Reinventiamo la bicicletta, Se la bici è una scelta di logica, la reclinata ancor di più, ed è più divertente!...

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Wunkyai
view post Posted on 18/12/2008, 21:16     +1   -1




Ho trovato su ILIKEBIKE questo upload che copio fedelmente,non conosco l'autore, comunque lo ringrazio


CITAZIONE
Reinventare la bicicletta

Non inquina, non fa rumore, è inoffensiva. Non ingombra, consuma energia rinnovabile, fa bene alla salute.

Nelle città è il mezzo di trasporto più razionale, economico e veloce negli spostamenti a corto e medio raggio ovvero quelli compresi tra i 3 e i 5 km che sono, secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), la gran parte degli spostamenti urbani.
Eppure, in Italia, la bicicletta è ancora un mezzo di trasporto marginale. La percentuale media dei trasferimenti in bici effettuati in città è infatti il 3% del totale.
Un indicatore ancora molto lontano da quello di molte metropoli del Nord Europa dove più di uno spostamento su tre avviene in bicicletta.
Fa eccezione Ferrara con percentuali vicine al 30% ma con, di contro, un uso dei mezzi pubblici pressoché irrilevante.
Il risultato è sotto gli occhi e il naso di tutti: la drammatica situazione della mobilità nelle città italiane dove ormai, come profeticamente diceva Ivan Illich, “i veicoli creano più distanze di quante non ne eliminino”.

Città sempre più intasate e irrespirabili. Sempre più bloccate.
Bloccate innanzitutto da un gap culturale. Un misto di paura, vergogna e disinformazione aleggia attorno alla bicicletta.
Un esempio? La diffusa convinzione che vorrebbe i ciclisti maggiormente esposti agli inquinanti rispetto agli automobilisti. Un timore infondato invece e smentito scientificamente in numerose circostanze negli ultimi 12 anni come conferma l'ing. Martino Caranti.

C’è poi la paura di buttarsi nel traffico omicida.
Di dover affrontare una sorta di sport estremo.
Di mettere a repentaglio la vita o nel migliore dei casi di buscarsi un acquazzone o un raffreddore.
Chi va in bici abitualmente sa che non esiste buono o cattivo tempo, ma solo equipaggiamento adeguato.

Del resto, se non fosse così, non si spiegherebbe l’uso diffuso di questo mezzo in paesi come Svezia e Finlandia, climaticamente più svantaggiati del nostro.

In quanto al rischio che si corre andando in bicicletta fateci caso, più che i ciclisti, a sostenerlo, sono proprio gli automobilisti, sovente insofferenti verso la bici e probabilmente ignari di quelle circa 3500 vittime all’anno riconducibili secondo l’Agenzia nazionale per l’Ambiente alle emissioni velenose causate principalmente dal traffico motorizzato.
Per non parlare degli incidenti stradali che causano ogni anno, grazie alle “sicure” automobili, circa 7000 decessi.
Beninteso, andare in bici nel traffico urbano non è semplice e comporta passaggi difficili: le rotatorie innanzitutto. Prive nella maggior parte dei casi di attraversamenti ciclabili, diventano
spesso vere e proprie roulette russe anche per il più esperto e ligio dei ciclisti.

C’è infine la vergogna.
Nella percezione di molti, la bici è ancora associata a un’immagine di povertà e di arretratezza. Come sostiene Paolo Rumiz, inviato del quotidiano la Repubblica e autore qualche anno fa di una memorabile pedalata da Trieste a Istanbul, “dietro la timidezza che abbiamo nel fare della bicicletta uno strumento di modernità e di libertà c’è la vecchia tendenza italiana a vergognarsi delle proprie radici contadine”. Secondo Rumiz, “la bici è un rivelatore di un gap identitario: noi ci vergogniamo della bicicletta perché è uno strumento antiquato dell’Italia povera.

Mentre un olandese non ha questo problema perché non è stato suddito fino a ieri.
L’olandese è un cittadino da 400 anni.”
Qui da noi le generazioni contano. Almeno a partire dal boom economico.
E’ in quegli anni infatti che il sogno perenne di spostarsi da un luogo all’altro velocemente e senza fatica, per necessità o per diletto, viene “inscatolato” in un’utilitaria. Che negli anni diventa berlina e oggi Suv, enormi “caravanserragli” a metà strada tra una jeep e un autocarro dove in questi tempi di insicurezze montanti si è finito per depositare anche la tranquillità perduta.
Inutile nasconderlo, la bicicletta ha un antagonista naturale: l’automobile.
Non è ricerca d’identità per contrapposizione. La storia della bicicletta non ne ha bisogno.

“Tornare alla bici vuol dire tornare all’Italia vera” dice ancora Rumiz rievocando la lezione pasoliniana.
Nessuna soggezione quindi, ma pura e semplice reazione di auto-difesa: una questione di sopravvivenza.
E di scelta: possibilità vera di poter decidere in piena libertà quale mezzo di trasporto usare per spostarsi.
Oggi in Italia questa libertà non è data.
Ed è rumoroso il silenzio della politica: nessuno schieramento tanto audace da fare della bicicletta una sorta di bandiera capace di rappresentare lentezza, sostenibilità, energia, ma anche fantasia, salute, convivialità.
E dire che promuovere oggi l’uso della bicicletta è tutt’altro che una scelta antistorica come dimostra il rapporto 2005 del VTPI (Victoria Transport Policy Institute) centro canadese di documentazione sulle politiche dei trasporti.
Il VTPI rileva infatti che dopo un secolo di crescita irresistibile del trasporto motorizzato, a partire dal 2000, la mobilità in automobile ha cominciato a diminuire a tutto vantaggio di modalità alternative di trasporto, quali la marcia a piedi, la bicicletta, la condivisione del mezzo di trasporto, il trasporto pubblico, il telelavoro, i servizi di recapito.

Qualcosa sta cambiando.

La sempre più diffusa sensibilità verso i temi ambientali e quelli legati alla salute sta rivalutando questo straordinario mezzo di locomozione di cui si esaltano tra l’altro le piccole e grandi virtù terapeutiche specie quelle connesse alla sedentarietà e alle malattie cardiovascolari.
Ecco che, anche in assenza di politiche vere relative alla mobilità ciclistica, l’uso della bicicletta aumenta costantemente. Lo conferma Luigi Riccardi Presidente della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che ha visto crescere la sua organizzazione del 40% in tre anni e raggiungere 12.000 iscritti distribuiti su 80 associazioni sparse in tutt’Italia.
Oggi a ridosso della mitica Ferrara - continua Riccardi - ci sono Città Ciclabili di tutto rispetto come Bolzano, Mestre, Reggio Emilia,
Brescia o anche piccoli comuni come Cernusco sul Naviglio, che ha ormai completato il suo piano
di ciclabilità.

E’ fatale. Il tempo gioca a favore della bicicletta. Il cambiamento passa attraverso dinamiche di trasformazione psicosociale in atto nella stessa sfera individuale dove si consuma la battaglia tra un io che desidera uno stile di vita sano e sostenibile e la realtà che mortifica o rende impossibile tali propositi.
In gioco c’è lo stile di vita da adottare, gran parte del futuro delle nostre città, la possibilità di rimetterle in marcia.
Come dice Didier Tronchet, nel suo delizioso Piccolo trattato di ciclosofia :

“La nuova rivoluzione (cicloruzione) può venire semplicemente da questa alternativa mattutina: prendo l’automobile o la bicicletta?”



Un gesto che può essere lungimirante: che guarda a nuovi scenari energetici, alle città di domani e a come vi si muoveranno e respireranno i nostri figli. Niente a che fare con la nostalgia quindi. Non c’è tradizione da ricalcare, ma tradizione da inaugurare o consolidare: tutta da inventare.
Promuovere l’uso della bicicletta significa praticare una sorta di restauro conservativo.
Con le tecniche più moderne e con il coraggio di opporre il gesto individuale a una follia collettiva.

“Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”



diceva Gandhi mentre proponeva alla sua gente il filatoio a mano.

Ci sono 30 milioni di biciclette in Italia che aspettano di uscire dalle cantine.

Chiedono a ognuno di noi di contribuire allo smottamento culturale della “civiltà” centrata sull’automobile.
Andando in bici.
Perché la saggezza ciclosofica dice: “Che fare per la bicicletta? Andare in bicicletta”
E abbandonare l'auto come suggerisce Emilio Rigatti.

Mi sembra un buono spunto, xchè se è vero che è così, ALLORA LE RECLINATE SONO ANCORA PIU' IMPORTANTI, PERCHE' SONO PIU' ERGONOMICHE, EFFICIENTI, E RIPORTANO A PEDALARE GENTE CHE AVEVA RINUNCIATO, O DOVUTO RINUNCIARE, ALLA BICICLETTA!!..


Meditate gente, meditate

Edited by Wunkyai - 19/12/2008, 13:21
 
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view post Posted on 18/12/2008, 21:34     +1   -1
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Articolo interessante, per molti aspetti condivisibile.

Grazie!

Edited by recumbent - 21/12/2008, 13:56
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 24/12/2008, 11:08     +1   -1




Visto che è già citato nell'articolo riportato da wunkiai, consiglio la lettura provocante e stimolante di "Energia ed equità" di Ivan Illich, saggio scritto agli albori della primi crisi petrolifera e ora ripubblicato in Italia da Bollati Boringhieri con il titolo "Elogio della bicicletta".

In questo saggio Illich compie un'analisi spietata della nostra società. Oltre una certa soglia di watt pro capite, sostiene, diminuisce l'equità sociale ed aumentano i privilegi. Nel caso dei trasporti questa soglia può essere anche chiaramente identificata nella velocità critica di 25 km/h. Chi può accedere a velocità superiori inevitabilmente finisce per danneggiare qualcun altro.

Baci e bici.
 
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view post Posted on 25/12/2008, 01:56     +1   -1
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Luca Ciani

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Questo argomento mi tocca davvero sul vivo.
Dipendenza da petrolio.
Auto e asfalto sono i veri padroni delle città.
I trasporti pubblici sono una farsa. Scomodi, cari, mal gestiti e poco innovativi.

Per ipotizzare un ritorno alla bicicletta, è indispensabile rispettare una buona convivenza tra pedoni, ciclisti e automobilisti.
Cosa che in Italia non avviene.
L'auto s'impone con la prepotenza, la fretta. E i pedoni non sanno fare i pedoni.
E' un segno di civiltà razionalizzare l'utilizzo delle auto, e rispettare la crescita dei mezzi ad impatto zero, biciclette in primis.

I tempi son maturi per sviluppare mezzi di trasporto evoluti, golosi per tutti.
Abbiamo tecnologie avanzatissime, ma applicate a mezzi di trasporto arcaici.

Con gli stessi principi che regolano il traffico internet è possibile creare una rete di trasporto pubblico in cui alle "fermate" sia possibile salire su mezzi individuali privi di motore che ci trasportino a una qualsiasi altra destinazione, senza mai fermarsi, senza congestioni.
Un traffico gestito e regolato dalla stessa rete, una rete totalmente priva di occupazione di suolo pubblico, come accade con metrò e funivie.
Il cuore del sistema sono i "router" del traffico, Per intenderci è come se, avvicinandoci ad una rotonda in auto, la rotonda prendesse il controllo della nostra auto, sapesse dove vogliamo andare e ottimizzasse l'interscambio senza farci fermare.
Poi innumerevoli altre chicche, come l'alimentazione totalmente elettrica, l'utilizzo solo per gli utenti registrati, le merci che viaggiano senza bisogno di autista, le vetture vuote che si spostano in base alle esigenze del traffico.
Le strade tornerebbero vuote dal traffico e sicure.

Io uso la bici, la recumbent, più che posso e più che voglio, ma penso che se vogliamo salvare questa umanità, bisogna credere in un progetto che sia innovativo, come lo fu la ferrovia secoli fa. La possibilità c'è. Io ho sviluppato questo tipo di pensiero per anni, ma a chi puà interessare? Bisogna solo aspettare che qualcuno ne veda i profitti e ci lucri sopra. Non certo per salvare il mondo...
Nel frattempo continueremo a prendere ordini dai tom tom, a sorbirci inaspettate code e a tentare di salvarci dalle auto.
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 26/12/2008, 22:01     +1   -1




QUOTE
Con gli stessi principi che regolano il traffico internet è possibile creare una rete di trasporto pubblico in cui alle "fermate" sia possibile salire su mezzi individuali privi di motore che ci trasportino a una qualsiasi altra destinazione, senza mai fermarsi, senza congestioni
Un traffico gestito e regolato dalla stessa rete, una rete totalmente priva di occupazione di suolo pubblico, come accade con metrò e funivie.

oillalà come siamo futuristici... e forse un po' illusi. Mezzi individuali, anche se privi di motore... una rete totalmente priva di occupazione di suolo pubblico...dove li metteresti? Per aria? e per terra cosa ci metti? immagino le automobili. Sarebbe molto più semplice destinare il suolo pubblico a utenze diverse da quella automobilistica, anche se politicamente molto meno spendibile in tempi di populismo e di frasi ad effetto
QUOTE
Il cuore del sistema sono i "router" del traffico, Per intenderci è come se, avvicinandoci ad una rotonda in auto, la rotonda prendesse il controllo della nostra auto, sapesse dove vogliamo andare e ottimizzasse l'interscambio senza farci fermare.
Poi innumerevoli altre chicche, come l'alimentazione totalmente elettrica, l'utilizzo solo per gli utenti registrati, le merci che viaggiano senza bisogno di autista, le vetture vuote che si spostano in base alle esigenze del traffico.
Le strade tornerebbero vuote dal traffico e sicure.

Sorprendente come qualcuno ancora possa immaginare che nelle nostre città, con l'aiuto di un po' di elttronica e di informatica si possa pensare di eludere il problema di fondo che è puramente di fisica. Niente e nessuno potrà vincere la legge dell'impenetrabilità dei corpi. Se qualche router potrà migliorare leggermente le velocità medie di circolazione del mare di automobili (o di veicoli individuali senza motore... magari appesi a una rotaia), gli spazi disponibili in una città sono e saranno sempre quelli, a meno di non sparpagliare la città stessa su superfici immense, cioè consentendo a queste tecnologie di creare più distanze di quante non ne elimino. E minando alla base il concetto stesso di città, già parecchio malconcio per le politiche urbanistiche degli ultimi 30 anni.
L'unico mezzo individuale di trasporto urbano compatibile con gli spazi cittadini è la bicicletta.
Per il resto la soluzione è il trasporto collettivo.
E per favorirlo bisogna destinargli dello spazio pubblico sottraendolo alla circolazione automobilstica, non dove "avanza". E massicciamente. Lo spazio da riservare alla circolazione privata a motore dovrebbe essere residuale, dato che è la stessa circolazione privata a motore il maggiore ostacolo alla mobilità urbana.
La velocità di circolazione media in tutte le nostre città è molto sotto i 15 km/h (nelle ore di punta di 6 o 7). E la velocità di circolazione non ha niente a che vedere con la velocità di spostamento porta a porta che prevede anche camminata da e per l'auto, magari parcheggiata all'ottavo piano di un autosilo, giri in tondo per evitare sensi unici e zone pedonali etc. Se a questo ci aggiungiamo pure il tempo necessario a guadagnare i soldi indispensabili per pagarsi l'auto e il suo funzionamento la velocità scende a livelli da novantenne a piedi...pensare di riuscire a migliorare i tempi di spostamento lasciando inalterato il modello di trasporto è pura illusione, dato che la radice del problema è proprio il modello, non una mancata adozione di alcune modifiche che oggi la tecnologia ci rende disponibili.
"L'anoressia nervosa è caratteristica delle civilità opulente. Solo nelle nostre città capita di vedere mezzi di 5 tonnellate che trasportano giovani signore di 50 kg che stanno andando in farmacia per comperare 500 grammi di psicofarmaci..." (citazione da non mi ricordo chi) Il problema è questo. Non il teltrasporto o i router o il personal rapid transit, che alla fine è come una macchinina polistil oversize e che probabilmente ha bisogno di spazi di circolazione e sosta paragonabili a quelli di un utilitaria, quindi incompatibili con spazi e tempi di spostamento urbani, per quanto sopraelevati.
Ecco perchè i router o il teletrasporto non servono. Riflettiamo e leggiamo meno Focus...


QUOTE
Auto e asfalto sono i veri padroni delle città.
I trasporti pubblici sono una farsa. Scomodi, cari, mal gestiti e poco innovativi.

Scusa se dissento sull'uso del linguaggio: auto e asfalto padroni della città e trasporti pubblici farsa. Diciamo pure che anche l'auto in città è una farsa. Altrimenti continuiamo a vederla come quello che non è e rendiamo una farsa padrona delle nostre vite...
Che poi i trasporti pubblici siano cari... gli si può dire di tutto tranne questo, il costo medio del biglietto urbano di un autobus è intorno all'euro... prova ad andare dove i trasporti pubblici funzionano e vedi quanto costa.

Baci e bici.

Enrico
 
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Wunkyai
view post Posted on 27/12/2008, 13:04     +1   -1




CITAZIONE
Che poi i trasporti pubblici siano cari... gli si può dire di tutto tranne questo, il costo medio del biglietto urbano di un autobus è intorno all'euro... prova ad andare dove i trasporti pubblici funzionano e vedi quanto costa.

Assolutamente d'accordo; anni fa ho vissuto a Londra, dove la metropolitana è fantastica, ma ricordo perfettamente un articolo dell'economist un pò critico che faceva notare come l'Underground aveva un prezzo al Km x passeggero superiore a quello del Concorde...

Certo, possiamo obiettare che il costo del petrolio è finto, nel senso che non include tutta una serie di costi accessori derivati dai 'guasti' e dal peggioramento della qualità della vita in generale che genera.

La bicicletta come concetto, resta il mezzo più efficiente in assoluto, e questo lo sappiamo.
La comodità e fruibilità d'uso può essere amplificata, e di molto, concentradno lo sviluppo sulla posizione reclinata di pedalata (ma và?...) e sull'uso di sistemi di pedalata assistita efficienti e magari accoppiati a panelli fotovoltaici per la 'scorta' giornaliera d'energia.

Più che i velomobiles (che vedo bene nel commuting di medio raggio) vedo un sviluppo di mezzi tipo il MITKA

Comunque, cerchiamo nel nostro (neanche tanto) piccolo di dare l'esempio, e di dimostrare che la Cicloruzione (la rivoluzione ciclabile) passa obbligatoriamente dalla creatività e libertà del mondo delle reclinate e degli HPV's

Aloha
 
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view post Posted on 30/12/2008, 00:59     +1   -1
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Luca Ciani

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oillalà come siamo futuristici... e forse un po' illusi. Mezzi individuali, anche se privi di motore... una rete totalmente priva di occupazione di suolo pubblico...dove li metteresti? Per aria? e per terra cosa ci metti? immagino le automobili. Sarebbe molto più semplice destinare il suolo pubblico a utenze diverse da quella automobilistica, anche se politicamente molto meno spendibile in tempi di populismo e di frasi ad effetto

Guarda, io della realizzabilità di questo "futuro" non ho nessun dubbio.
Rispondo alle domande, e ti dico che i mezzi individuali non sono di proprietà privata! Sono come un metrò, ma divisi in "celle" che viaggiano ognuna indipendente dall'altra, su una rete di trasporto che può essere sia sotterranea , sia a filo terreno che aerea. Le strade asfaltate resterebbero di dominio dei pochi mezzi che non potrebbero transitare su un simile mezzo di trasporto.

CITAZIONE
Sorprendente come qualcuno ancora possa immaginare che nelle nostre città, con l'aiuto di un po' di elttronica e di informatica si possa pensare di eludere il problema di fondo che è puramente di fisica. Niente e nessuno potrà vincere la legge dell'impenetrabilità dei corpi. Se qualche router potrà migliorare leggermente le velocità medie di circolazione del mare di automobili (o di veicoli individuali senza motore... magari appesi a una rotaia), gli spazi disponibili in una città sono e saranno sempre quelli, a meno di non sparpagliare la città stessa su superfici immense, cioè consentendo a queste tecnologie di creare più distanze di quante non ne elimino. E minando alla base il concetto stesso di città, già parecchio malconcio per le politiche urbanistiche degli ultimi 30 anni.

Elettronica e informatica su una rete che non centra nulla con l'auto e che non occupa 1 cm di suolo pubblico.
Sali alla fermata in un mezzo, dici dove vuoi andare e ti porta a destinazione senza mai fermarsi.
Non è utopia, ed è un sistema che in parte è già usato in diversi frangenti.
Basta raccogliere un po' di innovazioni e fare 2+2.
Il bike sharing ci insegna che basta prendere una bici in un posto e mollarla in un altro (peccato che poi quel sistema non sia in grado di riportare indietro le bici).
Il metrò di Torino, fighissimo, è totalmente videosorvegliato e automatizzato e la vettura che corre sulle rotaie viaggia senza bisogno di autista, peccato che si fermi a tutte le stazioni (10 min. di viaggio con 7 min. di sosta, 3 min. tra scale, scale mobili e obliterazione biglietto, 3 min. di attesa veicolo...) e non vada magari proprio dove mi servirebbe.

I mezzi pubblici sono economici?
Beh, magari con un abbonamento, ma chi va in centro magari una volta al mese cosa può scegliere? La metrò di Torino costa 1€ a viaggio, come se fosse una giostra.
Il treno tra Torino e Venezia rasenta i 50€.

Quindi, la mia "visione futuristica" è un mezzo di trasporto collettivo, solo che ognuno va per i fatti suoi, su una rete collettiva ad hoc, con inesistente problema di congestione.
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 30/12/2008, 08:35     +1   -1




QUOTE
Rispondo alle domande, e ti dico che i mezzi individuali non sono di proprietà privata! Sono come un metrò, ma divisi in "celle" che viaggiano ognuna indipendente dall'altra, su una rete di trasporto che può essere sia sotterranea , sia a filo terreno che aerea.

Ti chiedo scusa per il tono un po' aggressivo.
Non ho mai parlato di proprietà privata vs proprietà pubblica, ma solo di trasporto individuale contro trasporto collettivo.
E un trasporto individuale su mezzi di trasporto che, se pur di proprietà pubblica, ricalchino per peso e dimensioni l'automobile è improponibile in ambito urbano per semplici questioni di spazio. A meno di non fare tutto sottoterra. Ma con che costi? E anche sotto terra ho paura che, a meno di non disporre le corsie in verticale, non si possa garantire la sezione stradale complessiva sufficiente a far scorrere questo mare di veicoli a una velocità accettabile (che in città, ricordiamocelo bene, tutti gli esperti sono concordi non poter superare i 25/30 km/h). La congestione ci sarebbe comunque.

Quello che voglio dire è che la soluzione sarebbe già pronta, ed è il trasporto collettivo su gomma o rotaia, capillare, organizzato in modo che almeno il 90% delle abitazioni si trovi a meno di 300 mt da una fermata, servito con frequenze che vanno dai 5/6 minuti nelle ore di punta ai 15 minuti nelle ore serali e con un servizio anche notturno. Per fare questo non serve aspettare chissà che tecnologie, ma solo un grosso investimento nel breve periodo (che nel lungo si traduce in minori spese per manutenzione strade, misure antinquinamento, spese sanitarie e comunque ti ricordo che un km di linea tramviaria urbana costa come 100 mt di metropolitana, ancora meno costa l'istituzione di corsie preferenziali, dato che l'aumento di velocità di circolazione dei mezzi pubblici consente un drastico aumento del numero di passeggeri/ora e diminuzione dei tempi di spostamento a parità di materiale circolante utilizzato) magari finanziato da qualche forma di road pricing a carico degli automobilisti, un'integrazione delle tariffe tra i diversi servizi, un cambio di mentalità che non veda sempre l'istituzione di corsie riservate al trasporto pubblico come una limitazione all'utilizzo dell'auto,ma come una possibilità a muoversi meglio e in modo più compatibile con le altre esigenze del vivere civile, che non riguardano solo il trasporto.

QUOTE
I mezzi pubblici sono economici?
Beh, magari con un abbonamento, ma chi va in centro magari una volta al mese cosa può scegliere? La metrò di Torino costa 1€ a viaggio, come se fosse una giostra.

Una volta al mese si può anche spendere quell'euro, ma direi anche di più se c'è un servizio che funziona con le caratteristiche che ti ho detto.
Ti faccio presente che se quella volta al mese prendi l'auto spendi 40 centesimi al chilometro (se sei fortunato a trovare un parcheggio gratuito). Quindi con un biglietto di metro potresti fare si e no 2.5 km... come sempre ci si accorge sempre di quanto molto costino i trasporti pubblici, ma chissà come mai quando si tratta di andare al lavoro a 5 km da casa alle 8 del mattino si prende tutti l'auto per impiegarci 45 minuti o più a un costo 3 o 4 volte superiore.

QUOTE
Il treno tra Torino e Venezia rasenta i 50€.

hanno tolto un sacco di interregionali e intercity e messo questi cavolo di eurostar city che costano l'ira di dio con la scusa che hanno le prese di corrente per portatile cellulare e Ipod. I pendolari milanesi sono infuriati, visto che questi treni non si fermano alle stazioni minori. Questo dalla metà di dicembre. Anche da solo si spende meno in auto, quanto meno per benzina e autostrada. Io mi riferivo ai trasporti urbani.

Baci e bici.
 
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view post Posted on 30/12/2008, 18:14     +1   -1
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Camel e Cruz

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Occhio. Tutto ciò che riduce il gettito fiscale viene fermato. Bilancio Italia : gettito 1000 miliardi di euro di cui 100 gettito fiscale da tasse su combustibili fossili. Se , agevolando la propulsione umana, riduci 100 miliardi di gettito fossile anche solo dell'uno per cento fa un miliardo di euro. Levi già una cifra capace di gettare nel panico la ragioneria statale.
Non solo in Italia, ma da noi di più, valgono purtroppo queste trascurate realtà.
Solo così riesco a spiegarmi perchè le tecnologie verdi arrancano e con loro il ciclismo alternativo all'auto.
Mi aspetto che quelli che vogliono sostituire l'auto con la bici vengano ostacolati mentre quelli con bici da corsa (bdc) che non hanno velleità urbanistico-politiche ma prevalentemente sportive no.
Provate a pensare che la sola differenza è fiscale. Vi spiegherete molte cose.
Non farei contrapposizioni trasporto pubblico-privato oppure ciclisti bent o bdc, tutti utili e da sviluppare, ma tra pagatori di tasse e sperperatori di tasse (noi pantaloni e i politici).
E nemmeno contrapposizioni ma controllo del cittadino vigile.
Io lo sto facendo ed ho scoperto che era prevista una pista ciclabile dal mio borgo alla scuola, ma non è stata fatta e ne chiederò conto al sindaco perchè sono i miei soldi. Andate a vedere il piano regolatore generale (PRG) del vostro comune e partecipate al nuovo Piano Strutturale che lo sta sostituendo e chiedete spiegazione. E' un vostro diritto.
 
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view post Posted on 30/12/2008, 19:43     +1   -1
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Luca Ciani

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Eh, sì, le innovazioni destinate ad abbassare il gettito fiscale son mal viste. A prescindere da ogni altro vantaggio.

CITAZIONE
E anche sotto terra ho paura che, a meno di non disporre le corsie in verticale, non si possa garantire la sezione stradale complessiva sufficiente a far scorrere questo mare di veicoli a una velocità accettabile (che in città, ricordiamocelo bene, tutti gli esperti sono concordi non poter superare i 25/30 km/h). La congestione ci sarebbe comunque.

Sì, d'accordissimo su tutto quel che opini.
Nel mio progetto stimo una velocità praticamente costante di non oltre 1 40-50 km/h, che non risentendo di nessun tipo di stop (ma solo di percorsi variabili in base al traffico) rendono il tutto idilliaco (ai 40km/h attraversi una città in un ottimo tempo!).
Ti dirò che innanzitutto quest'idea è nata analizzando le moderne funivie ad amarro-su-fune-sganciabile (si sganciano ad ogni fermata dalla fune trainante), quindi ho immaginato che ad un "capolinea della funivia ci fossero altre 2 o 3 altre funivie pronte ad accogliere sulla loro fune la cabina in arrivo, il tutto gestito via software.
Poi ho elaborato i possibili intasamenti e altre variabili.
Ogni soluzione mi apriva a nuove possibilità, fino a rendermi conto che un simile trasporto sarebbe la soluzione a tutto.
Ritornando alla visualizzazione "multifunivia", bisogna precisare che a differenza di una funivia, sulla fune viaggiano cabine solo se c'è qualcosa da trasportare, o qualche cabina vuota che si deve spostare per necessità logistiche. Le fermate, i depositi e le "rotonde" sono entità indipendenti, quindi è possibile utilizzare anche piccoli spazi.

Funziona, funziona, funziona. Mi piacerebbe almeno realizzarne un plastico, ma penso che poi mi mangerei ancor di più le mani, perchè è ovvio che funzionerebbe.

Sarebbe un po' come aver inventato il sistema automatico che gestisce un bowling... conteggio punti e partite, sistemazione birilli e restituzione palla. Incredibile che funzioni... ma qualcuno ha visto il business e l'ha fatto. Sempre per il maledetto business!

Tengo a precisare che questo mio progetto non porta via posti di lavoro (ovvio che le ditte di trasporti e le poste ne farebbero man bassa perchè troverebbero già integrato in questo sistema la distribuzione capillare della merce senza autista), ma la sicurezza e la gestione delle fermate richiederebbero presenza di personale.

Il riscontro più positivo nella costruzione di tale rete è la versatilità strutturale. Iniziando a collegare 2 fermate, la si può già attivare. Ogni ampliamento può essere facilmente inserito nella rete. Quindi con una terza fermata si ottiene già una triangolazione e via dicendo.
Se noi dobbiamo spostarci da A a B e in mezzo c'è una rete tipo foglio a quadretti, non si sa quale strada si faccia, ma si va a velocità costante.

Vista così, non esisterebbe nulla di più comodo e rilassante. Mi leggo un bel giornale e viaggio come sul treno.
E se invece voglio respirare la natura e godermi proprio il viaggio...
W le recumbent!
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 31/12/2008, 19:16     +1   -1




Ma in base a che cosa hai fatto i tuoi calcoli sul fatto che funzioni?
Per far girare qualsiasi aggeggio delle dimensioni di un'automobile o quasi a 40-50 km/h serve una BARCA DI SPAZIO, anche se rallentamenti e frenate avvenissero in tempo reale, cioè senza l'intervento umano che ha tempo di reazione di molto superiore a quello di un software. E non dirmi per piacere che di freni non ce ne è bisogno..
Guarda che le sezioni stradali di una città, con questi volumi di traffico, sono appena sufficienti a far girare le macchine a velocità che spesso sono sotto i 10 km/h. Non credo che le stesse sezioni, anche con il miracoloso intervento dell'informatica e delle fibre ottiche, possano consentire agli stessi flussi di circolare a velocità 5 volte superiori. è vero che non servirebbero tutti i parcheggi di cui abbiamo bisogno adesso, per cui si guadagnerebbe unpo' di spazio da lì, ma non 5 volte tanto (e il bisogno di spazio non aumenta in maniera proporzionale alla velocità, ma esponenziale).
Hai fatto i conti degli spazi necessari, davanti e dietro a una vettura in movimento a 40 km/h per garantire una distanza di sicurezza e in base a questo di quante corsie sono necessarie, di quanti watt totali, di quanto questo sistema possa essere compatibile con un bambino che gira con il triciclo (visto che è un cittadino anche lui, è inutile dopo che ci lamentiamo delle playstation...), di quanto spazio ci sia bisogno per creare delle intersezioni quanto meno possibile ad angolo retto per garantire un incrocio dei flussi che ne rallenti il meno possibile la marcia (i "quadretti" come li chiami tu consenitrebbero di non rallentare a nessuno? non credo proprio, a meno di non girare a velocità esattamente uguali a quelle di oggi)? E alla fine, quanti megatep equivalenti sarebbero necessari per muovere tutta questa gente in questo modo? Non c'è solo il traffico da "fluidificare", c'è anche Kyoto.

Le soluzioni a questi problemi ci sono già, nei paesi che noi stessi spesso indichiamo ad esempio. Si tratta semplicemente di usare quello che c'è già riservandogli una consistente fetta di spazio pubblico urbano. E la cosa funziona. Perchè in questi paesi non hanno pensato a queste tecnologie ultra sofisticate? sono così ottusi? o forse quando vedono un problema conseguente alle proprie abitudini di vita le rimettono semplicemente in discussione senza delegare alla tecnologia quello che è di competenza della società?

QUOTE (luc22_it @ 30/12/2008, 18:14)
Occhio. Tutto ciò che riduce il gettito fiscale viene fermato. Bilancio Italia : gettito 1000 miliardi di euro di cui 100 gettito fiscale da tasse su combustibili fossili. Se , agevolando la propulsione umana, riduci 100 miliardi di gettito fossile anche solo dell'uno per cento fa un miliardo di euro. Levi già una cifra capace di gettare nel panico la ragioneria statale.

Già, ma forse la ragioneria statale, se potesse fare i conti senza avere di mezzo i politici che hanno paura di perdere voti, direbbe: per ogni automobile che tolgo quanto risparmio di spese sanitarie per incidentalità e inquinamento, per manutenzione e pattugliamento strade, di congestione? Qualsiasi ragioniere che si rispetti ragiona così.

Il problema è che certe misure sono IMPOPOLARI, non tra i ragionieri, ma tra i comuni cittadini. Smettiamo di usare la foglia di fico della cattiva amministrazione. Vivo in un quartiere

QUOTE (luc22_it @ 30/12/2008, 18:14)
Occhio. Tutto ciò che riduce il gettito fiscale viene fermato. Bilancio Italia : gettito 1000 miliardi di euro di cui 100 gettito fiscale da tasse su combustibili fossili. Se , agevolando la propulsione umana, riduci 100 miliardi di gettito fossile anche solo dell'uno per cento fa un miliardo di euro. Levi già una cifra capace di gettare nel panico la ragioneria statale.

Già, ma forse la ragioneria statale, se potesse fare i conti senza avere di mezzo i politici che hanno paura di perdere voti, direbbe: per ogni automobile che tolgo quanto risparmio di spese sanitarie per incidentalità e inquinamento, di manutenzione e pattugliamento strade, di congestione? Qualsiasi ragioniere che si rispetti ragiona così.

Il problema è che certe misure sono IMPOPOLARI, non tra i ragionieri, ma tra i comuni cittadini. Smettiamo di usare la foglia di fico della cattiva amministrazione. Vivo in un quartiere soffocato dal traffico che ha la fortuna di essere attraversato su un sedime ferroviario dismesso dove è stata ripristinata la vecchia linea ferroviaria. Bene, ho detto a qualcuno, visto che i pendolari del mattino potranno utilizzare il trenino, perchè non rendere la strada principale del nostro quartiere, ora uno dei due ingressi in città da quella direzione, una strada più vivibile, destinandola in gran parte a biciclette, autobus e pedoni? A darmi contro non sono stati i ragionieri... e se non si fa qualcosa tra 15 anni ci troveremo con i livelli di traffico di oggi. E con il trenino strapieno. Milano è piena di tram e di metro eppure guardate il traffico. Al contrario molte città dell'europa del nord hanno applicato misure decise di contenimento del traffico e questo è diminuito drasticamente, per la gioia di tutti, residenti, pendolari e commercianti.

 
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view post Posted on 5/1/2009, 18:43     +1   -1
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Luca Ciani

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Ma in base a che cosa hai fatto i tuoi calcoli sul fatto che funzioni?
Per far girare qualsiasi aggeggio delle dimensioni di un'automobile o quasi a 40-50 km/h serve una BARCA DI SPAZIO, anche se rallentamenti e frenate avvenissero in tempo reale, cioè senza l'intervento umano che ha tempo di reazione di molto superiore a quello di un software. E non dirmi per piacere che di freni non ce ne è bisogno..

Brutte notizie, non c'è bisogno di freni. Nemmeno di tanto spazio pubblico.
Ogni invenzione ha i suoi meriti. Il metrò e la funivia non occupano suolo pubblico.
Le cabine della ferrovia non hanno ne' freni ne' motore. Ovvio, son vincolate ad una rete che le trascina.
E questo si può fare sia su rotaia che su fune.
Inizia ad immaginare con me, semplificando molto...
Partiamo da una funivia in cui ci sono cabine solo se c'è bisogno di far transitare qualcuno/qualcosa.
Cioè che se nessuno la usa, non vedresti in cielo nessuna cabina.
Immagina di salire ad un capolinea, partirai appena ci sarà un "posto libero" sulla fune traente.
Immagina che all'altro capo della funivia ci fossero degli automatismi che ti permettano di continuare la corsa su altre tratte di funivia, e così via.
E' molto semplificato, ma il principio è questo. Una tratta può essere in fune o sotterranea su rotaia.
Non intendo soffermarmi sulle propulsioni possibili, ne ho anche ipotizzate di mooolto futuribili.
Tengo molto all'idea di valorizzare il senso di marcia, nel senso che tante vetture che procedono in una direzione creano un flusso d'aria. Se correttamente incanalato può generare un'ottimo risparmio energetico (pensiamo alla differenza che c'è tra le gallerie ad uno o due sensi di marcia, anche se lì il flusso d'aria ci farebbe morire!).
Concordi che una "cella" che possa portare max 4 persone, non debba quindi pesare più di 200kg? E' un involucro! Una bici carenata...

CITAZIONE
Non credo che le stesse sezioni, anche con il miracoloso intervento dell'informatica e delle fibre ottiche, possano consentire agli stessi flussi di circolare a velocità 5 volte superiori.

Nemmeno io lo credo. Tendo invece a pensare che più si vada lenti e uniformi, più si smaltisca traffico.
In svizzera hanno migliorato le cose abbassando la velocità. Secondo me il segreto sta nell'uniformità delle velocità.
Infatti conosciamo le "code a tratti"... ma come si generano? Se tutti andassero alla stessa velocità non accadrebbero...

CITAZIONE
quanto spazio ci sia bisogno per creare delle intersezioni quanto meno possibile ad angolo retto per garantire un incrocio dei flussi che ne rallenti il meno possibile la marcia (i "quadretti" come li chiami tu consenitrebbero di non rallentare a nessuno? non credo proprio, a meno di non girare a velocità esattamente uguali a quelle di oggi)?

Sì, decisamente rinuncerei all'alta velocità, almeno in questo mezzo.
Il problema dello spazio ho dovuto affrontarlo perchè se immagino che gli unici punti nevralgici fossero le intersezioni dei quadratini, questi avrebbero dovuto essere per forza troppo grandi, in quanto avrebbero dovuto svolgere troppe funzioni.
Quindi è stato necessario rendere possibile la separazione di ogni funzione, scambi, fermate depositi vetture, stazioni principali e di controllo. Ma questo non cambia. Funziona ed è di una versatilità che solo internet può vantare. I consumi energetici sono il punto cardine. Siamo ecologisti no?
Ti do uno spunto per il vero quesito.
Immagina 4 scale mobili ( A,B,C,D) che convergono tutte in un punto X.
E in quel punto 4 scale mobili che partono (1,2,3,4), verso diverse destinazioni.
Soddisfare che ognuno, a scale mobili strapiene, arrivando da qualsiasi delle 4, riparta in qualsiasi delle altre 4. Se gli arrivi da A B C D vogliono tutti andare in 1, questo non è possibile. Quindi convergono nella direzione "meno peggio".

Hehe, quì inizia il bello... anni e anni di visioni!

Bye!
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 5/1/2009, 19:59     +1   -1




Quindi: le intersezioni ai vertici dei quadratini di fatto sono dei punti dove la gente scende dalla propria capsulina e si infila in un'altra? quindi non ci sarebbero incroci veri e propri ma solo punti di cambio vettura. I freni ci vorrebbero comunque: se fossero tutti trainati da una fune questa dovrebbe fermarsi o rallentare a passo d'uomo (anziano), ogni volta che un passeggero deve scendere, facendo rallentare anche le altre capsuline. Oppure la capsulina che deve fermarsi "cambia" in qualche modo fune e rallenta per conto suo, ma un impianto frenante, della fune o della capsulina ci deve essere per forza, a meno di non farlo fermare per inerzia.

e cosa vuol dire che rinunci all'alta velocità? che rinunci ad andare a 100 km/h o a 40?

Perchè se rinunci ai 40 all'ora e ad ogni "incrocio" ci si deve fermare per scendere e salire su un altro mezzo alla fine le velocità di spostamento porta a porta non credo che sarebbero più alte di quelle di qualsiasi città con un trasporto pubblico decente. Ma con costi molto più alti.

per contro se pensi di poter permettere a qualsiasi mezzo, anche di 200 kg - il problema non è il peso, ma l'ingombro - di andare a 40 e più all'ora ricadiamo nell'ingenuità iniziale.

Secondo me è anche bello immaginare, ma visti i problemi che abbiamo nelle nostre città sarebbe più saggio guardare cosa fanno dove questi problemi stanno provando a risolverli davvero: nessuno pensa alle capsuline. Tutti invece puntano sulla riallocazione dello spazio stradale a favore di un trasporto pubblico efficiente che vuol dire:
- corse frequenti possibilmente su tutto l'arco della giornata e della nottata
- alta densità di linee e fermate
- integrazione delle tariffe
- utilizzo di tecnologie informatiche per fornire info in tempo reale all'utenza e facilitare la tariffazione
non è fantascienza, è puro buon senso, anche se non senso comune, almeno in Italia.

Bella discussione... mi appassiona.

Baci e bici.
 
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view post Posted on 5/1/2009, 23:18     +1   -1
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Luca, io punterei al tele-trasporto. :P

Scherzi a parte, mi piace il tuo modo (scusa) un po' naif di affrontare un tema così complesso ... in fondo anche Giulio Verne ha immaginato "cose" che poi si sono realizzate solo molti, molti anni dopo ...

E' sacrosanto che sevono "vision" per stimolare le realizzazioni di domani; pensa che ci sono personaggi pagati per immaginare cosa accadrà tra 50 anni nello spazio! Non so se sono solo dei furboni / venditori di fumo o veramente dei futurologi (si dice così :blink: ) che ci acchiappano ... nessuno di noi sarà qui a vedere se avevano o meno ragione ...

Per questioni professionali, faccio parte di un progetto europeo che deve delineare la cosiddetta "strategic research agenda" per la robotica europea: cosa accadrà nei prossimi 20 anni in ambito "robot".
Cosa c'entra? C'entra perchè in quel contesto si parla di tutte le tipologie di robot (purtroppo recentemente anche di quelli per uso militare ... :( ) e quindi anche di sistemi di trasporto robottizzati che dovrebbero affrontare problematiche simili a quelle che tu ed Enrico avete dibattutto fin'ora.
Devo dirti prima di tutto che le cose non sono così semplici come le immagini. Non è perchè è normalmente più semplice complicare le cose che semplificarle (scusa il bisticcio di parole), ma perchè ci sono così tanti aspetti da tenere in considerazione e anche perchè, nonostante quello che tu credi, alcune delle "cose" che servirebbero non ci sono proprio, neanche nei laboratori di ricerca.
Quest'ultimo punto è uno degli obiettivi del progetto: stabilire quali temi dovrebbero essere sviscerati nei prossimi 20 anni in ambito industriale e di ricerca.

Una delle difficoltà tipiche di queste situazioni è che questa sorta di "automazione" deve funzionare in un ambiente non strutturato, cioè imprevedibile e vario quanto basta. Quindi il sistema deve essere in grado di prendere la giusta decisione riducendo al minimo possibile il rischio di malfunzionamenti e danni a cose e persone (aspetto sicurezza!); in più deve essere utilizzabile da tutte le persone che potrebbero averne accesso, senza la necessità di una formazione particolare ... anzi senza formazione (user-friendly). E' vero che oggi si prende la patente e poi ci sono migliaia di morti per le strade, ma nel caso da te immaginato "il mezzo" sarebbe in qualche modo pubblico ... ed è tutta un'altra storia!

Soluzioni vicine alle tue visioni sono potenzialmente applicabili in ambienti decisamente più strutturati come ad esempio negli aeroporti, ma al momento mancano molti presupposti di sicurezza indispensabili all'utilizzo pratico.

Anche nel trasporto merce (soluzione decisamente più strutturata) la situazione è lontanissima da essere incanalata verso l'automazione! Non è solo cattiva volontà, ma esistono moltissime difficoltà reali.

Il parallelo con l'informatica è affascinante, ma qui non si dovrebbero muovere bit ma persone / animali / merci in un ambiente non predisposto. E' come se si volesse utilizzare di botto la tecnologia di oggi su processori anche solo di 10 anni fa!

Condivido con te la preoccupazione legata alle conseguenze di questo nostro modo di spostareci e trasportare merce, ma bisogna cercare di essere pratici e realistici perchè il problema andrebbe affrontato e risolto a piccoli passi a partire da subito.
Concordo però con Enrico sul fatto che non si tratta solo di convincere i politici, ma che il primo passo sarebbe quello di cambiare le abitudini di moltissime persone (quante persone bramano ancora per una vettura velocissima paradossalmente con prestazioni ben oltre i limiti consentiti?!?).
Non è vero che le situazioni migliori si trovano solo all'estero; se pensiamo anche solo all'utilizzo della bicicletta, zone dell'Emilia Romagna o del Veneto non hanno molto da invidiare ad alcuni paesi del nord-Europa!

Io non mi sento un missionario del ciclismo, anche se quando posso evito di utilizzare l'auto ... ma siamo pratici: come potremmo fare senza la tanto odiata auto?!? Ad esempio: quando mi muovo con la famiglia (4 persone in tutto), anche per soli pochi giorni, è come se traslocassi! Certo che più la macchina è grande, più roba ti porti dietro, ma anche negli anni '60 i nostri genitori si muovevano in auto (500 0 600) e portavano con loro un mucchio di cose (mi ricordo dei portapacchi di dimensioni confrontabili con l'automobile!). Ti immagini muoverti solo in bici o con mezzi +/- pubblici? E quando vai a fare la spesa in un centro commerciale una volta alla settimana, ci vai con un triciclo ed il carrettino dietro (lo so che mi risponderai "perchè no?", ma sei uno su migliaia!).
Insomma, mi chiedo perchè 5 gg alla settimana devo usare un Ulysse (7 posti) per muovermi da solo su di un percorso di meno di 20 km alla velocità media di 20 km/h ... ma poi non ho una soluzione praticabile per utilizzare la bent, arrivare presentabile sul posto di lavoro e magari spostarmi per lavoro nel corso della giornata .. e la macchina grande mi serve nel fine-settimana o in altre situazioni specifiche.
Oppure, quando devi portare il figlio dal pediatra perchè influenzato o lo vai a prendere in piscina ed esce con i capelli bagnati ... lo porti in bici o magicamente compare una delle tue navicelle che ti porta a destinazione?!? ... e potrei continuare così all'infinito ...
Non parliamo di car-sharing che è abbastanza una bufala!
Si potrebbero utilizzare vetture più piccole, ma dovrebbero essere modulari per permettere di combinare l'auto del marito e della moglie a costituire una "family-car" ... vedi, anch'io inizio a fantasticare ...

Credo che qualsiasi soluzione debba tener conto del contesto attuale come situazione di partenza (banalmente: quanto ci hanno meso a fare la metropolitana a Torino ... è dai tempi di Italia '61 che se ne parla ... 1961!). Ci sono le strade di oggi, i parcheggi di oggi, le automobili di oggi, le persone di oggi.
Da questo si deve partire; mica si cancella tutto con una spugna e si riparte da zero!

OK per i trasporti pubblici, ma teniamo conto ad esempio che un autobus a metano costa un patrimonio perchè non ci sono grandi volumi per motori a metano di quella cilindrata e che questi autobus (che non siamo disposti ad aspettare per lungo tempo) viaggiano vuoti per il 90% del loro tempo --> costi elevati che dobbiamo accettare, anche a costo di pagare di più di quanto ci costerebbe muoverci con l'auto (se vado in centro con tutta la famiglia devo considerare 8€ di spesa in biglietti per i mezzi pubblici; in auto mi costa di meno!).
OK per favorire l'uso della bicicletta (mezzo che già esiste ed è ineguagliabile per moltissimi motivi) magari con una campagna di sensibilizzazione a partire dalle elementari (io da ragazzino la usavo tantissimo; la maggior parte dei compagni di scuola dei miei figli non ne posseggono una o comunque non la usano mai!). Non servono grandi infrastrutture se i ciclisti ne facessero un uso accorto: metà del marciapiede come pista ciclabile, i pali della luce come parcheggi (esempi: Germania del nord, Olanda, Giappone, ...)
Favorire l'utilizzo di mezzi con motorizzazioni elettriche (le auto sono ancora un sogno per limiti tecnici di varia natura) come ad esempio scooter o bici elettrificate --> finanziamenti statali?

Insomma, dobbiamo fare i conti con il nostro passato / presente e trovare modalità di cambiamento pratiche e concrete a partire da subito, anche con i nostri atteggiamenti / comportamenti.
Le vision daranno indirizzi per il futuro e richiedono sostegni di tutti i tipi: sociali, politici, economici, tecnologici, industriali, ... e qui vale soprattutto la bontà del business. Che ci piaccia o no, è così. altrimenti siamo degli illusi.

Allora ri-inventiamo la bicicletta ... o almeno facciamo in modo che più persone la apprezzino non solo per fare i fighetti in tutina nel tempo libero! Oppure: incominciamo a provare ad acquistare frutta e verdura di stagione, invece che acquistare fragole o ciliegie a dicembre, importandole da qualche paese dall'altra parte del pianeta.

Non sei il solo sognatore (come cantava John Lennon): guarda qui (preso da questo archivio che riserva una serie di letture interessanti - in inlgese).
Io credo che prima o poi si arriverà a realizzare un qualsiasi "prodotto" in loco, partendo da una sorte di codice simile al DNA che lo definisce completamente! Immagina quanto si abbatterebbe l'inquinamento ed il traffico se tutto potesse essere prodotto localmente partendo da un brodo primordiale di materia!
Un vecchissimo film di fantascienza vedeva un robot in grado di riprodurre qualsiasi cosa partendo da un campione come esempio (in quel caso, materializzava anche le nostre paure, trasformandole in mostri ...).
Ma magari sarebbe più facile vendere l'illusione di muoverci ed essere là dove non siamo ... per poi scoprire di essere prigionieri di una batteria di gabbie d'allevamento, con un connettore inserito da qualche parte del nostro corpo (altro film di fantascienza, ricordi?).


Io, ribadisco, punto al trasporto molecolare :B):
(da qualche parte ho letto che negli USA ci sono progetti finanziati a riguardo ... e la cosa non mi sutpisce)

Nel frattempo invito a ritornare a parlare di "biciclette applicate" (possibilmente recumbent ;) )... temo che questo forum sia troppo piccolo per idee così grandi.

Con affetto e simpatia.
 
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sdraio a pedali
view post Posted on 6/1/2009, 11:07     +1   -1




CITAZIONE
Le vision daranno indirizzi per il futuro e richiedono sostegni di tutti i tipi: sociali, politici, economici, tecnologici, industriali, ... e qui vale soprattutto la bontà del business. Che ci piaccia o no, è così. altrimenti siamo degli illusi.

ma che fiducia infinita che si ha nel business... il business serve a far business.. non c'è niente di male in sè, tutti devono guadagnarsi la pagnotta, ma dovrebbe essere inserito in un contesto di visioni di più ampio respiro. Se posso far soldi con la vendita di armi perchè non liberalizzarla? Se posso continuare a vendere missili con le ruote che ammazzano centinaia di migliaia di persone ogni anno perchè mettere dei vincoli e dei limiti a questi missili? Meglio inventarsi la favola della tecnologia che risolverà ogni problema, no? Funziona da almeno 200 anni...

Le visioni a volte vanno contro certi business... e allora che si fa? Si dice che si è troppo piccoli per parlare di problemi troppo grossi? Nessun problema è mai stato risolto nel momento in cui è stato individuato. E a individuarlo non sono mai stati i padroni del vapore.

Enrico, non ho capito perchè consideri le visioni "tecnologiche" di Uka come tali mentre pare che le mie, più "socio-urbanistiche" ti seducano molto meno... eppure sarebbero anche più realizzabili nel breve termine.


CITAZIONE
OK per i trasporti pubblici, ma teniamo conto ad esempio che un autobus a metano costa un patrimonio perchè non ci sono grandi volumi per motori a metano di quella cilindrata e che questi autobus (che non siamo disposti ad aspettare per lungo tempo) viaggiano vuoti per il 90% del loro tempo --> costi elevati che dobbiamo accettare, anche a costo di pagare di più di quanto ci costerebbe muoverci con l'auto (se vado in centro con tutta la famiglia devo considerare 8€ di spesa in biglietti per i mezzi pubblici; in auto mi costa di meno!).

Ma e dagli con questa storia dei trasporti pubblici che costano... se si facesse in modo di riempirlo quell'autobus a metano costerebbe una pipa di tabacco, sia per l'aumento delle entrate che per la diminuzione dei costi di produzione legati all'aumento della domanda.
E quante volte vai in auto con tutta la famiglia? Guarda che se in città girassero solo auto con almeno 3 persone a bordo il traffico diminuirebbe almeno del 70%, figuriamoci con 4. Quindi vedi che si potrebbe pensare di togliere spazio alle auto e darlo ai mezzi pubblici. Quando il numero di persone di uno stesso nucleo famigliare che devono condividere lo stesso viaggio è alto si può prendere l'auto. Stessa cosa dicasi per i figli con le influenze: mica capita tutti i giorni. Se le strade urbane fossero percorse solo da queste tipologie di utenza sarebbero davvero un paradiso. Ricordiamoci poi che il modello automobilistico è il responsabile della nascita dei centri commerciali. Con gente che si sposta più su mezzi pubblici rinasce il piccolo commercio con negozietti sotto casa. E queste non sono visioni ma constatazioni.

CITAZIONE
Non servono grandi infrastrutture se i ciclisti ne facessero un uso accorto: metà del marciapiede come pista ciclabile, i pali della luce come parcheggi (esempi: Germania del nord, Olanda, Giappone, ...)

Perchè metà del marciapiede e non un quarto di sede stradale? Perchè togliere spazio a chi ne occupa già poco cioè lo utilizza in maniera saggia e responsabile? Lo spazio lo si dovrebbe togliere al maggior responsabile delle difficoltà di spostamento nelle aree urbane: l'automobile. In germania hanno fatto così, mica hanno dimezzato i marciapiedi. O li hanno divisi tra ciclisti e pedoni dopo averne raddoppiato la sezione, che è la stessa cosa....

CITAZIONE
Favorire l'utilizzo di mezzi con motorizzazioni elettriche (le auto sono ancora un sogno per limiti tecnici di varia natura)

cioè tu SOGNI le auto in città, purchè siano elettriche? ma se ti investe un'auto elettrica che fa? ti accarezza e ti coccola? o magari ti attraversa come se fosse immateriale? E vuoi mettere un ingorgo di auto elettriche paragonato a uno di auto a gasolio? Una libidine. Si perde molto meno tempo nell'ingorgo elettrico....anzi si guadagna... :D

Baci e bici.
 
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20 replies since 18/12/2008, 21:16   694 views
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