarsi a guardare quando lo si ritiene opportuno, senza un piano prestabilito, senza l'assillo del tempo, seguendo esattamente solo i propri ritmi. Abbandonare per il tempo necessario quando la condizione fisica o quella meteorologica lo consigliassero. Sarebbe sicuramente molto più piacevole. Porteresti con te sicuramente molto di più da ricordare e raccontare.

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view post Posted on 1/9/2011, 14:14     +1   -1
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@sdraioapedali: azz...proprio a te stavo pensando. ^_^
 
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view post Posted on 1/9/2011, 15:57     +1   -1
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Bepi, sei sulla stessa lunghezza d'onda: il racconto di Nimbus mi ha fatto ricordare che in quell'occasione mi è mancato l'indispensabile piacere di pedalare, perché ero troppo stanco, e non mi sono goduto a pieno la splendida giornata passata in tua compagnia. C'è stato un momento che ho persino messo a rischio la mia e la tua incolumità: quando per stanchezza e mancanza di riflessi mi sono "alleprato", mancavano ancora 100 km e non pensavo altro che a tornare, pedalando e pedalando.
Non è il mio modo di intendere il ciclismo. Pedalare è un piacere, farlo con la reclinata è un privilegio: c'è modo di andare forte, lontano, ma anche essere contemplativi e godere della lentezza e della fatica.
Non significa che non sia ancora attratto dalle rando e dalle maratone, ma bisogna essere nello stato di viverle con gioia.
Saluti

P.S. Si ad un viaggetto sto pensando: ultimamente m'era venuto in mente di fare la traversata dal Tirreno all'Adriatico per portare un'ampolla dell'acqua di Anzio diciamo a Pescara! una rando fatta in casa, in compagnia e senza omologazione!
 
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Pinco68
view post Posted on 1/9/2011, 18:07     +1   -1




Ehi ehi ragazzi spero non vi siate fatti l'idea che la PBP sia solo un interminabile fila di chilometri terminati i quali si riceve la solita patacca commemorativa..
NO non è questo o perlomeno non è stato per me.
Per cominciare queste lunghe pedalate vanno affrontate con la massima tranquillità e spensieratezza senza mettersi in competizione con gli altri. Ovviamente le condizioni fisiche e soprattutto mentali devono essere perfette. Posso dire che avendo passato tre giorni e tre notti completamente in solitaria, visto che a causa dei continui saliscendi non è proprio possibile sfruttare la scia, ho avuto modi di pensare e riflettere, scoprendo aspetti del mio carattere e del mio fisico che non immaginavo di avere. Non mi succedeva una cosa del genere dal mio ultimo viaggio a Capo Nord circa 25 primavere fa.
E' stato un susseguirsi di emozioni, magone e lacrimuccie, ne sono stata la riprova. E le cantate nel cuore della notte, solo su quelle salite in apparenza sempre uguali, non per solitudine ma per la felicità di essere, di vivere.
Cosa dire, provare per credere. :D
 
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view post Posted on 1/9/2011, 18:52     +1   -1
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@Giulianof: la tua di incolumità, Giuliano, molto più difficilmente la mia. Chi sta davanti in quel caso è privilegiato.
Non sarebbe mica male il tuo progetto. Aspettiamo la prossima rando locale Coast to Coast, Tirreno-Adriatico-Tirreno, Anzio-Silvi Marina-Anzio, quella che abbiamo imboccato quest'anno insieme a Nimbus ed agli altri, ma solo per "rappresentanza"?
Oppure ci vogliamo infilare in quella manifestazione che tradizionalmente organizza la Cicli Franchi di Roma dove incontri, fra gli altri, parecchi tipi che partono col coltello fra i denti e la bava alla bocca. :lol:
Scherzo, chiaramente. ^_^
Ormai probabilmente non è più tempo. Già ce ne vorrebbe assai per organizzarci.
Se ne riparlerà.
Per le rando, lascia perdere.
Un tempo, chi si era stufato di spomparsi e mettere a rischio la propria incolumità nelle gare in linea, passava alle granfondo.
Adesso le granfondo sono diventate peggio delle gare in linea.
Parecchi allora, me compreso, si sono stufati e sono passati alle rando, perché riproponevano lo spirito delle prime granfondo.
Però adesso anche le rando stanno a mano a mano assumendo tutte le caratteristiche delle granfondo. Mancano solo i ristori e le classifiche finali, ma cominciano a spuntare anche lì i coltelli fra i denti.
Arriveresti sempre ultimo, sacrificando organizzazioni che cominciano esse stesse a diventare insofferenti per essere costrette ad aspettare gli ultimi fino al tempo massimo concesso loro per il completamento del percorso.
Se non si ha come obiettivo una PBP, una Sicilia no stop, una Londra-Edimburgo-Londra, una Milleuno Miglia, o qualcosa della serie, meglio andarsene fischiettando per fatti propri a fichi o altro, secondo stagione.
Adesso, per esempio, se tu disponessi di una MTB, ti porterei ad uva da vino: cacchione, trebbiano, malvasia puntinata, ciliegiolo... ^_^

CITAZIONE (Pinco68 @ 1/9/2011, 19:07) 
Ehi ehi ragazzi spero non vi siate fatti l'idea che la PBP sia solo un interminabile fila di chilometri terminati i quali si riceve la solita patacca commemorativa..

E chi l'ha detto? Si sta solo sostenendo che se per qualsiasi ragione non si fosse in grado di godersi il giretto, meglio desistere.
Contrariamente, è chiaro che già esserci possa rappresentare uno stato di grazia. Se poi, come te, si stesse bene con se stessi sarebbe l'apoteosi.
Ma non è da tutti e per tutti. Per questioni di orientamento delle proprie scelte o anche solo di testa... e di gambe. ^_^

Edited by =LoScozzese= - 1/9/2011, 20:50
 
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ilfennec
view post Posted on 1/9/2011, 20:36     +1   -1




no ragazzi, non si può dire se sia meglio mangiare pere piuttosto che una bistecca...
Quelle citate sopra son due cose completamente diverse tra loro...e rimangono uniche nel proprio genere...il viaggio in bici, in compagnia, ma ritengo, ancor meglio, in solitaria e completamente autonomo è una cosa...le randonnè sono un'altra cosa e...la PBP è un' altra cosa ancora.
Mi vien da scrivere, parafrasando un vecchio spot pubblicitario..."Provarle per credere"...
 
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28 replies since 30/8/2011, 14:30   793 views
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