Geometria ideale per la salita, processo di costruzione collettiva di un sapere

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markciccio
view post Posted on 21/1/2016, 17:40 by: markciccio     +1   -1




Riesumo questo argomento che forse è un po' la madre di tutte le controversie bent-bdc: la salita, c’è argomento più spinoso per noi reclinati?
Dopo aver letto tutti i messaggi e vedendo che in sostanza non si è giunti a nessuna vera conclusione, sarebbe bello cercare di fare un po' il punto e magari provare a realizzare un "qualcosa" insieme che possa un minimo rispondere alla domanda che ci si pone inizialmente. In sostanza sono passati quasi 5 anni ma non si è ancora deciso quale sia o quantomeno ipotizzata la configurazione di bent che massimizza l'efficienza in salita.
Forse in questi ultimi tempi si è un po' troppo parlato di tre ruote, non so. Forse questa moda dell'efficienza aerodinamica o della protezione tutta velomobilistica o della comodità nel pedalare senza mettere mai i piedi a terra ci ha un po' condizionati. Ma in salita, a causa del peso troppo elevato rispetto alle due ruote (tra gli altri fattori), i tricicli non potranno mai a fornire prestazioni accettabili o quantomeno confrontabili con biciclette con una ruota in meno.
Personalmente mi sono fatto un po' di idee su questo argomento, anche se mi sfuggono ancora tantissimi particolari, soprattutto di biomeccanica, che so non essere per nulla il mio mestiere, se mai ne avessi uno di mestiere nella vita. E purtroppo (che ve lo dico a fare) ci siamo persi nel cammino personaggi di alto calibro come Recumbent, Ukaflesh, Sdraio a pedali, ma panche lo stesso Fennec, che avrebbero magari potuto proseguire nell'argomento.
Per cui, riassumendo, quale configurazione ha una più alta probabilità di essere quella da salita?
Il primo punto: leggerezza. Ogni kg in meno è (spannometricamente) un minuto guadagnato per ogni ora di pedalata. Quindi serve un telaio semplice ma che possa risultare rigido e per questo efficiente. La bici non dovrebbe superare i 10-11 kg, anche se realizzata in comune acciaio.
Secondo punto: efficienza nella trasmissione. Serve una catena corta, senza alcun effetto elastico o minimizzandolo il più possibile. Nella vita reale ho potuto appurare, come credo molti di noi, che una catena corta o un giro catena ottimale fa una differenza apprezzabile soprattutto appena la strada comincia a salire. Forse in pianura l'effetto è meno evidente, vista la possibilità di una pedalata più regolare, con meno strappi e strappetti.
Terzo punto: una posizione del ciclista, che va ottimizzata. Su questo, per sensazione personale, punterei su un movimento centrale basso, il più basso possibile. Ma proprio rasoterra. Agitare i piedi in aria, oltre a provocare fastidiosi formicolii, mi ha sempre indotto una sensazioni di contrizione generale, quasi di disagio. Non so come spiegarlo. Il pedalare con i piedi che sfiorano il terreno, con un sedile "giustamente" verticale, quasi da sedia dell'ufficio, mi dà una sensazione di poter fare più forza. E' un ragionamento che comprende anche l'angolo di Mauletti, quindi una posizione raccolta ma comunque con i piedi più in basso possibile. E' una stupidata? Non so ma quando passo dalla reclinata alla mtb, la circolazione sanguigna nelle gambe mi pare condizioni tantissimo al capacità di esprimere alta potenza, per lungo tempo.
Altri punti importanti non ne vedo. Sicuramente ci saranno ma al momento vedo questi come fondamentali.

Quindi, che configurazione si potrebbe utilizzare?

- Potrebbe essere una P38 (citata in molte occasioni proprio per la sua efficacia in salita), una rwd con seduta molto verticale:

lightning_p38_lg

Leggera, abbastanza rigida e maneggevole, molto corta. Però c'è il difetto del boom a sbalzo (e della sua impercettibile ma inevitabile flessione che porta via potenza), una catena lunga e le indispensabili carrucole che causano una perdita di potenza, a loro volta.

- Perché allora non una geometria lwb che forse non è mai stata considerata come dovrebbe:
veit1942IMG_0336
Ridottissima flessione del boom che sta “nel” telaio ma purtroppo questo rimane pesantino e c’è la difficoltà di uso nelle curve strette a causa del passo lungo. E i problemi alla catena come sopra.


- Ma allora, che dire di una favolosa TD alla francese:

dsc_0010

I vantaggio sono tanti. Catena cortissima. Telaio leggerissimo. Componentistica sostanzialmente da bdc, senza molti compromessi. Il movimento centrale può essere messo a ridosso della ruota anteriore, praticamente in ogni posizione, non essendoci il problema dell'interferenza con i talloni, anche rasoterra. Problemi: trazione anteriore e quindi possibilità di slittare in particolari condizioni di scarsa aderenza ma il problema più grande è che occorre reimparare ad andare in reclinata visto che occorre usare le braccia e il movimento del corpo, come in una danza.


- Ultima: una trazione anteriore fwd, quindi con movimento centrale fisso.

Kilkare

Vantaggi: telaio leggero quasi come la TD, catena corta (non cortissima però) ma perdita di potenza per le carrucole di cui non si può fare a meno.
Problemi: perdita di aderenza in salita come sulla TD. Movimento centrale obbligatoriamente alto, per problema interferenza con talloni.

Su questi argomenti ci ho rimuginato un po'. Avendole provate un po' tutte, la mia opinione è che la configurazione da cui partire anche solo per un grezzo prototipo, per poi effettuare uno sviluppo nella direzione delle prestazioni in salita, sia la TD alla francese. Ha dei vantaggi innegabili, pagando lo scotto (grosso, per carità) di essere un cavallo imbizzarrito da domare. Ma, una volta domato, potrebbe dare grosse soddisfazioni. Potrebbe.
In parallelo con gli altri lavoretti che sto facendo, vorrei provare a buttarmi anche in questa avventura e ritornare un po' al punto in cui ero partito e da cui avevo promesso a me stesso di non tornare più. Ma così è la vita...

Mi piace anche molto la lwb, per la sua estetica da bici “quasi” tradizionale e per la possibilità di uso da mtb senza tanti compromessi ma in salita la vedo pesantina e con la solita tripla catena. Per la rwd non mi piace molto dover usare la solita catenona e la ruota anteriore da 20”, quantomeno se si vuole avere poca interferenza con il tallone, che nei tornanti si sente parecchio e il movimento centrale nel contempo non troppo in alto. La fwd la vedo un po’ come un compromesso in tutto e quindi potrebbe non eccellere in nessuna caratteristica.

L'obiettivo non è ovviamente quello di gare o sfide con i gobbetti a suon di Kom su Strava (in salita ci vuole veramente il fisico, non è come in pianura che c’è l’aiutino aerodinamico) ma quello di godersi un Mottarone in piena libertà, magari terminandolo in tempi accettabili. Cosa che con il trike riesco a fare ma dovendo obbligatoriamente fare più sforzo di quanto non mi toccherebbe con una normale MTB (dati alla mano ci sono 15-20 minuti di differenza sui 10 km di salita che, ricordo, ha una pendenza media dell’8%). O magari fare qualche cronometro in salita senza avere la certezza di arrivare ultimo degli ultimi. Diciamo almeno penultimo.
Interessa ancora questo argomento?
 
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